Era da otto mesi che l’Inter non inanellava tre vittorie consecutive in campionato e, considerando l’avvio di questa maledetta stagione, non sembrava un obiettivo concretamente realizzabile. Invece qualcosa è cambiato, non solo nei risultati. Finalmente la squadra gioca con personalità, è in grado di sfruttare al massimo le poche opportunità che crea e, soprattutto, ha una difesa solida. Non imperforabile, ci mancherebbe, quella è svanita la notte di Madrid, ma il meccanismo davanti a Julio Cesar oggi funziona. Non perfettamente, perché c’è ancora bisogno di aggrapparsi a un mix di buona sorte (graditissima, dopo un’assenza ingiustificata) e Julio Cesar per mantenere inviolata la propria rete, ma la strada è quella giusta.

L’Inter oggi ha equilibrio, non so se è merito del 4-4-2 su cui da tempo punta Ranieri o del rientro di molti dei titolari rimasti a lungo in infermeria, ma quello che conta sta avvenendo. Si vince, si raccolgono punti e si scala la classifica, alla faccia di chi fino a una decina di giorni fa scherniva i colori nerazzurri ipotizzando la cadetteria. Ora tutti zitti, please. Come sostiene Thiago Motta, i margini per migliorare ancora sono enormi, non pensiamo di essere guariti. L’attacco è ancora sterile, la difesa regge bene ma si concede troppe amnesie risolte solo last minute, a danno delle nostre coronarie e qualche innesto fresco continua a essere necessario, perché davanti ci sono ancora tante partite da giocare e sognare la ‘salute’ di tutti i giocatori da qui a maggio è utopico. Che i recenti risultati non allentino le convinzioni del club in sede di mercato, dunque. Sarebbe un autogol clamoroso.

Tengo a sottolineare un aspetto che qualcuno ignorerà: l’Inter non ha vinto una partita banale, contro una squadra in zona retrocessione. Ha superato in trasferta un avversario in grandissima forma, reduce da 4 vittorie nelle ultime 5 partite, di cui l’ultima nel fortino palermitano. Insomma, quanto di peggio il calendario potesse offrire, prime della classe escluse. Perciò l’1-0 del Manuzzi è oro colato, vittoria tutt’altro che scontata ma fondamentale per proseguire nel trend di crescita alle voci ‘classifica’ e ‘autostima’, tanto decantata da Ranieri. Inoltre, giocare su un terreno sintetico, per chi non vi è abituato, è controproducente e si spiegano così i troppi appoggi sbagliati nel primo tempo.

Personalmente temevo non poco questa trasferta, così come non mi fido dell’ultimo match del 2012, contro un Lecce rivitalizzato dalla cura Cosmi. Va sfidato con la stessa mentalità sfoderata a Cesena, con lo spirito della provinciale (nel senso positivo), appreso dopo tante, troppe settimane nei bassifondi della classifica. Se questa esperienza critica alla fine ci permetterà di affrontare i prossimi impegni con la mentalità di chi deve mordere le caviglie per sopravvivere, ne sarà valsa la pena.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 dicembre 2011 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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