Mazzarri non ama i giocatori giovani, non li fa giocare perché sono ancora acerbi tatticamente, perché difettano di personalità e non riescono a seguire tatticamente tutti i suoi schemi.
Basandosi su questa affermazione in tanti, fra tifosi e addetti ai lavori, hanno potuto criticare e sottolineare la carriera calcistica dell’allenatore di San Vincenzo. La nomea di “ammazzagiovani” ne ha, probabilmente, anche ridimensionato le possibilità di sfondare oltre il confine italico, dando una svolta territoriale alla propria carriera. Analizzando più approfonditamente le scelte tattiche messe in atto da Mazzarri nella sua nuova gestione nerazzurra, ma anche nelle sue avventure a Napoli, alla Sampdoria e alla Reggina, si può scoprire, in realtà, come le apparenze spesso possono andare ben oltre la realtà dei numeri.
Partendo dagli inizi, dalla Reggina, e analizzando l’utilizzo in partite ufficiali da titolare dei giocatori under 25 a disposizione dell’allenatore, si potrà scoprire come tanti giocatori, tra cui tanti mestieranti di questa serie A, hanno goduto di ampio spazio e minutaggio nel rettangolo verde. Da Mesto a Modesto, passando per Colucci e Biondini, Mazzarri ha concesso più di 17 presenze dal primo minuto a questi giocatori che hanno aiutato il tecnico nella miracolosa salvezza dell’anno 2006-2007. Dei giovani lasciati in panchina, in quella gestione, il solo Borriello è poi riuscito a toccare i vertici della serie A ma, in quell’annata, l’esplosione della coppia Bianchi-Amoruso ha frenato drasticamente il suo utilizzo.
Anche ai tempi della Sampdoria nonostante gli alti e bassi conditi dalla qualificazione in Coppa Uefa, Mazzarri aveva avuto l’occasione di affidarsi, anche in ruoli chiave del proprio schieramento tattico a tanti giocatori giovani ai primi anni di vera carriera in serie A. Pazzini e Gastaldello sono i due esempi più lampanti, ma anche Padalino e Sammarco, godettero di grande considerazione da parte del tecnico. In blucerchiato solo Dessena e Marilungo, fra i tanti giocatori che ancora calcano i campi della massima serie non hanno raggiunto le 17 presenze, ma la carriera di entrambi non è mai decollata verso piazze importanti.
In pochi, forse, ricordano che a Napoli, nelle sue straordinarie 4 stagioni si è affidato ad un trio, quello di Hamsik, Cavani e Lavezzi, composto da tre giocatori la cui età non superava, agli esordi, i 23 anni di età. I tre tenori, così sono stati soprannominati, sono esplosi in giovane età sotto la guida di Walter Mazzarri che, proprio grazie alla grande duttilità dei tre talenti, ha potuto incastrare perfettamente la loro posizione nel suo classico 3-5-2. A Napoli, chi ha sofferto veramente la presenza in panchina dell’allenatore di San Vincenzo sono stati due giocatori tatticamente molto atipici come Lorenzo Insigne ed Eduardo Vargas. Se per il talento colombiano le porte del club partenopeo si sono chiuse fin troppo presto data la non adattabilità delle sue caratteristiche al modulo tattico di Mazzarri, quello napoletano, più adatto in un attacco schierato a 3 in fase di possesso difficilmente ha avuto la chance di guidare il suo Napoli dal primo minuto.
E all’Inter? Partendo dal presupposto che nelle ultime partite l’età media dei nerazzurri in campo non superava i 27 anni di età, Mazzarri ha avuto, finora, la possibilità di rendere dei perni indispensabili della propria squadra ben 3 giocatori che non superano i 25 anni di età. Andrea Ranocchia e Ricky Alvarez hanno all’attivo ben 9 presenze da titolari, Juan Jesus, invece arriva a toccare quota 10 diventando, di fatto, il giocatore con più minuti all’attivo in questa stagione di campionato. Lo stesso Taider, che di anni ne ha 21, ha indossato la casacca da titolare in questa stagione per ben 5 occasioni. 5 sono anche le presenze da titolare del discutissimo Mateo Kovacic, frenato oltremodo dagli infortuni in questo inizio di stagione e la cui posizione in campo non riesce a dare le sufficienti garanzie a renderlo un titolare inamovibile di questa formazione.
Walter Mazzarri, in carriera, ha lanciato e rilanciato giocatori di qualsiasi fascia d’età. Come tutti gli allenatori, ovviamente, predilige quei calciatori le cui caratteristiche si sposano al meglio con le caratteristiche richieste, ruolo per ruolo, dal suo schieramento tattico ideale. Probabilmente, l'attuale allenatore nerazzurro preferisce quei giocatori pronti, fin da subito a ricoprire un ruolo importante per la propria squadra e, spesso e volentieri, l'esperienza aiuta in questa caratteristica. L’età, tuttavia, non è sempre una discriminante (e i dati lo dimostrano), che possa far propendere l’allenatore toscano verso la titolarità o meno di un calciatore. E allora ha ancora senso additare Walter Mazzarri come “colui che non fa giocare i giovani?”
Autore: Emanuele Tramacere / Twitter: @tramacema
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