Che mondo sarebbe senza mercato di gennaio? Senza voler parafrasare un vecchio claim pubblicitario che enfatizzava la fondamentale esistenza di Nutella su questa Terra, rispondiamo nel merito a una domanda che probabilmente molti tifosi interisti si stanno ponendo nelle ultime ore della cosiddetta 'sessione di riparazione'. Anche perché i 28 giorni di trattative che volgeranno al termine giusto un'ora prima della sfida di Coppa Italia contro la Lazio sono sembrati più lunghi a chi ha a cuore le sorti della Beneamata e si ritrova sulla propria pelle i segni provocati dai tanti cambiamenti d'umore da parte di coloro i quali dovrebbero onorare i colori sempre e comunque, almeno fino alla regolare scadenza del contratto.
Il primo mese del 2019 non è cominciato sotto i migliori auspici per i fedeli interisti, vittime delle lune del loro capitano e della moglie-agente, Wanda Nara, sul tema scottante del rinnovo. Che poi, a posteriori, si è scoperto non essere la vera priorità del club. In mezzo alle puntate di una telenovela che non ha appassionato nessuno, il campo è diventato quasi secondario per Mauro Icardi, autore di un gol (su rigore contro il modesto Benevento) in tre partite in cui lo stesso ha messo in mostra la peggiore versione di se stesso sul piano tecnico e tattico qualche settimana dopo aver toccato il picco massimo a livello di prestazione totale nella gara col Psv. Se sia colpa delle voci dentro la sua testa, alimentate con l'inizio del nuovo anno, è impossibile stabilirlo, certo è che quando esistono distrazioni di qualsiasi origine, anche per un ragazzo che si lascia scivolare tutto addosso, ogni giocata diventa più difficile. Anche fare il giusto movimento per aiutare i compagni, persino restare freddi sotto porta. E non è un caso se la firma di Maurito in campionato manchi addirittura dal 15 dicembre, la trasformazione dagli undici metri grazie al il delizioso cucchiaio che ha steso l'Udinese. Su azione, Icardi marca visita dal 2 dicembre, l'incornata di testa nel 2-2 dell'Olimpico con la Roma. Un'eternità, anche se in questo lasso di tempo bisogna tenere conto della sosta post-natalizia, quella studiata appositamente dai vertici del nostro calcio per non inquinare con gli affari invernali il corso della stagione di Serie A.
Peccato che in seguito, il solito provvedimento all'italiana è stato invalidato lo scorso 20 dicembre, quando l'assemblea della Lega Serie A ha deliberato la proroga della chiusura del mercato al 31 gennaio per permettere alle 20 squadre del nostro campionato di uniformarsi alle altre leghe europee. E' questa la data che fa cambiare i giudizi di valore sull'Inter, prigioniera – a livello mediatico e di campo - dei capricci di alcuni 'scontenti' o incontentabili. Lo spostamento della deadline di mercato ha fatto deflagrare il 'caso Perisic', sedotto dalla solita sirena inglese che già due anni prima si è era spenta sul più bello. Se nell'estate del 2017 fu il Manchester United a corteggiarlo, ora è l'Arsenal ad aver ammiccato al vice campione del mondo croato, passato da insostituibile e inutilizzabile nel giro di pochi giorni. La situazione poco professionale nella quale ha sguazzato Ivan ha costretto Luciano Spalletti prima a prendere la decisione drastica di lasciarlo in panchina nella serata buia di Torino. E poi di censurarne il comportamento dopo il triplice fischio: "Se non vuole giocare come ha detto Marotta, è chiaro che starà fuori: non ci sono problemi. Quando uno pensa di non poter dare un contributo si aiuta a star fuori".
Ecco i danni che provoca il mercato di gennaio, il mese in cui l'illusione passeggera di giocare per un altro club sostituisce la responsabilità di scendere in campo per quello che ti stipendia regolarmente. "Succede anche ad altre squadre – ha ammesso Marotta parlando di giocatori scontenti - Io sono stato fautore di un mercato ristretto, con il fatto che dura fino al 31 c'è la voglia di tanti giocatori di andare via". Il problema è che a pagare il conto è solo l'Inter, in primis perché in sede non è arrivata nemmeno un'offerta degna di tale nome con la quale si sarebbero potuti imbastire discorsi concreti. In secondo luogo perché in campo la squadra ha palesato evidenti difficoltà dettate dalle contingenze che, a questo punto, rendono ancor più complicata la gara da dentro o fuori contro un avversario temibile come la Lazio. Che Spalletti sfiderà con un Cedric in più (gennaio benedetto, in questo caso, visto il forfait di Vrsaljko) ma con un Perisic in meno. E chissà per quanto tempo ogni discorso attorno al croato verterà sul suo impegno in campo e sull'impatto che avrà sul risultato. Quel che è certo è che il mese di gennaio ha tolto più che dato all'Inter, squadra che non aveva bisogno di aggiustamenti per gli obiettivi fissati ad agosto ma che fatalmente si è scoperta fragile in una componente indispensabile a raggiungerli: l'attaccamento alla maglia. "Recuperarlo non sarà un problema e non ci vorrà molto tempo. Dopo la chiusura del mercato ci aspettiamo che mostri la stessa professionalità sempre mostrata da quando è con noi". ha assicurato Piero Ausilio parlando di Perisic. Il 1° febbraio basterà schiacciare il tasto reset?
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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