Manca sempre meno all’inizio del campionato. Le indicazioni di campo fin qui raccolte lasciano a mio avviso il tempo che trovano. In questa fase della stagione i risultati contano poco o nulla. L’importante è mettere minuti sulle gambe e evitare infortuni seri. Trovare e perfezionare determinati meccanismi che poi oliati a dovere, si spera, diventeranno punti di forza dell’Inter che sarà. Posso però provare a trovare qualche spunto positivo senza troppa paura di essere smentito. E allo stesso tempo manifestare appunti e riserve. Partiamo dalle cose belle.

Ragazzi, la sensazione è che Lautaro sia davvero forte. O quantomeno sul campo prometta bene. Possa bruciare le tappe. Non aver bisogno di molto tempo per adattarsi all’Italia e alla Serie A. Quel tocco di fino per servire Candreva in terra britannica lo fai solo se sai giocare a calcio e se credi nelle tue possibilità. Bene per lui. Per Spalletti. Per tutti gli interisti. Anche per chi (come me) vorrebbe sempre o quasi due attaccanti pure in campo e si auspica che in rosa militino tanti giocatori similari o quasi per valori assoluti.

E a proposito di capacità comparabili, passiamo alla difesa. Avete presente il termine roccioso tanto cari a tutti i cronisti che si occupano di questo sport? Ecco, se penso ai centrali nerazzurri li vedo esattamente così: granitici. De Vrij sarà importante per poter giocare eventualmente anche a tre. Ma non dimentichiamo mai che i titolari dell’anno scorso erano il Capitano del Brasile (Miranda) e l’erede indicato da Sandro Nesta per tipo di gioco. Eh sì, perché anche se nel mondo c’è qualcuno che pensa che Skriniar sia scarso con i piedi – quando in realtà basterebbe guardare le partite invece che seguire determinate leggende - l’ex Lazio e Milan, oggi allenatore, ha indicato lo slovacco come il difensore a lui più somigliante. Un bel complimento. Meritato. E da ribadire anche in questa annata.

Passiamo adesso alle note dolenti. A parte un po’ di (in)sana sfiga, con qualche infortunio di troppo che speriamo venga smaltito a breve (a proposito in bocca al lupo a Dalbert, resto convinto che potrebbe disputare la stagione della rivincita) devo ammettere che siamo ancora incompleti. Nessun allarmismo, sia chiaro. Tempo per completare la rosa ce n’è. In abbondanza.

Il timore però che quanto successo con Malcom possa ancora accadere c’è. Mi spiego meglio. Se l’Inter può acquistare giocatori solo in prestito (anche alto) e diritto di riscatto, quindi senza l’obbligo, qualora altre società puntassero gli obiettivi nerazzurri non ci sarebbe partita. Tra 10 milioni oggi e poi (forse) 25 (Inter) e 35+bonus subito (Roma), anzi 41 sull’unghia (Barcellona), voi cosa scegliereste? Ecco perché mi auspico (come sembra da radiomercato) che ci siano degli importanti sviluppi nei prossimi giorni. Per evitare brutte sorprese e inserire i pezzi mancanti al puzzle meneghino.

Per me mancano ancora quattro elementi. Terzino e ala destra, centrocampista e Rafinha. Sinceramente poi non so se tali desiderata potranno essere esauriti, soprattutto perché comunque anche le cessioni saranno determinanti. Non sono io il Direttore Sportivo dell’Inter, ma niente mi vieta di esplicitare il mio pensiero. Al quale aggiungo che i nerazzurri devono provare a partire fortissimi in campionato. È vero che l’inizio può essere un’incognita, ma è altrettanto vero che se la banda di Spalletti dovesse fare il suo si potrebbe davvero partire alla grande. Anzi alla stragrande.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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