Sabato sera a Lugano ci sarà il battesimo della prima vera Inter di Simone Inzaghi. L’allenamento congiunto di mercoledì, quando i nerazzurri hanno passeggiato sul Sarnico, sconfitto per 16-0, per evidenti motivi non può essere considerato un test probante. E allora, nonostante la formazione che scenderà in campo al Cornaredo non potrà contare su quasi la totalità dei futuri titolari, tutti seduti, abbracciati con l’amata (o l’amato), una birra ghiacciata a farci compagnia e la curiosità di vedere tanti giovani con la maglia nerazzurra. Ed è proprio su questo argomento che vorrei incentrare l’editoriale odierno.

Dai tempi di Santon e Balotelli, di fatto, l’Inter non lancia stabilmente in prima squadra un calciatore importante, uno di quelli che potrebbe davvero seguire un percorso importante nella massima serie. Esposito è fortissimo, ma deve maturare a Basilea. Pinamonti si è fatto le ossa altrove e nell’ultima stagione ha avuto i minuti contati. Un discorso simile può essere esteso a Radu. Mentre in molti hanno avuto solo delle fugaci apparizioni con la Beneamata. E allora, dato che questo sarà un mercato particolare e che l’attuale rosa conta ragazzini di cui tutti parlano benissimo, perché non sperare che almeno uno di questi emerga?

Agoumè a centrocampo è una sicurezza. Mulattieri in Olanda segnava con una facilità irrisoria, Satriano è semplicemente più forti degli altri, Colidio può ancora dimostrare di essere quel wonderkid di cui si parlava in Argentina. Certo, indossare e difendere una casacca importante e pesante come quella dell’Inter non è semplice. Né per tutti. Ma credo sia arrivato anche il momento di sfruttare le abilità formidabili di Samaden anche per la prima squadra, con un giovane che possa davvero distinguersi a Milano. Non me ne vogliate: ma non sarebbe stato meglio puntare su un ragazzino piuttosto che spendere un sacco di soldi per i tanti giocatori che non hanno sfondato a Milano e che oggi sono considerati esuberi? Fare nomi è superfluo. Gli errori si commettono, ci mancherebbe. E spesso esiste il pericolo di lanciare un canterano per paura di bruciarlo. Ma se non si rischia mai, di sicuro non si può arrivare al passo successivo. Ogni storia ha il suo percorso, ma è un po’ come chi sbaglia i calci di rigore. Se non li tiri, di certo non urlerai GOL!
Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 luglio 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
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