Josè Mourinho come Rocky Balboa, con gli occhi della tigre. Sostenuto da un pubblico tutto dalla sua parte (emblematico lo striscione esposto dalla Curva Nord: “Chapeau Manchester. Siamo sempre una grande squadra, Moratti+Mourinho avanti tutta”), il tecnico portoghese si è guadagnato un’espulsione dal signor Orsato per aver reagito con veemenza a un intervento falloso sul suo figlioccio Davide Santon, che l’arbitro non ha punito con un giustificabile cartellino giallo (dopo aver “graziato” il baby nerazzurro in seguito all’entrataccia su Comotto). E lo ha fatto con uno sguardo di fuoco, felino, a conferma della volontà di difendere fino in fondo i propri giocatori e la sua squadra da un atteggiamento giudicato ostruzionistico. L’ennesima puntata della sua personale crociata contro il sistema, insomma.

Contro la Fiorentina l’Inter si è aggrappata a Ibrahimovic, nulla di nuovo sotto il sole, ma ha anche dimostrato di avere le spalle forti, più di quelle dello svedese più brasiliano di sempre. Reagire alla batosta Champions non sarebbe stato facile a prescindere dall’avversario di turno. Poi, contro una viola vogliosa di riscatto, la salita sarebbe stata ancora più ripida. Eppure alla fine la risposta alla Juve e alle polemiche è arrivata puntuale. Una risposta da grande squadra. Bravi tutti insomma, in campo i giocatori nerazzurri hanno mostrato serenità nonostante la delusione europea. Merito anche di un pubblico che - cosa mai vista negli scorsi anni - ha perdonato l’Inter e le ha mostrato la propria vicinanza, rendendo omaggio al Manchester United attraverso il suddetto striscione. L’ennesima eliminazione dalla coppa, insomma, non è frutto di responsabilità nerazzurre, ma della superiorità dell’avversario.

Avanti tutta, dunque, per concludere con uno scudetto meritato questa stagione ricca di spunti, di emozioni e, ovviamente, di polemiche. La maggior parte delle quali calamitate da Mourinho, uomo amato e odiato in egual misura, e che non lascia di certo indifferenti. La sua espulsione da parte di Orsato ci può stare, ma difficilmente l’allenatore di Setubal se ne dorrà particolarmente. Verrà squalificato, sì, ma alla fine sarà lo scotto da pagare per aver eretto un muro davanti al suo pupillo Santon, il nuovo simbolo dell’Inter, come Ibra lo è ormai da anni. Gli occhi della tigre, rabbiosi e impavidi, rappresentano fino in fondo il personaggio Mourinho, che non ha paura di attaccare un giudice quando questi espone una sentenza reputata ingiusta. Nel bene e nel male, Mourinho farà sempre discutere. Ma i tifosi nerazzurri saranno sempre dalla sua parte.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 marzo 2009 alle 08:12
Autore: Fabio Costantino
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