P-S-V. Pareggio, sconfitta o vittoria? Ad Eindhoven non sono ammessi calcoli, l'Inter scende in campo al Philips Stadion senza aver alcuna voglia di firmare a priori un risultato diverso dalla conquista dell'intera posta in palio. Valgono troppo i tre punti a disposizione nella prima trasferta europea della stagione, anche di più quando l'ex nerazzurro Coutinho gela Wembley portando in vantaggio il Barcellona contro il Tottenham nell'altro campo del girone B.

Ma quella è un'altra storia, un mondo parallelo a cui è bene non prestare troppa attenzione. Non è ancora tempo di studiare i vari incroci per provare a capire dove è ammesso un eventuale passo falso, con la quarta forza del lotto serve passare all'incasso per dare seguito alla storica rimonta firmata Icardi-Vecino nell'esordio che ha infiammato San Siro. E allora la tripla è l'unica condizione accettabile perché il successo può anche passare da una situazione di momentaneo svantaggio. La squadra di Luciano Spalletti è vaccinata in tal senso, anche quando l'aria diventa massiccia per via della responsabilità che si porta dietro la favorita. Occorre respirare più forte, pur andando in apnea dopo il solito golazo davanti al quale Handanovic rimane impietrito. Questa volta è Pablo Rosario il carnefice, colui il quale a livello continentale succede temporalmente a Eriksen nel far rivivere ai nerazzurri l'ebbrezza di trovarsi sotto in una partita non certo vissuta in sofferenza. La reazione, come già con gli Spurs, viene ispirata dal ragazzo in maglia numero 9, che per due volte va a tanto così dal pari prima che Radja Nainggolan, a un giro d'orologio dal gong di fine primo tempo, scaraventi in rete di pura rabbia un pallone che vale l'equilibrio.

Che dura giusto fino all'ora di gioco, appena dopo lo spavento che ha il rumore del palo clamoroso colto da Pereiro. Al 60' scocca l'Icardi moment, con Maurito che ha il privilegio di firmare il sorpasso timbrando il cartellino per la seconda volta in altrettante partite giocate sul palcoscenico più prestigioso per club, la Champions League. Mostrando le sue doti innate da animale d'area di rigore dopo aver offerto una prestazione perfettibile ma confortante a livello di miglioramenti sul piano del gioco di squadra. "Quando vuole, sa essere più alto e più grosso di quello che è". dirà poi di lui a fine partita Spalletti.

Due a uno in rimonta rifilato al Psv, passando dal P (pareggio) e fino alla S (sconfitta), l'Inter arriva alla V (vittoria) troppo presto per le sue abitudini. Buttando un occhio al cronometro rimangono ancora 30 minuti per far passare la nottata lasciando intatto il punteggio. Non si accontenta la Beneamata, anzi: cerca di arrotondare con il capitano che non riesce ad angolare il suo colpo di testa dopo essersi smarcato meravigliosamente davanti a Zoet. Al gol sbagliato, però, questa volta non corrisponde il gol subito: Handanovic nega l'applicazione della vecchia regola del gioco e prodigiosamente cancella il 2-2 già fatto di Malen che aveva mirato l'angolino basso con una rovesciata acrobatica.

Niente da fare, giù il bandone, Handa trova finalmente le contromisure di fronte all'ennesima giocata da applausi che in altri momenti sarebbe finita alle sue spalle. La notte è ancora stellata per l'Inter che in 180 minuti ha ribaltato lo schema delle fasce Uefa basate sul ranking: ora è a + 6 dal Tottenham e a braccetto con il Barcellona in testa alla classifica del raggruppamento, il modo migliore per giocarsi il primo posto contro Messi e compagni nel doppio confronto in programma il 24 ottobre e il 6 novembre (prima Camp Nou e poi San Siro). L'obiettivo primario resta la qualificazione, certo, anche se la tentazione di cavalcare di nuovi i sogni di gloria è alta. Come la vetta della classifica di un girone di Champions a sei anni dall'esilio continentale. 

VIDEO - NINJA-ICARDI, TRAMONTANA NON STA PIÙ... NELLA POSTAZIONE!

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 ottobre 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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