Al fischio finale di Inter-Cagliari, deludente quinto pareggio nelle ultime sette gare di campionato, sembrava che il dolce sogno nerazzurro di poter lottare sino alla fine per lo scudetto, fosse stato solo un grande abbaglio e che, anzi, fossimo di fronte al solito ridimensionamento post vacanze natalizie. Poi sono arrivate due buone notizie: il pareggio della Lazio nel derby e soprattutto la sconfitta della Juventus a Napoli. Da -4 la Beneamata si trova a -3 dalla vetta.

Il sorriso è tornato definitivamente sui volti di chi ha l'Inter nel cuore lunedì scorso, quando il club di Viale della Liberazione ha ufficializzato l'acquisto di Christian Eriksen, vera bomba di una sessione di mercato invernale. Oltre al campione danese, nella finestra di mercato terminata ieri alle 20, sono arrivati alla Pinetina Ashley Young e Moses. Il primo ha già disputato, con profitto, due gare, quella con il Cagliari e quella, vinta, con la Fiorentina che ha regalato ai nerazzurri la possibilità di disputare una semifinale di Coppa Italia. Moses, uno dei protagonisti del Chelsea di Antonio Conte vincitore della Premier League nel 2018, ha assaggiato per qualche minuto il prato di San Siro nel finale della sfida con la Viola.

Non è arrivato, come Conte desiderava, il vice Lukaku, Olivier Giroud sembrava il prifilo ideale per dare la lode al mercato invernale dell'Inter, ma il Chelsea non ho la venduto. Nemmeno alla Lazio che, negli ultimi giorni, aveva raggiunto l'accordo con il giocatore e il direttore sportivo dei biancocelesti, Igli Tare, ieri si era addirittura recato a Londra per mettere nero su bianco alla trattativa.

L'Inter rimane quindi con quattro attaccanti di ruolo. In verità, vicino alla punta potrebbe giocare anche Eriksen, il campione danese l'ha già fatto al Tottenham, anche se Conte al termine di Inter-Fiorentina non ha mostrato alcun entusiasmo per l'ipotesi. Strategia del tecnico per indurre la dirigenza allo sforzo finale? Probabile.

Detto questo, l'Inter che si appresta a disputare la parte di stagione post mercato, è più forte. Anzi, molto più forte. Christian Eriksen è l'uomo della svolta. Classe, carisma, qualità, capacità di rendere semplici giocate che per altri interpreti sembrano montagne da scalare. Conte avrebbe preferito il pupillo Artuto Vidal, l'assaltatore di cui conosce ogni cosa? Non è un mistero questo, ma ricordiamo anche come il tecnico nerazzurro, ai tempi della sua prima Juventus come allenatore, fosse contrario all'acquisto di un certo Andrea Pirlo che non sarebbe stato funzionale all'idea originaria di un 4-2-4. Pirlo ultrantentenne, scaricato dal Milan di Allegri, si trasferì invece in bianconero e sappiamo tutti come è andata.

Conte si è adeguto cambiando modulo e la Juventus, con l'ex interista a guidare le operazioni a centrocampo, ha vinto ben 5 scudetti consecutivi. L'ultimo tricolore all'eta di 36 anni, proprio sotto la gestione di Allegri che lo aveva allontantanto ai tempi del Milan.

I grandi allenatori sono tali quando, pur avendo una idea di base, sono capaci di modificarla in corsa potendo disporre di talenti indiscussi. Eriksen ha già assaggiato San Siro vestendo la maglia nerazzurra in parte del secondo tempo della gara vinta con la Fiorentina. Testa alta, passaggi di prima, leadership naturale. I tifosi dell'Inter hanno capito subito che nella Milano che conta sia arrivato un giocatore in grado di scrivere pagine importanti per la storia nerazzurra. E Christian Eriksen ha “solo” 27 anni, l'età perfetta per garantire freschezza e integrità fisica oltre alla classe che madre natura ha regalato.

Completano il quadro Ashley Young e Victor Moses. Due che sanno come far cantare le corsie esterne, zone di campo fondamentali per il 3-5-2 preferito da Conte. Trentaquattro anni il primo, 29 il secondo. Tanta esperienza e provenienza dalla Premier League dove militavano in squadre come Manchester United e Chelsea. Roba forte insomma. E tutto questo si è realizzato nel mercato invernale che, storicamente, non ha quasi mai fatto sognare.

L'Inter ha invece raggiunto obiettivi importanti e il pari interno con il Cagliari sembra ormai preistoria. Domani sera a Udine, con una semifinale di Coppa Italia conquistata, inizia un altro campionato. La vetta è poco distante, a soli tre punti. Allacciamo le cinture e prepariamoci al decollo per un secondo, affascinante, viaggio verso la meta.

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 01 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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