Checché se ne dica, o venga insinuato, oggi avremmo preferito commentare la partita tra Inter e Sassuolo, come da programma. Avremmo sperato di assistere a una bella prestazione dei nerazzurri, all'esordio più che soddisfacente di Ionut Radu e alla prova coriacea di Ranocchia al centro della difesa. E a una vittoria per altri 3 punti verso lo scudetto.

Non è stato invece possibile, perché il rischio, ad oggi scongiurato, di un focolaio ad Appiano Gentile ha consigliato l'Ats a bloccare ogni tipo di attività dell'Inter, campionato compreso. Nel pieno rispetto del protocollo firmato da tutti i club di Serie A all'epoca, che assegnava ad un ente superiore la facoltà di avere l'ultima parola.

Perché dunque ci si sorprende del rinvio di questa partita? Perché si grida allo scandalo, sostenendo che sia un mero vantaggio concesso ai nerazzurri in quanto dispensati da un impegno ufficiale e dalle convocazioni alle Nazionali? Inutile nascondere che in questa stagione diverse squadre hanno dovuto giocare pur contando dei calciatori positivi posti in isolamento. Assenze che in un modo o nell'altro hanno avuto il loro peso. Anche l'Inter ha disputato il derby senza 6 giocatori e lo ha perso, ma non ha mai messo in dubbio la regolarità del campionato. Ha accettato il protocollo, nonostante nel turno precedente il Napoli non abbia giocato a Torino per la medesima motivazione.

Cosa cambia rispetto a situazioni analoghe? Semplice, basterebbe usare il cervello invece che farselo annebbiare dal tifo. In casa Inter, al momento della decisione dell'Ats, c'era il legittimo rischio di nuovi casi di positività, come detto finora per fortuna scongiurati. Sarebbe stato folle far disputare la gara contro il Sassuolo, mettendo in pericolo anche gli avversari. I tempi tecnici per avere garanzie sul resto della rosa non c'erano, da qui l'isolamento di tutto il gruppo. Cosa c'è di strano? Perché questo metterebbe a rischio la regolarità di un campionato in cui c'è una partita della terza giornata del girone d'andata che ancora deve disputarsi?

Quando Napoli e Juventus si sono messe d'accordo per scegliere la data del recupero, in base ai propri comodi, nessuno ha gridato allo scandalo. Invece se l'Inter subisce una decisione di un ente superiore alla Lega Serie A, senza avere voce in capitolo, qualche scervellato etichetta come falsato questo campionato (Conte avrebbe preferito affrontare ieri il Sassuolo, stanco dal recupero contro il Torino, invece che infilarlo tra due impegni).

La sensazione è che faccia comodo ad altri campanili autoconvincersi dell'irregolarità di un torneo che l'Inter sta meritatamente guidando. E la scusa dell'assenza di coppe, dopo la magra figura delle italiane in Europa, ormai non regge più. Si sapeva sin dall'inizio che sarebbe stata una stagione particolare, complicata, che avrebbe prestato il fianco a ogni tipo di intoppo in un contesto sociale ancora pericolante a causa del virus. Ma particolare e falsato sono due aggettivi ben diversi, quindi nessuno provi a tirare acqua al proprio mulino.

Chi vincerà lo scudetto lo avrà fatto nel giusto, perché il virus è democratico, non colpisce in base alle maglie. Rispetto a certi campionati del passato, decisi a tavolino dalla volontà umana, questo è persino più regolare. E chi non lo accetta, meglio che se ne faccia una ragione.

Ci sarebbe molto da dire anche su chi da mesi pone l'Inter sull'orlo del fallimento, destinata a cambiare proprietà, impossibilitata a pagare stipendi e rate per calciatori acquistati. Un gioco al massacro di pessimo gusto, perché sguazzante nel silenzio proveniente dalla Cina dove evidentemente non ritenevano necessario un upgrade del comunicato che smentiva la volontà di cedere il club. Ora che gli stipendi, come da accordi con i giocatori e lo staff, stanno per essere versati e le rate, come da accordi con i club in questione, stanno per essere pagate, chi l'ha fatta fuori dal vaso è in piena retromarcia. Senza vergogna. Guai a pensare al fatto che le difficoltà finanziarie di Suning fossero le stesse meno pubblicizzate di altri club, anche grandi. No, più facile sparare addosso, meglio al buio, nella speranza di colpire qualcosa affidandosi a sensazioni più che a notizie confermate. E cambiare poi traccia come se nulla fosse.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 marzo 2021 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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