Più di uno ha detto che Mourinho è sicuramente un grande comunicatore, ma un allenatore normale. Niente di Special, insomma. Lui ascolta senza commentare, prende atto, accetta pur non condividendo. A chi gliel’ha fatto notare in conferenza stampa nel dopo Inter-Cagliari aveva risposto secco “Intanto spero che il comunicatore un giorno quando lascerà l’Italia si porterà dietro un bel po’ di titoli”. Chiambretti scherza spiegando che dopo l’Inter Mou presenterà una trasmissione a Canale 5, ma io sono sicuro di una cosa: se si continua a chiamarlo Special One, se continua a godere della stima e dell’apprezzamento degli addetti ai lavori di tutto il mondo, un motivo ci sarà. Non è la prima volta che sto qui a lodare la perspicacia tattica di Mourinho, e parla uno che come altri pensava di ritrovarsi di fronte un buon allenatore, ma come tanti altri ce ne sono in circolazione; pensavo fosse un personaggio molto abile con le parole ma da valutare sul campo. Ebbene mi sono dovuto ricredere. Come ho già avuto modo di dire da queste colonne, il tecnico nerazzurro è uno che sa leggere le partite come pochi, non ha paura a rivoluzionare la squadra per recuperare il risultato, lo ha già fatto tante volte, a ragione, e lo ha fatto anche stavolta a Parma. Riesce a capire alla perfezione quando è il momento di inserire un determinato calciatore, a Parma non ha avuto paura, sotto di una rete, di mandare in campo il quarto attaccante, naturalmente predisponendo la squadra in una maniera non troppo offensiva, e il nuovo entrato Balotelli ha trovato il gol pochi istanti dopo. Anche fortuna, certo, ma non è la prima volta che Mou ci abitua a queste intuizioni. Bravo poi a togliere Eto’o e rimettere un centrocampista dopo il pari, per riequilibrare la squadra.

Ha commesso un solo errore, come ha ammesso anche lui a fine partita, perdendo l’occasione di “giocare” la partita perfetta: ha tolto Cordoba per inserire Santon quando avrebbe potuto togliere Materazzi, che poco dopo è rimasto infortunato, e lasciare Cordoba centrale in marcatura sul velocissimo Biabiany: un marcatore perfetto vista la velocità che anche il colombiano possiede. Ma lui stesso ha voluto spiegare il motivo di questo cambio: Cordoba sarebbe stato perfetto su Biabiany che ha anche bruciato Materazzi sulla velocità, è vero, ma sotto di un gol ho pensato che la stazza di Materazzi ci avrebbe aiutato a risolvere situazioni aeree su palla inattiva”. Insomma una scelta ragionata anche questa, tutt’altro che casuale.
E gli screzi con Balotelli? A fine partita il tecnico non ne vuol parlare ma rimarca lo stesso concetto di qualche giorno fa: “Balotelli per una lente a contatto persa è rimasto fermo nella sua zona senza tornare a dare una mano ai compagni; Materazzi infortunato si è fatto 50 metri di campo per aiutare la squadra. E’ questa la differenza”.

Un ultimo appunto su Parma-Inter, e riguarda due giocatori. Il primo è Biabiany, l’Inter ne ha dato la metà più tre milioni al Parma per ottenere Mariga, ma il velocissimo attaccante è stato tra i migliori in campo tra i Ducali mettendo in difficoltà da solo la difesa dell’Inter. Fossi tra i dirigenti dell’Inter, a giugno farei di tutto per riportarlo a casa. Il secondo è Jimenez, durante l’era Mancini ho sempre apprezzato il modo di giocare del cileno, che ammiro fin dai tempi della Ternana; tempo fa si è cercato un trequartista, un vice Sneijder, si era parlato anche di Baptista. Senza complicarsi troppo la vita, la soluzione è già in casa. Basta richiamarlo dal prestito…

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 febbraio 2010 alle 00:05
Autore: Domenico Fabbricini
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