Eccoci ancora qui, sembra tutto uguale. Anche se la speranza, almeno per quanto mi riguarda, è che l'epilogo sia differente. Roberto Mancini punta nuovamente Yaya Touré, a lungo inseguito durante l'estate di un anno fa. Non è cambiato molto a distanza di dodici mesi.

A tal proposito, in questo periodo molti si chiedono della bontà di questa eventuale operazione, nutrendo dei seri dubbi, prettamente fisici, nei confronti di un giocatore che, carta d'identità alla mano, ha da poco compiuto 33 anni. Sicuramente non un ragazzino o profilo nel momento migliore della propria carriera, questo è evidente, ma opporsi a un arrivo di questo tipo mi pare a dir poco azzardato.

Soffermarsi e limitarsi solo a quest'ultimo aspetto mi sembra riduttivo, perché ne andrebbero considerati tanti altri prima di sbilanciarsi in modo netto. Dico questo perché la maggior parte del popolo nerazzurro si è schierato contro l'arrivo del classe '83 ivoriano, dimenticando però alcuni punti che giocano a suo favore. In primis il campionato in cui andrebbe a giocare. La Serie A è un torneo differente rispetto a Premier League e Liga, soprattutto dal punto di vista del ritmo.

Il numero 42 dei Citizens certamente non è più il 'mostro' di qualche stagione fa, ma con la velocità e il passo delle squadre italiane a parer mio sarebbe ancora decisivo, eccome. Strapotere fisico, ottima tecnica con meno spazio a disposizione considerando che la maggior parte degli avversari, giocando contro l'Inter (soprattutto al 'Meazza'), tendono a coprirsi e ripartire in contropiede. In questi casi chi meglio di un 'gigante' come l'ex Barcellona?

Tutto ciò senza dimenticare l'aspetto probabilmente più importante che sta portando il Mancio a spingere così tanto per questo acquisto: la personalità, il carattere e l'abitudine a giocare a certi livelli. Proprio una delle lacune più evidenti che hanno frenato la squadra nerazzurra nelle passate stagioni, al pari di quella appena conclusa. In questo senso il 33enne di Bouaké rappresenterebbe l'inserimento perfetto, a maggior ragione se si pensa che con lui crescerebbero anche Geoffrey Kondogbia e Marcelo Brozovic (per quest'ultimo, mercato permettendo).

Questa la mia personalissima e criticabile analisi circa il futuro immediato di Gnegneri, che ovviamente dovrebbe ridursi sensibilmente lo stipendio attualmente percepito all''Etihad Stadium' (circa 13 milioni di euro). Ridursi, e di parecchio. A questo va inoltre aggiunto il Manchester City, che per lasciar partire il proprio leader chiede comunque una somma di almeno 10 milioni di euro, forte del contratto ancora valido fino al giugno 2017 (qui dovrà essere bravo l'agente Dimitri Seluk nel convincere gli Sky blues a liberare il proprio assistito).

Detto di questo piccolo-grande problema, a certe condizioni economiche impossibile opporsi a un arrivo di questo livello. Perché parliamo di uno dei pochi interpreti in circolazione in grado di cambiare il volto di questa Inter. Una squadra che ancora oggi pecca in personalità. Ben venga quindi il forte Yaya, impossibile secondo me dire no.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 maggio 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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