Non abbiamo ancora metabolizzato la cessione di Marcelo Brozovic, senza sapere se ci riusciremo mai, che dobbbiamo già prepararci a salutare André Onana. Probabilmente in queste ore o nelle prossime da Manchester arriverà l'offerta ufficiale giusta per ottenere il sì dell'Inter, si spera intorno ai 55 milioni bonus compresi. Che con noi anche i più ricchi hanno problemi di stitichezzza quando c'è da pagare... Tutto nero dunque? Leccandoci le ferite (tecnicamente, tatticamente ma soprattutto caratterialmente due perdite enormi per la squadra), potremmo renderci conto che tra un addio e l'altro i nostri dirigenti stanno anche accogliendo nuovi giocatori, abbassando notevolmente i costi, l'età media ma non le ambizioni. Davide Frattesi è un esempio lampante: giovane, con personalità, bravo tatticamente e tecnicamente, con ampi margini di crescita e (ahinoi) rivendibile in futuro con inevitabile plusvalenza. Abbattere i costi non si traduce necessariamente nel ridimensionamento, se sai come muoverti sul mercato. Perché, per esempio, Marcus Thuram, Yann Bisseck e, verosimilmente, Anatolij Trubin sono giovani già con esperienza internazionale e, in linea di massima, sono anche bravi con il pallone tra i piedi o tra le mani. 

Certo, sarebbe stato bello aggiungere piuttosto che sostituire, considerando anche chi ha salutato a parametro zero (Milan Skriniar ed Edin Dzeko in particolare), ma le ferree restrizioni del Financial Fair Play impediscono ogni volo pindarico. E la stagione entrante è esattamente la prima sotto settlement agreement. Due parole che invitano al terrore i tifosi interisti e non solo, già in passato vittime di queste ganasce che per anni hanno impedito alla propria squadra di essere competitiva. E, se possibile, il nuovo FFP è persino più stringente, come ha spiegato alla Gazzetta dello Sport Andrea Traverso, colui che può considerarsi a ragione l'inventore della nuova versione: "Non tutti l’hanno capito, ma il nuovo regolamento è molto più rigoroso. Con attenzione particolare a debiti e costi. Non concede più scappatoie, ha controlli più attuali su debiti, deficit, spese, plusvalenze, prestiti, ammortamenti e, presto, forse, introdurrà un limite assoluto alle spese [...] Le italiane sono quelle che devono stare più attente, ma quest’anno c’è stata una presa di coscienza. Lo scudetto l’ha vinto il Napoli dalla gestione esemplare. Alcune (Milan, ndr) hanno intrapreso con ottimi risultati un cammino virtuoso. Altre (Juve e Inter, ndr) sono un po’ in ritardo, ma hanno cominciato il risanamento controllando i costi. La Roma ha detto che forse sforerà alcuni parametri del settlement e pagherà una multa invece di vendere. I controlli saranno a ottobre [...] Il deficit non può superare i 60 milioni. Le spese per stipendi, agenti e mercato non possono andare oltre il 70% del fatturato (un salary cap globale, ndr). Si arriverà a regime per gradi: 90% nel ‘23, 80% nel ‘24 e 70% nel ‘25. I debiti si pagano in 90 giorni. In più, se il capitale diventa negativo, va recuperato del 10% all’anno. I settlement di Milan, Juve, Inter e Roma riguardano solo il deficit: se non fossero in regola con debiti o costi, sarebbero sottoposti a nuova procedura".

Tutto chiaro? Più o meno, servono anche certe competenze per andare a fondo della questione e senza dubbio in Viale della Liberazione non sono degli sprovveduti, anzi. Sanno benissimo che certi sacrifici sono necessari per rimanere entro i paletti cercando di mantenere alto il livello di competitività. Piaccia o non piaccia, questa è l'unica strada percorribile, perché se anche oggi stesso la proprietà cambiasse gli accordi con la UEFA rimarrebbero. Perché l'Inter ha ceduto proprio Brozovic e (quasi) Onana? In primis, per le classiche opportunità di mercato: sono arrivate offerte e si tratta di due giocatori che a bilancio pesavano pochissimo, praticamente plusvalenze pure. Non c'è intenzione in questo caso di entrare in questioni meramente calcistiche, altrimenti nessuno sano di mente si sarebbe privato di due calciatori come loro. Ma portanto a casa circa 70 milioni puliti puliti, il target richiesto sarebbe raggiunto e, considerando anche il deficit di partenza e i possibili ricavi della nuova stagione tra main sponsor, botteghino e traguardi sportivi, ecco che l'Inter, con legittimo ottimismo, potrebbe anche essere al sicuro nella stagione 2024/25. In altre parole, ci si porterebbe avanti con il lavoro con un paio di sacrifici nell'immediato e, meglio dirlo sotto voce, potrebbero non esserne necessari altri in futuro a meno di scelte tecniche finalizzare al player trading. Per chi volesse saperne di più, c'è un procione siu Twitter che ha una risposta per ogni domanda.

Legittimo, eccome, essere rammaricati per due cessioni pesanti, ma se l'alternativa erano Lautaro Martinez o Nicolò Barella, allora è meglio accettare questa realtà piuttosto che l'altra. Cedere per reinvestire il ricavato sarà un mantra anche per i prossimi anni, a meno di non arrivare a un sistema di ricavi talmente redditizio da permettere che il 70% del fatturato utilizzabile sul costo della squadra sia una cifra spropositata. E la società sta lavorando anche in tal senso, pur tra evidenti difficoltà. C'è luce in fondo al tunnel, poi chiaramente bisogna incrociare le dita sperando che Simone Inzaghi continui a svolgere bene il proprio compito traendo il massimo dai giocatori a disposizione. Perché anche se in un mondo perfetto non dovrebbe essere così, il futuro finanziario del club dipende ancora dai risultati sportivi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 luglio 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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