"Non ti curar di loro ma guarda e passa". Mai frase fu più azzeccata nei secoli dei secoli. Ieri come oggi. Ma oggi come ieri ci sta contestualmente meglio. E anche oggi come lo scorso anno, alla Dacia Arena si concretizza un risultato che in casa Inter vale da regalo di Natale anticipato. "Calma, calma" predicherebbe qualcuno all'alba di un match casalingo ancora da giocare. Specie perché contro le sfavorite l'Inter favorita non è mai. E sebbene la classifica del Cagliari oggi non lascia pensare a grandi risultati fuori pronostico in vista della partita di stasera, a parlare in campo non è quasi mai la classifica. Udinese docet. 

Non ti curar di loro ma guarda e passa - ribadiamo - e al netto della gioia del generosissimo punto guadagnato dal Milan sul finale, non è al Milan che i nerazzurri devono guardare ma, con l'auspicio che nessuno degli uomini di Inzaghi legga mai queste righe onde evitare distrazioni e amuleti, un quesito da porsi ci sarebbe e tanto vale farlo: ma le favorite allo scudetto? Le favorite allo scudetto ad ottobre, oggi ad uno schiocco da Natale favorite non sembrano esser più dopo solo qualche scricchiolio che normale sarebbe se nelle puntate precedenti l'esaltazione generale fosse stata meno esasperata. Ma quest'anno come lo scorso i proclami di inarrestabili macchine da guerra macina avversari si sono affievoliti con il passar delle giornate e anche quest'anno come lo scorso qualcuno si ritroverà a dover pronunciare più di uno 'scusa' ai campioni d'Italia (giusto per ribadirlo di tanto in tanto) in carica. Scusa che già oggi dovrebbe essere pronunciato.

Inter allo sfascio, situazione societaria disastrata, dirigenza scriteriata, Conte santo subito per aver abbandonato la nave prima dell'affondo, l'insostituibile Hakimi, senza Lukaku parti già con un gol subito e chi ne ha più ne metta. Il tutto già a fine agosto a sole due giornate dal fischio d'inizio di una stagione che per la Beneamata era già stata etichettata come fallimentare e disastrosa. Eppure al 12 dicembre la squadra di Simone Inzaghi gode di un secondo posto in classifica con 37 punti, a +1 dal Napoli e -2 dal Milan, che vanta una partita in più, e un passaggio agli ottavi di Champions arrivato con un turno in anticipo e che, nell'attesa di scoprire il prossimo eurorivale, ha già portato a casa 5,7 mln che fanno bene alle casse. Niente di serio insomma per chi soli due mesi fa ne aveva già organizzato la marcia funebre e oggi è alla disperata ricerca di un espediente per poter ritrattare il trionfo preannunciato delle 'favorite'.

Discorso al quale poco si interessano Inzaghi e adepti che senza alcuna didascalia né nota a piè di pagina hanno guardato e passato senza curarsi particolarmente di risultati altrui e funerali. Partita dopo partita, pedalando ma con tanto di testa alta, l'Inter è andata avanti facendo delle critiche un punto di forza del quale servirsi per trovare compattezza e carica dinnanzi alle avversità che il campo poneva. Tanto ancora da fare, in crescita, gioco e in stagione, lo sa bene il silente Inzaghi, che ieri non si è presentato in conferenza stampa. Dopo l'all-in di interviste tra pre e post Champions da dire c'è ben poco, se non sul campo, dove ancora una volta ci sarà da guardare, ignorare e passare con tanto di ghigno consapevole che quest'anno come lo scorso "non ti curar di loro ma guarda e passa" è e resterà sempre la filosofia e la strategia migliore.
Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 dicembre 2021 alle 00:00
Autore: Egle Patanè
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