Dal sogno all’incubo. E’ la sintesi di un viaggio onirico devastante in cui Freddy Krueger in persona non avrebbe potuto scegliere un finale più crudele. Proprio quando l’Inter si avviava dirompente verso il derby di fronte ad un Milan malato che perdeva punti di qua e di là, e i tifosi vivevano con innegabile ottimismo anche l’attesa del doppio confronto dei quarti di Champions League contro l’umile Schalke, il ‘mostro’ di Nightmare decide di frantumare le fantasie nerazzurre, irrompendo nelle due notti macabre di San Siro che l’hanno visto incarnarsi dapprima nelle sembianze dei cugini rossoneri, subito dopo, imprevedibilmente, in quelle dell’undici tedesco.

E’ un horror che inizia già nel primo tempo, dopo neanche un minuto, con la rete a freddo (e irregolare) di Pato, e che sembra consumarsi lungo l’arco di tutta la partita. I nerazzurri vengono intorpiditi dal Milan, ma hanno la possibilità di riscattarsi subito in Champions. ‘L’Inter non avrebbe dato scampo allo Schalke, figurarsi dopo uno 0-3 nel derby’, erano i pronostici della vigilia dell’andata dei quarti di finale. E invece no. La squadra di Leonardo viene fatta a pezzi anche da quei giocatori che ora in patria vengono celebrati come ‘I giganti d’Europa’, ‘Gli eroi che hanno umiliato i campioni del mondo’. 

Campioni d’Italia, d’Europa e del mondo. E’ vero, lo siamo stati e lo saremo, molto probabilmente, ancora per poco. A causa delle due ultime brucianti sconfitte, si parla infatti già della fine di un ciclo. Ma è così semplice passare dai sogni agli incubi? Davvero nel giro di una settimana dobbiamo abbandonare tutte le speranze idilliache - di scudetto, di Champions, di triplete bis ecc. -che ci hanno accompagnato in tre mesi d’esaltazione nei quali sembrava che nulla potesse essere precluso a questa squadra? No, l’Inter non può e non deve permettersi un epilogo così amaro. Illudersi potrebbe servire a poco, ma arrendersi ora sarebbe un atteggiamento per nulla in sintonia con la storia nerazzurra. Se vi viene difficile pensare di rimontare i 5 punti al Milan (in realtà 6 per gli scontri diretti), causa condizione psico-fisico-tattica della squadra, risulta allora quasi improponibile l’idea che, in sette giorni, gli stessi uomini che martedì sono sprofondati sotto l’occhio dei propri tifosi possano fare quattro reti in Vestfalia, soprattutto senza subirne alcuna.

Cinque gol presi al Meazza di Milano (dopo essere passati per due volte in vantaggio), insieme alla prestazione imbarazzante in fase difensiva, sono da far gelare il sangue nelle vene a qualunque tifoso. Sensazioni simili devono essere state vissute dagli spagnoli del Deportivo, che nello stesso periodo del 2004 venivano schiantati per 4-1 dal Milan, sempre quarti di finale, stesso terreno da gioco. Il ritorno del 7 aprile vide però un clamoroso ribaltamento di risultato: a La Coruña i padroni di casa erano scesi in campo per lottare e continuare a far sognare i propri tifosi, e il 4-0 che eliminò i rossoneri dalla Champions fu il frutto di una prestazione impeccabile sotto tutti i punti di vista. Allo stadio Riazor in pochi avrebbero creduto ad una simile impresa, eppure era possibile, e difatti arrivò.

Nel gioco dei parallelismi bisogna però sottolineare un fattore fondamentale, ossia che l’Inter, a differenza del Deportivo, dovrà disputare la sfida decisiva in trasferta. I nerazzurri voleranno quindi ancora una volta in Germania, dove hanno già saputo espugnare l’Allianz Arena. Perché non crederci contro lo Schalke, una squadra al decimo posto in Bundesliga e capace di perdere per 5-0 con il Kaserslautern? Sia chiaro, non parlo di un'improbabile rimonta, ma di ritrovare prima di tutto l'orgoglio, l'identità Inter e la forza di dimostrare cosa vuol dire giocare e tifare per questi colori. E perché non continuare a credere che i nostri beniamini, quelli che in un anno sono riusciti a conquistare 5 trofei, possano di nuovo tornare a dire la loro in campionato? C’è almeno un Napoli da scalzare dalla seconda posizione e poi, perché no, una lotta ancora aperta con il Milan. Leo, il presidente, i giocatori, si sono stretti in questi giorni nelle dichiarazioni post-Schalke: non vogliono che le cose finiscano in questo modo, in Champions così come in Italia. Mai come adesso bisogna TIFARE Inter. Allora, nelle ultime sette giornate e nel match di Gelsenkirchen, nessuna paura e coraggio. Erano le due armi che permettevano di sconfiggere Freddy Krueger nel primo episodio della saga cinematografica. Poi si sa, sogni o incubi che siano terminano sempre: l'importante è il sapersi risvegliare con rinnovate energie per tornare quanto prima al successo.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 08 aprile 2011 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri
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