In principio era Fabregas. Passando da Modric, Sánchez e infine Osvaldo; per arrivare all'attaccante giallorosso l'Inter opererebbe addirittura una trattativa di scambio con Palacio, l’unica seconda punta nella rosa nerazzurra. Del talento di casa Barça se ne parla invece da maggio, arrivo che avrebbe dovuto accompagnare lo sbarco alla Juve di Higuain… Storie di calciomercato a cui siamo oramai abituati e che ogni anno infiammano le fantasie dei tifosi dando legna ai dibattiti degli addetti ai lavori. Oggi invece sono alimentate anche dalle dichiarazioni un po' furbesche del presidente Moratti, impegnato a rispondere su molteplici fronti.

Il top player? Si può fare, diceva il numero uno interista. Con quali mezzi adesso, si chiede il tifoso perplesso nel vedere un'Inter che ad ogni estate non può fare a meno dei tagli, mentre è costretta a tenere sempre sotto stretta osservazione l’economia di bilancio, e che per di più quest’anno perde i preziosissimi ricavi dell'Europa. Grazie all'imminente entrata in società di Erick Thohir, naturalmente. Il magnate indonesiano sembra stavolta vicinissimo all'acquisto del 75% dell'Inter, dopodiché potremo iniziare a prepararci ai botti. Non da subito in realtà, visto che le operazioni di (ri)costruzione di una grande Inter prenderanno ufficialmente piede soltanto nel 2014. Tra un anno, o magari se tutto si evolve per il meglio già a gennaio.

Stop alle cessioni dei big. È questo il primo diktat che arriva da chi ora vuole restare concentrato su aspetti che riguardano prettamente il nuovo e futuro assetto economico-societario e di definizione dei ruoli dirigenziali. Tanto lavoro per gli avvocati, forse meno estenuante per Branca e Ausilio. I grandi colpi arriveranno, ma non subito. Mentre in Inghilterra lo United si prepara a sborsare 30 milioni di sterline per Fabregas, uno di quelli che puntualmente vengono accostati ai piani dei vertici di Corso Vittorio Emanuele II, l'Inter è costretta a guardare altrove. Per puntellare la rosa servono acquisti intelligenti come i nuovi arrivati Icardi e Belfodil, colpi mirati come Isla, Nainggolan oppure Wellington, e Dragovic solo in caso di addio di Ranocchia. Ve ne parliamo da settimane, questi i nomi caldi che potrebbero scontentare chi si aspetta il fuoriclasse in arrivo dalla Catalogna. Porte aperte anche in uscita, ma Handanovic e Guarín, per intenderci, sono blindati a San Siro.

Il vero top player di questa campagna acquisti potrebbe quindi assumere tratti inaspettati, quelli di un allenatore di San Vincenzo, arrivato a Milano dopo una straordinaria scalata fatta di promozioni, salvezze insperate e Champions sognate e agguantate con la grinta, il lavoro e la tenacia di chi sa che "nulla è impossibile". Walter Mazzarri, paragonato da Marcello Lippi a un "centravanti da 30 gol", si presenta all'Inter con un foglietto di appunti. Non lasciatevi ingannare da chi in verità ha le idee non chiare, di più, come ha saputo dimostrare in una carriera ricca di soddisfazioni raggiunte con una sola identità in campo. Abituati ad alternarsi e a cambiare schieramento tattico ad ogni partita (o negli stessi 90'), i nerazzurri impareranno a memoria il suo credo calcistico. Quel 3-5-1-1, già studiato nei primi allenamenti a Pinzolo, sarà la base. Non soltanto modulo, ma anche le idee, gli schemi e la mentalità del "non mollare mai" perfezionata nel miracolo Napoli.

Finalmente si vedrà un’Inter a immagine e somiglianza del proprio tecnico. O almeno questo è l’obiettivo di chi finora, ovunque ha allenato, non ha mai deluso nessuno. Niente proclami, come piace a lui, ma la consapevolezza di poter ambire a traguardi importanti sin da subito, senza bisogno di firmare per un terzo posto. È chiaro quindi che, dopo un anno infernale, le aspettative sono di nuovo alte. I giocatori sono tornati a sudare agli ordini di un nuovo sergente di ferro. Il nome inizia con la M ma non parliamo certamente di Mourinho. L’Happy One si gode adesso il suo Chelsea ma strizza l’occhio a Moratti per un ricongiungimento fra tre anni. Fantasticheria o promessa vera, il patron non smentisce. A Forte dei Marmi si respira infatti il silenzio che prelude al grande cambiamento, quello dell’avvento di Thohir. Mentre a Pinzolo il cantiere è all’opera. La nuova Inter parte da qui.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 luglio 2013 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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