Il tormentone Lazar Samardzic non è ancora finito. Dopo l'accordo raggiunto con l'Udinese, le visite mediche sostenute dal giocatore con l'Inter, le battute di 'rassicurazione' - a quanto pare, solo apparente - del diretto interessato ai tifosi ("Certo che firmo"), le voci sulle presunte commissioni da corrispondere agli agenti, lo stop improvviso della trattativa e il classe 2002 'parcheggiato' per qualche giorno all'Hotel Meliá di Milano, arriva puntuale la nuova puntata di una telenovela di cui avremmo fatto volentieri a meno. I protagonisti dell'ultimo episodio sono Mladen Samardzic, padre del gioiellino nato a Berlino, e Rafaela Pimenta, agente che ha preso in mano l'Impero che fu di Mino Raiola dopo la sua scomparsa. 

A romprere il silenzio nella giornata di ieri, facendo seguito ai segnali lanciati dalla dirigenza interista attraverso le dichiarazioni di Piero Ausilio e Beppe Marotta, ci ha pensato il Samardzic Senior nella lunga intervista concessa a Sportitalia. Nella versione offerta del papà di Lazar, però, tante cose non quadrano. Partendo dall'accusa all'Inter, colpevole di aver "chiuso l'affare con una persona che non aveva il permesso per farlo". Con ovvio riferimento alla Pimenta (che tra l'altro il 20 giugno aveva ammesso pubblicamente al 'Golden Boy' di essere il nuovo rappresentante di Samardzic), a suo dire "vista una volta sola nella mia vita" che "voleva chiudere l'affare senza il nostro permesso". Poi tutto è saltato perché l'Inter voleva "trattare solo con la Pimenta" e perché i dirigenti "avevano chiuso l'accordo con lei, ma non con noi".

Uno scenario abbastanza strano, visto che il diretto interessato (quindi Lazar) era volato a Milano, aveva sostenuto le visite mediche al CONI posando sorridente anche per qualche foto con i tifosi. Il tutto, stando alla versione di Mr. Samardzic, senza avere nessun accordo sull'ingaggio perché "non abbiamo mai parlato di soldi con l'Inter". Nonostante questo, però, il figlio - a sua insaputa e di nascosto? (Ride, ndr) - è stato autorizzato a sostenere le già nominate visite mediche, sostando poi qualche giorno in un hotel nella speranza, poi sfumata, di mettere la firma su quel benedetto contratto che il Signor Mladen dice di non aver mai visto prima della tappa dell'11 agosto nella sede di Viale della Liberazione: "La prima volta che mi sono seduto nell'ufficio dell'Inter, ho detto a Mr. Ausilio: 'Guarda, io non ho mai visto nessun contratto finora, nessuna offerta'. Allora lui me l'ha stampata in quell'appuntamento", raccontava ancora a SI. E allora perché, se non son mai stati pretesi soldi in più di ingaggio e commissioni - come fatto filtrare dall'entourage del giocatore nelle calde settimane del 'caso Samardzic' -, non è stato chiesto in quel momento di firmare quel contratto? 

Tante incongruenze a cui la stessa Pimenta ha replicato, parlando a più riprese di "fatti concreti"."Dall’incontro avuto con lui e la moglie insieme a Kolarov nel mio ufficio a Montecarlo, alle tante chiamate fatte insieme ai diversi club, alla sua richiesta rivolta all’Udinese di parlare direttamente con me. E ancora: il nostro appuntamento insieme presso la sede dell’Inter, gli ok dati all’Inter, i brindisi con lui e la moglie in un hotel di Milano, la videochiamata con il figlio per organizzare le visite mediche, l’arrivo di altri famigliari e del cameraman per le riprese video. Dopo tutto questo il papà ha avanzato delle richieste che io non condividevo nella sostanza e nella forma e in quel momento ho deciso di farmi da parte". Così come ha deciso di fare l'Inter con Samardzic e Samardzic con l'Inter, destinati ora ad essere un rimpianto reciproco.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 agosto 2023 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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