Solo noi potevamo perdere contro questo Marsiglia. Solo noi potevamo gettare al vento all’ultimo minuto il lavoro certosino degli altri 92. Non ho parole, sinceramente. Perché al di là dei demeriti, non ce ne va bene una che una. Abbiamo scelto di contenere per non correre rischi, ce l’avevamo fatta senza alcun calo di concentrazione. Fino al 93’. Un corner nato dal nulla e il gol di Ayew, quello stesso che tanto ci aveva rotto le scatole in area di rigore in precedenza. Ma come si fa? Se la missione era non subire gol, l’avevamo portata a termine. Poi, quella 'schifezza' su un calcio d’angolo come tanti e arriva l’ennesima batosta, la quinta delle ultime sei partite.

Siamo sfortunati, è lapalissiano. Ma a volte ce le cerchiamo. Vorrei togliere a Chivu quel caschetto e prenderlo per i capelli per essersi perso il diretto avversario. Vorrei dare un calcio nel sedere sia a Lucio sia a Samuel, consapevole della loro possibile e crudele rappresaglia nei miei confronti, per aver staccato la spina prima del fischio finale. Non si può così, non si può. Mi sento, senza troppi giri di parole, come se lo avessi preso in quel posto, e credo che molti tifosi abbiano la stessa sensazione, Ranieri e Moratti compresi. Avverto su di me gli effetti della famigerata saponetta che sotto le docce ti scivola dalle mani, con un francese alle tue spalle che approfitta della tua unica distrazione per colpirti, e farti male. Ecco, ci è scivolata dalle mani la saponetta di Marsiglia, e facciamo un po’ di ironia.

Temevo che il fondo fosse ancora lontano, è così. Continuiamo a perdere senza alcun intervallo, siamo allo sbando anche senza meritarlo. Non condivido l’atteggiamento dell’Inter al Velodrome, l’OM non era quel mostro che mediaticamente era stato descritto nei giorni scorsi. Anzi, tutt’altro. Con un pizzico di convinzione in più e un giocatore vero in attacco al posto del fumoso Zarate, un paio dei loro errori sul fuorigioco avremmo potuto sfruttarli. Con il senno di poi è facile parlare, ma più della prestazione la rete di Ayew punisce le intenzioni di una squadra che, per scelta, ha preferito limitare i danni invece di crearne all’avversario. La fortuna aiuta gli audaci, noi siamo stati pavidi all’inverosimile. Premiata dunque una squadra a mio avviso modestissima come il Marsiglia, decisamente inferiore alle aspettative ed estremamente scolastica in fase d’attacco. 

Sarebbe bastata una giocata di talento di uno dei nostri giocatori per passare, ma con il freno a mano tirato dove si pretende di andare. Statistiche alla mano, è la sesta partita delle ultime sette in cui non andiamo in gol. Mondonico, dopo averci battuti in casa, da grande esperto di questo gioco che è il calcio ha detto la cosa più ovvia: è semplice. Infatti, se non segniamo mai un motivo c’è: non tiriamo in porta. Semplice. Con due punte (vere) e Sneijder avremmo vinto facilmente. Ne sono convinto. Ma la mia convinzione non vale nulla. Bacchetto anche Ranieri, è inevitabile perché in panchina tra Milito e Pazzini un’alternativa a Zarate c’era. Così come un possibile sostituto di Forlan, ancora in ritardo di condizione e stanco nell’ultimo quarto d’ora.

Abbiamo rinunciato a giocare sin dall’inizio con la formazione che si è presentata al Velodrome. E considerando l’aurea maligna che ci sovrasta da settimane, guarda caso dalla conclusione del mercato, la sconfitta era quasi prevedibile, anche nei minuti di recupero. Eppure ho sempre la sensazione di cui parlavo prima…

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 febbraio 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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