Cari amici,
il periodo che sta vivendo il nostro calcio è forse il peggiore della sua storia: partendo dalla fuga dei campioni (sempre più attratti da altri campionati europei), arrivando al pessimo livello di marketing e merchandising (rispetto sempre alle nazioni calcisticamente più evolute), passando da un clima sempre più inquinato da inchieste e scandali vari, dobbiamo evidentemente prendere atto che il pallone sta vivendo una crisi mai vista.
Lo stato di salute del calcio in generale è grave e, quello dell’Inter va di pari passo.
Quando Moratti parla di “mercato saggio”, non fa altro che sottolineare una situazione tutt’altro che rosea.
Premetto una cosa: da quello che mi risulta il Presidente è voglioso di fare bene e, sicuramente, farà il massimo di quello che si potrà fare, senza lesinare sforzi economici, anche importanti. Ma la domanda è proprio questa: “quanto si potrà fare?”.
Ricordiamoci che l’ultimo bilancio è stato chiuso con un passivo di circa 86 milioni e che il trand è stato negativo (nel 2009/2010 fu di -69 milioni).
Ovviamente rispetto alla stagione del Triplete sono venuti meno tutti i ricavi sia della vendita dei biglietti che quelli relativi ai “rimborsi” Uefa (almeno una sessantina di milioni in meno) e le ottime plusvalenze inerenti alle cessioni dei calciatori (da 72 a 51 milioni).
Se non ci fossero stati da una parte una sensibile diminuzione degli ingaggi (-44 milioni) e dall’altra un risparmio di circa 50 milioni sotto la voce “costi generali” pensate che deficit avrebbero dovuto registrare durante l’assemblea dei soci!
Chiudiamo riportando quanto sostenuto da alcuni analisti che stimano le prossime perdite di bilancio attorno agli 88 milioni di euro. Del resto, quando una qualsiasi società al mondo investe circa il 90% dei propri guadagni negli ingaggi (stipendi), quando l’Uefa  suggerisce di non superare la soglia del 70%, capite che il risultato non può essere che questo. Ovviamente lo stesso problema esiste anche sull’altra sponda del Naviglio.
Chi è abituato a leggere i miei editoriali sa bene cosa penso del FPF ma, se dovesse ufficialmente partire questo cosiddetto “Codice etico”, nel 2013/2014 verranno accorpate le perdite degli ultimi due bilanci. La tolleranza sarà di 45 milioni fino al 2015/2016 quando passerà a 30 milioni, per poi ridursi drasticamente dalla stagione 2018/2019.
Il rischio è quello di trovarsi in un vicolo cieco in quanto meno si spende e più alte sono le probabilità di abbassare il livello tecnico della squadra. Un problema che andrebbe a ripercuotersi sia sui risultati sportivi che, di conseguenza sugli introiti legati a  tutta una serie di fattori tra i quali anche le eventuali cessioni dei calciatori.
Evito, per ragioni di spazio, di approfondire altre voci tipo il grande capitolo sul merchandising ma, mi preme chiudere sottolineando la difficoltà del momento in relazione al nostro Numero uno.
Ammetto che anche il sottoscritto ogni tanto si fa prendere dalla rabbia nei confronti di chi è riuscito a depauperare un patrimonio di vittorie e di mentalità in così breve tempo ma, quando penso che negli ultimi 16 anni il Presidente ha coperto perdite per circa 1.3 miliardi di euro con almeno 800 milioni del proprio patrimonio e che ha regalato al nostro Popolo la possibilità di CAMMINARE SEMPRE A TESTA ALTA, penso che sia dovere di noi tutti riuscire ad avere un grado di sopportazione un po’ più alto verso chi ha dato così tanto alla nostra causa.
Ribadisco: questo non vuol dire non riconoscere gli errori commessi o, peggio, vivere con due belle fette di salame sugli occhi ma, più semplicemente: Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo..
BoA

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 giugno 2012 alle 00:00
Autore: Andrea Bosio
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