Forse l'unica volta che ne abbiamo gustato la spietatezza, almeno con la maglia nerazzurra addosso, è stato in quell'ormai lontano derby estivo in quel di Boston, quando con una doppietta diede la prima lezione stagionale nerazzurra al Milan. Poi, Diego Milito ha mostrato tante buone cose, assist e gol contro il Milan durante la stracittadina del poker, e il 2-0 di classe al Parma. Ma il vero Principe è tornato sulla sella del proprio cavallo al Sant'Elia, grazie a una doppietta che ha un peso specifico pazzesco nell'autostima della squadra di Mourinho. L'uno-due nei primi dieci minuti della ripresa non ha solo consentito alla Beneamata di portare a casa 3 punti da Cagliari, ma ha spento sul nascere le inevitabili polemiche che sarebbero nate in casodi passo falso interista, che tra l'altro stava maturando meritatamente sul campo. Invece poi è comparso lui, Milito, con due prodezze da vero squalo d'area di rigore, due esempi di come ci si comporta a tu per tu con il portiere avversario, roba, come direbbe un altro Josè (Altafini), da manuale del calcio.

Non posso negarlo, il primo tempo dell'Inter al Sant'Elia è stato pessimo, al di là dello svantaggio nato da una delle tante amnesie difensive. A un certo punto avrei persino preferito di trovarmi altrove, pur di non continuare a subire passivamente quello spettacolo non da grande squadra. Buchi in difesa, errori nei passaggi e mai un'occasione da gol pulita, di quelle che ti fanno sobbalzare dal tuo posto con tanto di mani nei capelli. Fortuna, mi son detto, che questa squadra ci ha abituati a metamorfosi insospettabili tra il primo e secondo tempo, e Cagliari non si è sottratta a questa legge non scritta. Certo, più del bel gioco (visto, per esempio, nella ripresa contro il Parma), ci si è dovuti aggrappare alla classe sotto porta di Milito, ma d'altronde Moratti ha investito bei soldoni anche per tali servigi. Pochi giocatori vedono la porta come l'argentino, nulla di strano dunque se le vittorie nascono anche dalle sue giocate. Ben vengano, anzi, per il bel gioco ci sarà tempo. Qualche scampolo, comunque, si è visto grazie all'inserimento di Mario Balotelli nella ripresa, una mossa decisiva così come lo era stata una settimana fa a San Siro contro la squadra di Guidolin.

Mario ha dovuto ingoiare il rospo della panchina quando si sarebbe atteso un posto da titolare, ma ha dimostrato di poter essere un valore aggiunto per questa squadra, nonostante qualche giocata troppo avventurosa e fuori luogo. Attaccante di scorta, part-time o qualunque altra definizione gli si possa dare, Balotelli riesce sempre e comunque (al di là della prestazione personale) a cambiare il volto offensivo dell'Inter, che giocando con tre punte ha evidenziato giovamenti spesso e volentieri: una sorpresa rispetto alla scorsa stagione. Ma bisogna considerare che, rispetto ai precedenti esperimenti, gli interpreti del tridente sono camiati, eccome... Un aspetto che, sono sicuro, Mourinho sta tenendo in grande considerazione, almeno per match con squadre che tendono a difendersi più che ad attaccare. Un'ultima annotazione: la difesa ha sofferto, troppi errori a vantaggio dei sardi, che attaccavano come il vento di Cagliari: a folate imprevedibili. Evidentemente non si tratta di un problema dei singoli, perché Lucio (fantastico) e Cordoba hanno svolto il loro compito. Probabilmente si tratta di affiatamento, e la coppia Lucio-Samuel oggi è una garanzia assoluta. Non è una coincidenza se con loro in campo la casella delle reti subite dall'Inter esponga un luminosissimo zeru...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 settembre 2009 alle 17:58
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print