Condivido fin da subito un pensiero espresso anche sui social. Nella settimana in cui la Juventus ufficializza l’addio a Dybala e si scoprono le visite mediche di Kessie col Barcellona, l’Inter annuncia il tanto agognato rinnovo di Brozovic. Non so se sia una strategia mirata o un caso, anche se difficilmente nel mondo del calcio professionistico si può credere al 100% alle coincidenze, ma intanto il dato di fatto è che Epic Brozo, come scritto e ripetuto da mesi, rimarrà a Milano. Non penso serva sottolineare più di tanto l’importanza del prolungamento del croato, anche perché senza di lui si è già visto che i nerazzurri fatichino, eccome. Quindi complimenti a Marotta per aver trovato la quadra della situazione (anche se Marcelo davvero voleva restare, quindi non credo sia stato impossibile) e un plauso per l’aver dato continuità al progetto con la permanenza di un giocatore fondamentale della squadra.

Siccome però i giornalisti non si accontentano mai, o forse semplicemente guardano più in là a quel che sarà, credo sia impellente, per quanto riguarda la prossima stagione, l’approdo ad Appiano Gentile di un calciatore che all’evenienza possa sostituire il croato. Senza fare nomi e cognomi, qualcuno però che possa far girare la squadra all’occorrenza (visti i problemi enormi palesati dall’Inter quest’anno contro Sassuolo, Torino e Fiorentina). Attenzione: non è poi che senza Brozovic non puoi giocare a calcio, ma o cambi il tipo di gioco (e qui mando eventualmente un consiglio a Simone Inzaghi) o visto che l’Inter è un club di livello mondiale è doveroso che ci sia in rosa un ricambio, vero e non adattato, per ogni tipo di evenienza.

Ma non è finita qui: qualsiasi tifoso avrà apprezzato tantissimo le parole di Skriniar (altro da blindare assolutamente), mentre forse un po’ meno (come è ovvio che sia) quelle di scoramento pronunciate dopo gli ultimi risultati in campionato. È vero che l’Inter è un’ottima squadra, altrimenti non avrebbe raggiunto traguardi prestigiosi in Italia e in Europa, ma è altrettanto vero a mio avviso che, come spiegato anche da D’Ambrosio pubblicamente, mancando serenità e spensieratezza, i risultati possano non arrivare. Il problema però è a monte. Questa convinzione generale (anche tra gli addetti ai lavori) che i nerazzurri siano i più forti della A, forse ha portato una inconscia rilassatezza, o comunque ha spronato i rivali a dare sempre più del massimo.

Guardate il Milan. Pioli, dopo il 2-2 di Salerno, aveva dichiarato che nessuno di quelli che lavora nel mondo del calcio (rossoneri esclusi) credessero nello Scudetto del Diavolo. Forse era vero. Oggi però, calendario alla mano, non è più così. Si deve essere onesti: l’orgoglio della squadra di Pioli è apprezzabile e sta dando grandissimi frutti. Quindi oltre ad una campagna trasferimenti economicamente importante (non so perché nessuno lo dica, ma il Milan nell’ultimo mercato ha investito un bel po’ di soldini) la fame di vittoria e la cattiveria agonistica sono evidenti e ammirevoli.

Qualità che ultimamente stanno mancando all’Inter, per una squadra che forse si è imborghesita. Certo, sicuramente le energie fisiche e mentali devono essere inserite in un contesto più ampio, ma l’essere superiore ai propri avversari è un qualcosa che si deve dimostrare sul verde, non con le parole, partita dopo partita. Altrimenti a fine anno, nonostante un’opinione assai diffusa (e probabilmente veritiera), a festeggiare non saranno i nerazzurri. Ma i rivali cittadini (o qualcun altro). Un vero peccato per chi ancora oggi ha lo Scudetto cucito sul petto.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 marzo 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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