Non sto a entrare in discorsi che non mi riguardano e, sostanzialmente, li capisco anche poco. Non faccio l’economista, non ho studiato materie simili all’Università, non sopportavo la matematica – domando scusa a chi pensa il contrario – fin dalle scuole medie e ho detto tutto. Quindi non mi lancio in catilinarie sconsiderate sul futuro dell’Inter onde evitare di scrivere un cumulo di minchiate apocalittiche. Però, prima di parlare del pallone, un dubbio mi consuma: forse, e scrivo forse, Suning si disimpegnerà mettendo le proprie quote di maggioranza nelle mani di un fondo il cui nome è noto ormai anche ai sentilesi, tribù non soggetta a modernizzazione nell’isola di North Sentinel, giurisdizione indiana: BC Partners, potentissima azienda di private equity con sede a Londra che, si racconta, offrirebbe al gruppo di Nanchino una cifra vicina al miliardo di euro per il controllo del Club. Ora, ammesso e non concesso che la cifra sia reale, per rendere appetibile l’Inter in vista di una cessione futura, sto parlando di fantacalcio, due sono le strade: o aumentare le entrate o diminuire i costi. Io propendo, parlando sempre di fantacalcio, per la prima ipotesi ovviamente, ma non necessariamente potrebbe pensarla come me un fondo di investimento. Seguiranno sviluppi.

Torniamo al pallone, quello vero.

Genova ci ha restituito tanti rimpianti, sulle certezze ripassare. Partita che fa storia a sé, imponderabile sia nello svolgimento sia nell’esito finale. Io non ho mai disdegnato critiche ad Antonio Conte, se corrette e con un senso logico. Mercoledì, nonostante alcuni evidenti errori tecnici, hai perso contro ogni regola di calcio giocato. E sì, io non reggo la difesa a tre e comprendo poco l’utilità di tre centrali puri a marcare una mezza punta stile Keita perdendo così un uomo in mezzo al campo, opinione MIA non verità assoluta, ma hai creato talmente tanto da far passare il tutto in secondo piano. Parliamoci chiaro: se rigiochi la partita di Genova, con la stessa intensità e lo stesso numero di occasioni intendo, 100 volte, la vinci 99. Semplicemente hai trovato quell’unica volta, sfigata, e stai ancora a chiederti perché. Oltretutto gli orrori in occasione dello zero a due, difesa e centrocampo fermi a guardare l’avversario partire senza nessuno che lo rincorra e gol blucerchiato in 5 contro 1, scriviamolo anche in lettere per rendere meglio il concetto, cinquecontrouno, rappresentano situazioni di gioco che nemmeno tra i dilettanti. Poi si può discutere sul perché tira il rigore tizio e non caio, l’avesse tirato – sbagliandolo – caio staremmo a dire doveva tirarlo tizio, sui soliti venti minuti di Eriksen quando hai una squadra palesemente in difficoltà se si tratta di inventare calcio, una tiratina d’orecchie al suo agente ci starebbe, sulla mancanza di reattività al momento del primo svantaggio, sul calo evidente con annesse crisette isteriche delle quali si può far a meno, sulla pervicacia nell’andare puntualmente in svantaggio. Che se ti capita una volta è sfiga, due è sfiga doppia, tre è tripla, dieci c’è qualcosa che non funziona, pare chiaro a tutti. Dopodiché inutile girarci intorno, l’Inter ha effettuato rimonte incredibili senza obbedire ad alcuno schema tattico, semplicemente con la forza della disperazione, con la rabbia, col talento che alcuni calciatori nerazzurri hanno e viene imprigionato in nome e per conto dell’equilibrio. Sto famoso equilibrio. 

Ora, non è successo nulla di irreparabile. L’Inter è comunque seconda, a un punticino da chi sta davanti. Gennaio è, storicamente, un ripetersi di prestazioni orride con annessi punti perduti: a Genova io la prestazione orrida non l’ho vista. Anzi, faccio fatica a ricordare una trasferta, in questa stagione, dove hai costruito più occasioni con parate, pali, palloni fuori di due centimetri e chi più ne ha più ne metta. Per cui sotto con la Roma, si può e si deve fare bene.

Ultima nota velocissima, mi appassiona come l’importanza di un acaro della polvere sul tappeto del mio salotto: mercato a zero o quasi. Se qualcuno esce, e chi mi vien da dire, qualcuno entra. Altrimenti ci si arrangia con ciò che si ha. Nel caso dell’Inter non poco.

VIDEO - GOL STREPITOSO DI GNONTO AL LUCERNA: LASCIA INDIETRO IN DRIBBLING TUTTA LA DIFESA AVVERSARIA 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 gennaio 2021 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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