Adesso si provi a dire che non esiste un problema di preparazione. Oramai non passa partita, sia essa di campionato sia delle Nazionali, che non veda un nerazzurro infortunato. L'elenco è impressionante: Cambiasso, Mariga, Stankovic, Thiago Motta, Milito, Obi, Julio Cesar, Samuel e ieri Chivu con la Romania. Praticamente un'intera squadra e gli infortuni riguardano quasi tutti il bicipite, il quadricipite o l'adduttore. Lungi da noi voler puntare il dito contro qualcuno in particolare, ma quando una squadra è tartassata in tal modo dai guai fisici, a distanza così ravvicinata e tutti così simili, vuol dire che qualcosa di sbagliato c'è. E lo ha ammesso anche il presidente Moratti qualche tempo fa ammettendo "Qualcuno dovrà fare marcia indietro". Probabilmente un tipo di preparazione cui i giocatori non sono abituati, magari che prevede un carico di lavoro molto duro ad inizio stagione per raccogliere i frutti a campionato inoltrato, ma che dopo una stagione così impegnativa come la precedente e dopo i Mondiali estivi, hanno pesato più del previsto sulle gambe dei calciatori.

Il peso della preparazione si vede anche sul gioco della squadra: a tratti stanco, lento, macchinoso, imballato come in genere si vede ad agosto ad inizio preparazione. Peccato che ora siamo a novembre quando le altre squadre corrono il doppio. Bisogna correre ai ripari, ripensare la strategia messa in atto. Chi accusa Benitez per gli scarsi risultati raggiunti finora ha ragione solo a metà: se la squadra non rende come dovrebbe, se i giocatori non riescono ad attuare sul campo le idee del tecnico, non vuol dire necessariamente chre queste siano sbagliate ma magari solo che gli infortuni e le assenze di cui sopra pesino sull'equilibrio di squadra. Prima di valutare l'idea di un avvicendamento, come viene palesato da più parti, aspettiamo di vedere quanto può rendere questo gruppo al pieno della condizione fisica. Ma per farlo naturalmente bisogna cambiare qualcosa nel ritmo degli allenamenti e qui la palla passa a Benitez e al suo staff. Probabilmente è a questo che Moratti pensava quando ha detto che per ora la fiducia in Benitez non cambia: il summit sarà probabilmente servito per fare il punto della situazione, individuare le cause e magari parlare anche del mercato di riparazione. Se nelle prossime gare, a questo punto già decisive, la situazione non muterà, allora si potrà cominciare a pensare seriamente a una sterzata non solo drastica ma che a quel punto potrebbe essere necessaria...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 novembre 2010 alle 13:07
Autore: Domenico Fabbricini
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