Lo sguardo dritto e attento nel futuro, inteso come talenti del futuro. Anche per cercare di dimenticare le tremende difficoltà del presente e soprattutto sorvolando sui fronti di battaglia che continuano ad aprirsi sulla questione ripresa o non ripresa dei campionati italiani, specie dopo le dichiarazioni un po’ infelici dell’epidemiologo Giovanni Rezza che esprimendo quello che era un semplice parere personale, precisando che “potrebbe essere condiviso dal comitato tecnico-scientifico”, sulla non opportunità di ricominciare a giocare, ha di fatto scatenato l’ennesimo pandemonio all’interno del sistema pallone mandando su tutte le furie il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina che tanto si sta adoperando, mediaticamente e non solo, per cercare di trovare uno spiraglio affinché i club possano essere beneficiari di una minima deroga alla chiusura che si protrarrà fino al prossimo 3 maggio, senza che però si abbia ancora un’idea su come strutturare le basi della ripartenza. Se ne riparlerà oggi, in un incontro che si preannuncia alquanto concitato.

Mentre anche il presidente della Fifa Gianni Infantino si espone a favore della prudenza sul tema, come detto, si comincia a guardare con attenzione al futuro, inteso come futuro a lungo termine. Soprattutto in casa Inter, dove gli scout non hanno mai interrotto il loro lavoro, sfruttando anche l’arma del cosiddetto smart working per individuare nuovi giovani virgulti pronti eventualmente a tornare utili alla causa del club nerazzurro. Solo nella giornata di ieri, sono emersi ben tre nomi: quello dell’attaccante argentino Agustín Urzi, classe 2000 attualmente in forza al Banfield, la squadra dalla quale i nerazzurri, nel lontano 1995, prelevarono un giovane praticamente sconosciuto, arrivato in Italia dietro le grandi ali, rivelatesi poi tarpate, dell’avioncito Sebastian Rambert, leggenda vuole solo con un sacchetto con dentro delle scarpe da calcio, un giovanotto che di nome faceva Javier Zanetti. Interesse rivelato proprio dal diretto interessato che però pare sognare maggiormente la Premier League. Altro prospetto sul quale ha messo gli occhi l’Inter è Sontje Hansen, altro offensivo, di proprietà dell’Ajax, miglior marcatore dell’ultimo Mondiale Under 17 disputato in Brasile. Semplici voci, interesse destinato magari a svanire oppure a tramutarsi in mosse concrete, questo è ancora da vedere.

Dove invece l’Inter pare aver mosso passi decisi al punto da aspettare solo la fine dell’emergenza Covid-19 per mettere tutto nero su bianco è in Bulgaria, dove i nerazzurri sono stati abili ad anticipare tutta la concorrenza anche di pregio mettendo le mani su Nikola Iliev, destinato a diventare il nuovo pezzo pregiato del settore giovanile interista. Trattasi di un ragazzo del 2004, centrocampista offensivo del Botev Plovdiv, del quale in patria si narrano già grandi cose, al punto da stuzzicare l’interesse di Ajax, Psg, Manchester United e Cska Mosca. L’Inter, però, pare aver anticipato tutti nello sprint, come affermato in due circostanze anche dal suo agente Kaloyan Ivanov, che aspetta soltanto l’arrivo in patria di Piero Ausilio per definire il tutto. Definito il talento più puro del suo Paese dal suo procuratore, che ovviamente ci tiene a fare tutta la migliore pubblicità possibile Iliev ha detto sì all’Inter perché il suo progetto è stato ritenuto il migliore per la sua crescita, altra medaglia al valore per il lavoro di Roberto Samaden.

La storia recente dell’Inter è piena di tanti talenti transitati nel proprio vivaio: e se magari parecchi sono passati senza lasciare tracce evidenti, sfociando a volte nell’universo delle meteore, alcuni di loro hanno anche avuto le loro soddisfazioni e ora si producono più o meno bene anche tra i professionisti. Tra questi rientra anche un giovane difensore, che però in questo momento sta vivendo una situazione decisamente caotica: venti burrascosi di crisi spirano sullo Standard Liegi e a pagarne le conseguenze, tra gli altri, è Zinho Vanheusden, il difensore centrale che nella compagine belga è cresciuto ma nella quale è tornato dopo alcuni anni proprio nell’Inter. Alla base del trasferimento a titolo definitivo del giocatore avvenuto l’anno scorso, c’è un accordo sulla fiducia tra i due club per un riacquisto da parte dell’Inter nell’estate del 2021. Ma nel frattempo, arrivano l’emergenza sanitaria, lo stop al campionato in Belgio, e soprattutto arriva la notizia della mancata concessione della licenza per il campionato e soprattutto del congelamento degli stipendi da parte dei Rouches, con Vanheusden che però non è stato alle condizioni del club col risultato di ritrovarsi senza l’ingaggio di marzo accreditato sul proprio conto corrente.

Stato di disoccupazione tecnica, lo ha definito l’agente del giocatore Stijn Francis: decisamente uno stato di precarietà davvero pesante, per un ragazzo che nonostante gli appena 21 anni ne ha già viste e vissute parecchie negli ultimi tempi. Visto come uno dei giocatori di maggior talento avuti dalla cantera nerazzurra negli ultimi anni, con tanti addetti ai lavori pronti a pronosticare per lui un futuro radioso anche in ottica prima squadra, Vanheusden sembra bene avviato verso la strada giusta con la Primavera di Stefano Vecchi della quale è un punto fermo. Poi, il crociato maledetto che salta nella sfida di Youth League contro la Dinamo Kiev, l’operazione, un’intera stagione praticamente andata in fumo. L’Inter accorda il prestito allo Standard Liegi anche per permettergli di finire il lavoro di riabilitazione che ha iniziato in patria, con la maglia del club biancorosso riesce a rilanciarsi, disputa anche belle partite; poi arriva un nuovo stop, un nuovo intervento, il rientro a settembre, tutto che sembra mettersi per il meglio al punto che anche il ct della Nazionale Roberto Martinez inizia a pensare a lui in ottica ricambi per il futuro, questa nuova legnata.

Quali sono, ora, le prospettive di Zinho Vanheusden da Hasselt? Facile pensare che, vista la situazione davvero pesante, all’Inter venga fortemente caldeggiato l’anticipo del rientro alla base del giocatore. Anche perché in casa Standard l’eventuale arrivo dei soldi per il riacquisto sarebbe ossigeno puro per le proprie casse.  Ma se alla fine così dovesse succedere, con quali prospettive? Il presente di Zinho per ora è rappresentato dal lavoro anche per rinforzare il ginocchio operato, ma il futuro? Ancora con le valigie in mano, in cerca di una nuova collocazione dove poter continuare il suo apprendistato? E perché non puntare a ripercorrere il cammino di Alessandro Bastoni, arrivato quasi in punta di piedi dopo l’annata al Parma e diventato in maniera inusitata uno degli elementi di maggiore affidamento per Antonio Conte, al punto da mettere in forse la posizione, che ad inizio stagione sembrava ben salda, di Diego Godin?

Radiomercato vorrebbe l’Inter fortemente interessata a compiere una nuova operazione sulla falsariga di quella che ha portato in Italia il Faraon provando a portare in Italia l’esperto difensore Jan Vertonghen, tra l’altro belga come Vanheusden, a parametro zero. Chissà, magari per Zinho potrebbe essere alquanto stimolante provare a mettersi in competizione col più navigato connazionale, nel tentativo magari di mettere una pulce nell’orecchio di dirigenti e allenatore, come riuscito all’ex Atalanta. In tanti, in Belgio, vedono in Vanheusden uno dei pilastri futuri dei Rode Duivels leader attuali del calcio mondiale; la consacrazione in nerazzurro potrebbe essere il giusto coronamento anche del lavoro compiuto dal vivaio su di lui, che la maglia della prima squadra ha sempre desiderato. Questo terremoto dello Standard può rappresentare, paradossalmente, la sliding door della sua carriera; sta poi a lui salire sul treno al momento giusto.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 15 aprile 2020 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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