Oggi è il giorno del ritorno della semifinale di Coppa Italia, con l'Inter che sarà impegnata sul campo della Juventus. I nerazzurri cercano l'impresa: ribaltare l'1-2 del Meazza contro una squadra apparsa in salute e che senz'altro resta quella con la rosa più forte d'Italia, almeno sulla carta.

Ci scappa da ridere quando ascoltiamo il ritornello "l'Inter ha l'obbligo di vincere lo scudetto". Premesso che nessuno ha nessun obbligo, e al massimo si può parlare di obiettivi più o meno realistici, Antonio Conte ha senza dubbio a disposizione un gruppo di giocati che può competere per il tricolore, ma che certamente non sono per nulla i favoriti come qualcuno furbescamente da mesi prova a sentenziare. A Conte mancano alcuni tasselli per poter definire la propria squadra la migliore in assoluto entro i confini nazionali. In particolare, le lacune sono evidenti tra le alternative, basti pensare a quanto siano essenziali elementi come De Vrij, Brozovic, Barella, Hakimi e Lukaku. Ed è qui che si ribalta un concetto che spesso ascoltiamo e leggiamo: la forza di questa Inter è proprio la squadra e non le individualità. La Juve, il Milan, il Napoli, la Roma e perfino Lazio e Atalanta hanno individualità molto più spiccate rispetto a quelle di Conte, che invece basa la propria forza proprio nella compattezza del gruppo e nel famigerato "gioco".

Si fa tanto parlare di "gioco" o "bel gioco". Ebbene: tra le formazioni di vertice, quella che più fa affidamento alla manovra corale è proprio quella nerazzurra. Paradosso? Non per chi va nell'analisi. Guardate i gol: raramente quelli dell'Inter nascono dalla giocata del singolo. Il più delle volte si arriva a segnare attraverso trame codificate, movimenti ripetuti e allenati fino all'ultimo dettaglio. Questo non è né un bene né un male, ma semplicemente la realtà delle cose. Non ci sono giudizi di valore, soltanto l'osservazione dei fatti.

Rispetto all'andata di Milano, oggi Conte potrà contare sui rientri di Hakimi e Lukaku, ma dovrà fare a meno di Vidal e Sanchez squalificati. Un problema soprattutto l'assenza dell'ex United, l'elemento più qualitativo all'interno del gruppo interista. Sanchez ha qualità superiori, una visione di gioco alternativa e linee di passaggio sconosciute a molti dei suoi colleghi. Non a caso, l'Inter crea tantissimo quando il Niño Maravilla è in campo. Ancora una volta, quindi, Conte si affiderà ai suoi meccanismi consolidati per ribaltare l'allievo Pirlo e conquistare la finale di coppa. Come detto, servirà una vera e propria impresa visto il passivo beffardo dell'andata. Vedremo chi al terzo round - dopo il campionato e l'andata di coppa - avrà la meglio tra la superiore qualità dei singoli bianconeri e la meticolosa organizzazione degli alfieri nerazzurri.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 09 febbraio 2021 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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