Potrei stupirvi con riferimenti ironici a sketch del passato (abusati all’inverosimile), ma preferisco mantenere una certa sobrietà nel salutare l’arrivo di Rolando all’Inter. Ora il pacchetto arretrato nerazzurro è un filino più solido grazie ai muscoli del centrale di Capo Verde, non certo uno dei primi 5, forse neanche 10 al mondo nel suo ruolo ma sufficiente a far riposare serenamente Mazzarri. Per il quale, evidentemente, la stima nelle qualità e la fiducia nel fisico di Samuel e Chivu (che potrebbe addirittura smettere, si dice) non viaggiano di pari passo. Qualche spicciolo e l’operazione si è conclusa rapidamente con un prestito oneroso, merito dell’ottimo rapporto da Branca e Pinto Da Costa, presidente del Porto, che forse si sente ancora in debito con l’Inter per averle spillato circa 24 milioni di euro (compreso Pelè) in cambio del carneade Quaresma. A volte il senso di colpa di lacera internamente e richiede delle buone azioni per liberarsene.

Poi c’è Wallace. Il nuovo Maicon per qualcuno, un giovane tutto da scoprire per altri. Ahimè ne ho visti già tanti di nuovi Colossi provenienti dal Brasile, ma se quello originale è costretto agli straordinari con la maglia della Roma significa che di eredi in giro ancora non ve ne sono. E poi, questi paragoni personalmente mi infastidiscono, perché privano le nuove leve di una propria identità alimentando false speranze. Wallace è un 19enne sul quale il Chelsea, un anno fa, aveva investito 9 milioni. Non certo noccioline. E per il quale oggi non ha posto in squadra, dovendo Mourinho privilegiare chi lo aiuterà a vincere subito, non dei ‘bambini’ ai quali fare da maestro. Non che Mazzarri gradisca indossare i panni dell’insegnante, non ha tempo e non può permetterselo. Soprattutto perché il ruolo di esterno per lui è di vitale importanza ed è rischioso affidarlo a uno sbarbatello, per quanto dal futuro radioso e dai mezzi fisico-atletici non indifferenti.

In attesa di capire se arriverà un centrocampista di spessore, sono Rolando e Wallace i due nuovi rinforzi per la rosa nerazzurra. Entrambi arrivano in prestito, perché di questi tempi è la soluzione più comoda. Ma posto che per Rolando è previsto un riscatto, mi chiedo cosa sarà dell’esterno brasiliano. Se dimostrerà di essere un fenomeno, l’Inter dovrà restituirlo al Chelsea senza neanche un bonus di valorizzazione. In pratica, svezzerebbe il ragazzo per poi vederlo esplodere ai massimi livelli altrove. In tanti anni di fedele passione nerazzurra, non mi ricordo di aver mai visto una situazione del genere. Non godere di un diritto di riscatto significa accettare un ridimensionamento internazionale anche fuori dal campo. Significa vestire i panni della succursale dove parcheggiare i propri giovani per poi riprenderseli più maturi. Senza offesa, l’Inter si comporterebbe da Livorno, società che accetta senza batter cigliogiovani nerazzurri in prestito pur di presentarsi competitivo ai nastri di partenza (una manna per Branca e Ausilio). In Toscana ne sono felici, ma a Milano?

Davvero l’Inter oggi, a livello internazionale, è ridotta a questo? Il famoso prestigio cui fa sempre riferimento il presidente non passa anche attraverso operazioni di mercato degne di un club blasonato? Magari Wallace non esploderà, potrebbe fare da riserva a un altro esterno, ma oggi non possiamo saperlo. E accettare certe condizioni pesa più, a livello morale, della perdita gratuita di un potenziale campione. Ho sperato fino all’ultimo nel cavillo che aprisse lo spiraglio del riscatto, ma a quanto pare non è previsto. Non sono né il primo né l’unico a pensarla così e mi rendo comunque conto delle difficoltà che la nostra dirigenza sta incontrando per chiudere delle trattative in entrata e in uscita in un contesto finanziario come quello in cui versa la società con sede in Corso Vittorio Emanuele a Milano. Ma l’orgoglio non ha prezzo. E dopo un nono posto in classifica, bisogna recuperarlo anche a costo di rinunciare a certe situazioni apparentemente comode. Se Wallace deve essere, che Wallace sia. Non importa se non sfonderà mai nel calcio italiano o in quello europeo. Però è assurdo che vesta la maglia nerazzurra di passaggio, senza la garanzia che, in caso di successo, potrà diventare un punto fermo dell’Inter. Non del Chelsea. Il mio è un parere come tanti, poi so bene che gli uomini mercato agiscono in base alle loro logiche che non sempre coincidono con quelle di un tifoso qualsiasi.

Ora attendo con impazienza di conoscere il nome del centrocampista che garantirà il salto di qualità al reparto. Si è parlato a lungo di Nainggolan, e anche se i ritardi nella transazione da Moratti a Thohir priveranno l’Inter di fondi extra per il mercato io non credo che la trattativa sia del tutto morta. Oggi il candidato più accreditato però si chiama Saphir Taider. Sia ben chiaro, investire sui giovani conviene sempre, ma francamente non mi sembra proprio il profilo di centrocampista che possa migliorare notevolmente il gioco della squadra. Tra l’altro, anche tatticamente ho la sensazione che non sia il cosiddetto mastino che possa dare una mano alla difesa, di cui oggi c’è assoluto bisogno. Una trattativa che al momento fatico a comprendere, in altre parole. Resto comunque in attesa, persino di smentita qualora il franco-algerino si vestisse di nerazzurro. Toccherà a Mazzarri valorizzarlo, anche se non so dove potrebbe posizionarlo nella mediana a tre che predilige. Nessuna bocciatura, solo una legittima perplessità di un profano che è consapevole del bisogno assoluto di un calciatore di spessore in mezzo al campo. Ma senza soldi, dopotutto, i campioni non ti prendono neanche in considerazione e ti costringono a scommettere. Peccato che ultimamente di scommesse l’Inter ne abbia già perse troppe.

 

P.S. – Ignoro volutamente l’ipotesi di un coming back di Eto’o, più utile ai giornali che a qualsiasi senso di realtà. Ma l’idea che l’Inter possa investire almeno 12 milioni su Osvaldo mi lascia perplesso. Forse Icardi e Belfodil non sono più degni di fiducia nonostante il loro costo? Se davvero si concretizzasse l’arrivo dell’italo-argentino, lo interpreterei come un’ammissione di colpevolezza da parte della dirigenza nerazzurra, che evidentemente ha commesso un paio di errori di valutazione…

Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 agosto 2013 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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