“Se non mi mandano via sarò l’allenatore dell’Inter anche l’anno prossimo”, testo e musica di un Roberto Mancini che fa capire come lui abbia solo l’Inter in testa. Queste parole però, nonostante le abbia dette scherzando, possono anche sembrare un mettere le mani avanti, quasi come se volesse in un certo modo prepararsi da un doloroso addio. Da Mago indiscusso a possibile silurato il passo è stato breve, così come il tracollo nerazzurro in questo inizio 2016, la critica negli ultimi tempi non si è risparmiata e si è divertita a sparare a zero anche sulla panchina interista.

Adesso che le cose sembrano tornate a girare nel modo giusto, queste parole di Robymancio potrebbero essere la pericolosa spia di come non ci sia più quella sintonia totale con la proprietà, nonostante gli attestati di stima e fiducia di Erick Thohir non siano mai mancati, neanche nel periodo più difficile, dopo le sconfitte contro Fiorentina e Juventus. Separarsi adesso da Mancini, dopo averlo assecondato in tutto e per tutto, dopo aver rivoluzionato totalmente la rosa, seguendo le sue indicazioni, indipendentemente da come finisca la stagione, con un ritorno in Champions molto difficile, mi sembrerebbe però un autogol clamoroso.

Chiaramente, come ha ammesso anche lui, di errori ne sono stati fatti, soprattutto nella gestione dei rapporti con qualche giocatore, ma quando le cose non funzionano tutto è amplificato di conseguenza. Ricominciare da zero un’altra volta, come dopo i Mazzarri e gli Stramaccioni, potrebbe rivelarsi un errore ancora più grande, come i tifosi dell’Inter hanno cominciato a imparare sulla loro pelle in questi ultimi anni ricchi di delusioni. Sono del parere che con o senza Champions il progetto Mancini debba continuare, almeno fino alla fine del suo contratto. Affidarsi a un nuovo comandante a giugno vorrebbe dire perdere altro tempo prezioso, con l’Inter che invece non se lo può permettere: deve tornare in Champions al più presto, se non a giugno assolutamente l’anno prossimo. Con un Bielsa o un De Boer – i nomi che si fanno in questi giorni – ritornerebbe la lagna del “bisogna dare loro tempo, devono capire e adattarsi al calcio italiano, conoscere i giocatori…”.

Di geni della lampada in giro infatti ce n’è forse solo uno e andrà ad allenare a 'Old Trafford' e Mancini rimane il meglio sulla piazza nerazzurra. Sono quindi convinto che si debba dare la massima fiducia possibile a Mancini ancora per un anno e mezzo, almeno, continuare a programmare con lui la campagna di rafforzamento della squadra come già sta facendo Piero Ausilio con gli acquisti di Banega ed Erkin, e sperare che la rimonta miracolosa Champions possa scacciare qualsiasi tipo di nuvola o fantasma. Anche se la stagione non dovesse finire con il terzo posto però sono convinto che cambiare e ricominciare da zero sarebbe ancora più sbagliato. Un altro esonero sanguinoso come quello di Mazzarri l’Inter non se lo può permettere e non solo per ragioni di bilancio.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 11 marzo 2016 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
vedi letture
Print