In questo mondo del calcio, tutti sembrano avere sempre più di un occhio di riguardo, per non dire qualche ansia di troppo, per quello che sarà. Si pensa sempre più a quello che sarà il pallone del domani, come a voler minimizzare, quando non dimenticare, un presente che sembra sempre lasciare insoddisfatti, per un motivo o per un altro. In casa nostra, tanto per dirne una, siamo al giro di boa della sessione invernale di mercato ma di mercato già si parlava da settimane e anzi in molti casi a gennaio si parla già di affari per l’estate. E c’è chi guarda ancora più avanti, spiegando oggi cosa avverrà nel 2024, con la nascita della Superchampions con inviti e wild-card dove Inter, Milan e Juventus a quanto pare entreranno di diritto (e non con un invito ai nerazzurri come era trapelato nei mesi scorsi) e partite nel fine settimana. Insomma, tutti a pensare a ciò che avverrà, rimestando nel passato (torbido) solo quando si vogliono sostenere certe liti temerarie…
Il tema futuro tiene banco anche in casa Inter. Sotto diverse sfaccettature: da un lato, c’è fervore per le ultime novità relative alla questione proprietà, con Erick Thohir che fa in tempo a celebrare la palma di uomo d’affari dell’anno assegnata dall’edizione indonesiana di un celeberrimo magazine economico prima di salutare definitivamente la società nerazzurra, pronto a cedere il suo 31,06% delle quote del club a un fondo di Hong Kong, dietro il quale, secondo le notizie di ieri, ci sarebbe nientemeno che Jack Ma, il padre di uno dei colossi del commercio online mondiale, uno degli uomini più ricchi del mondo e più importanti di questo primo spicchio di ventunesimo secolo. Notizia smentita in poche ore dal quartier generale del gruppo Alibaba, vedremo se per effettiva inconsistenza delle voci oppure semplicemente nel tentativo di gettare un po’ di acqua sul fuoco di una trattativa dalle cifre importanti. Dall’altro, c’è altrettanto fervore per capire come si risolveranno le questioni legate ai rinnovi di Milan Skriniar e Mauro Icardi, entrambi alla ricerca di un ingaggio da big, richieste legittime viste anche le voci relative all’eventuale stipendio che sarà percepito da Diego Godin, e con i quali l’Inter sta giocando in surplace, vuoi per la relativa poca fretta nel dirimere le questioni, vuoi, chissà, perché intende capire prima che genere di budget potrà avere la prossima stagione per gli ingaggi e pianificare tutto di conseguenza.
Insomma, tanti pensieri legati al futuro, anche se in casa Inter c’è indubbiamente anche un presente che chiama. Un presente che vede l’Inter iniziare il 2019 nel migliore dei modi, con una qualificazione abbastanza agevole ai quarti di finale di Coppa Italia, in attesa di un ritorno in campionato che prevede la sfida allo spauracchio per antonomasia degli ultimi anni, il Sassuolo di Roberto De Zerbi. E sempre parlando in tema di presente, c’è un giocatore che in queste ultime settimane si sta ritagliando uno spazio sempre più importante grazie alle sue giocate e soprattutto ai suoi gol decisivi. Un giocatore per il quale l’Inter ha dovuto necessariamente pensare al futuro chiudendo l’affare ben prima dell’estate, un’operazione che sta iniziando adesso a pagare i suoi primi dividendi.
L’impatto con la nuova realtà italiana, come si poteva anche facilmente prevedere, non è stato tra i più semplici per Lautaro Javier Martinez: spesso confinato in panchina, al punto tale da scatenare dopo la sconfitta contro il Tottenham la rabbia social del padre, chiuso indubbiamente nelle gerarchie dalla presenza di Mauro Icardi, colui del quale quest’estate avrebbe dovuto prendere il posto all’Inter come vaticinato in maniera troppo precipitosa da qualcuno, e che invece si è messo a disposizione del nuovo compagno di squadra praticamente dal giorno del suo arrivo in Italia. Nonostante tutto ciò, il Toro, divenuto in breve tempo beniamino del tifo per i numeri mostrati durante le amichevoli estive, pur avendo espresso più di una volta la volontà di avere più spazio in campo, non ha mai dato la sensazione di vivere tutto questo come un peso. Anzi, ha continuato sempre a lavorare e adesso sta cominciando a raccogliere i primi frutti.
I gol realizzati con Cagliari e Frosinone erano stati i primi rintocchi, poi è arrivato il botto del gol vittoria segnato nella serata di Santo Stefano che ha regalato all’Inter tre punti d’oro contro il Napoli. Un gol in extremis celebrato con un’esultanza rabbiosa e commossa al tempo stesso, che hanno riportato alla mente le gioie di un affamato di gol come era Filippo Inzaghi, un urlo di felicità grande quasi quanto quello di San Siro. Poi, domenica scorsa, la doppietta al Benevento. Bottino di tutto rispetto, quello di Lautaro, che ha dimostrato di avere tra le sue doti anche il colpo di testa, lui che non è esattamente un marcantonio di giocatore. In maniera direttamente proporzionale al rendimento dell’attaccante di Rafaela, però, sono cresciuti di volume gli interrogativi di sempre: ma come si può vedere giocare insieme Lautaro e Icardi? Non c’è davvero un modo per mettere insieme cotanto potenziale offensivo?
Tanti propongono soluzioni, ma come viene fuori un’idea subito viene fuori un ostacolo: lo stesso Luciano Spalletti, nella gara di Coppa Italia, ha iniziato la partita con un teorico 4-4-2 che alla fine era il solito 4-2-3-1 con Martinez nel ruolo di trequartista, chiamato anche a rinculare fino al centrocampo in fase difensiva. Un compito che, per carità, il giocatore ha provato a svolgere nel migliore dei modi, ma che ha finito un po’ per snaturarlo. Una volta rimesso al centro del villaggio, pardon dell’attacco, ecco il Lautaro micidiale marcatore che tutti conoscono, più libero di agire nelle praterie da lui più amate. E al tempo stesso, nemmeno il modulo a due punte sembra essere più di tanto praticabile per via della struttura del centrocampo, per tacere forse del 4-3-3 visto che le caratteristiche dell’ala d’attacco non sono nelle sue corde.
E allora, quale potrebbe essere la soluzione? Detto in maniera schietta e brutale: non c’è. O meglio, per come è strutturata l’Inter di oggi, appare come una forzatura il dover far convivere due attaccanti dalle caratteristiche per il momento non sembrano compatibili con le esigenze reciproche e con quelle del resto della squadra. Un modo va trovato comunque? Può darsi benissimo, però starà anche alla disponibilità di entrambi cercare di mutare qualcosa delle loro caratteristiche. Ma per il momento, pensiamo sia giusto accontentarsi di quanto sta offrendo ora Lautaro, anche come back-up di Icardi in quel ruolo che fu in tempi recenti di Julio Ricardo Cruz, considerando anche il fatto che visti gli impegni che attendono l’Inter da qui a maggio spazio per esprimersi e per continuare ad aumentare il bottino di gol non mancherà. Non pensiamo, quindi, tanto a cosa può fare l’Inter per Lautaro Martinez, quanto a cosa può fare Lautaro Martinez per l’Inter, tanto per usare la stessa citazione fatta via Instagram da Spalletti a proposito di Andrea Ranocchia. E questo visto che tanto può e promette ancora di fare, per l’Inter.
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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