San Siro questo sconosciuto. Almeno per Erick Thohir. Numeri impietosi, 7 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte, solo 21 gol segnati, con addirittura 15 gol subiti, fanno rabbrividire soprattutto se confrontati con quelli assurdi della Juventus (14 vittorie su 14, 38 gol segnati e 8 subiti) ma anche con quelli della Roma (11 vittorie e 3 pareggi per i giallorossi imbattuti all’Olimpico, con 33 reti segnate e solo 4 subite).

Non solo numeri perché a San Siro si vedono pali e traverse come se piovesse, tante e tante difficoltà, soprattutto contro squadre che in passato si sarebbero sognate di venire a divertirsi al Meazza con le loro scorribande, come ormai capita troppo spesso.

Un mese fa, dopo l’ennesima prestazione deludente contro il Cagliari, era passato un po’ inosservato l’SOS di Jonathan: “Le squadre ospiti - aveva detto il brasiliano - non possono venire a San Siro e giocare come se fossero a casa loro”. Il peso però di giocare tra le mura amiche continua ad aumentare, le belle vittorie in trasferta con Fiorentina e Verona e quelle casalinghe, seppur risicate, contro Sassuolo e Torino purtroppo non sono servite e contro l’Atalanta sono tornati i vecchi Fantasmi. Nel vecchio fortino inespugnabile di una volta si respira diffidenza, una sorta di distacco, i tifosi diminuiscono, si aspettano vittorie come se fossero dovute e non si aiuta la squadra come ne avrebbe bisogno. I fischi invece, quando le cose non funzionano, non mancano mai, così come cori e striscioni pseudo-contestatori. Qualcuno vede nel passaggio societario, da Moratti a Thohir, il motivo principale di questo trend abbastanza complicato, ma qualcosa di simile si era già visto con i vari Gasperini, Ranieri e Stramaccioni, per finire con WM. Tutto è quindi cominciato quando la squadra degli Invincibili ha iniziato la sua parabola calante, solo Leonardo infatti è riuscito nel post Triplete a non soffrire a San Siro.

Adesso arriva l’Udinese, l’esemplificazione di tutto questo, con l’affondata dell’anno scorso ancora da vendicare, quel vergognoso 2 a 5 che costò la panchina al povero Stramaccioni. La presenza di Thohir in tribuna può essere un ulteriore motivo di pressione. La ricostruzione dell’Inter però passa soprattutto dal Meazza, per tornare grandi bisogna sconfiggere questa strana malattia e cacciare fuori di casa i Fantasmi del disagio.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 marzo 2014 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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