Sarà il caldo anomalo di questa estate torrida, sarà che si mischiano le carte di continuo, sarà che siamo partiti dal chissà chi si compra e siamo arrivati con Jovetic, Miranda, Kondogbia e Murillo. Saranno un po’ tutte queste cose, ma Vi confesso che ci sto a capire molto poco del calcio mercato di questo luglio/agosto 2015.

Potrei pure millantare sull’arrivo di Tizio o di Caio; potrei inventarmi spifferi di chiacchiere che non esistono. Perché mai, come quest’anno, potremmo dire e scrivere tutto ed il suo contrario. Ultimo esempio, ma solo in ordine temporale; aspettavamo Perisic, un giorno era in aeroporto, uno sulla scaletta dell’aereo, un altro i documenti erano stati spediti, un altro ancora stava cercando casa a Milano. Morale: è arrivato Jovetic, quello che forse, sulla famigerata carta, poteva rappresentare un pericolo maggiore rispetto al primo per via dei numerosi infortuni che ne hanno costellato la carriera. E dunque meglio affidarsi all’ennesimo croato; il quale nel frattempo ha ben pensato, lui sì, di infortunarsi. C’è chi dice roba di poco conto, chi racconta che è gravissimo – inutile dire che la via di mezzo non esiste, sembra quasi un peccato mortale di questi tempi – ma la morale della favola è che solo il montenegrino, ad oggi, veste i colori del cielo e della notte.

Lasciamo stare quello che è stato; vediamo di capire qualcosa su quello che sarà. Già, perché è evidente che a questa squadra mancano almeno un paio di pedine assolutamente fondamentali per arrivare ad occupare le posizioni che ci sono consone, abbandonando il letargo e l’abulia che hanno contraddistinto le ultime disgraziate annate. Ma il problema che assilla ed attanaglia la Società è come liberarsi da presunti esuberi in rosa, la maggior parte retaggio di campagne di uno sbandierato rafforzamento che hanno di fatto portato in nerazzurro alcuni discreti interpreti dell’arte pedatoria ma nulla più. Insomma, per dirla tutta, siamo passati da campioni veri, non presunti, da uomini con attributi se volete costruiti anche su anni ed anni di patimenti e insuccessi, a figure simpatiche ma che nulla hanno a che spartire con chi li ha preceduti. È chiaro anche ad un bambino che l’Inter ha la disperata necessità di trovare chi sia in grado di raccogliere, seppure in parte, una eredità pesantissima ed ancor oggi presente nei cuori e negli occhi dei tifosi.

Roberto Mancini continua a chiedere ai suoi dirigenti determinati profili; che forse, anzi togliamo pure il forse, non appassionano la maggior parte dei supporters della Beneamata, ma che il tecnico jesino ritiene indispensabili per il suo progetto di crescita. Perché solo e soltanto in quest’ottica sono spiegabili e comprensibili i continui messaggi del mister riguardo Felipe Melo, ed ora anche verso Criscito. Non dei numeri uno, non uomini in grado di spaccare le partite: buoni, probabilmente ottimi giocatori di calcio, forniti comunque di quello che il Mancio vuole, cerca e pretende. Esperienza, grinta, la giusta cattiveria e, scusatemi ma quando ci vuole ci vuole, palle. Perché il Meazza non è il Bolshoi, non si balla sulle punte. C’è da rincorrere un pallone, c’è da combattere con avversari determinati quanto o più di te, c’è da mettere punti in classifica perché il terzo posto va raggiunto. O perlomeno è necessario cercare di raggiungerlo, senza passare attraverso prestazioni sul genere dello scorso anno, cose che non si possono e neanche devono raccontare ai figli o ai nipoti. Che poi ci cambiano colori sociali e crescono tifando parrocchie differenti.

Sì, tutto vero (forse). Peccato che a farci restare a bocca asciutta, in questo momento, sia il solito problema; quel fantasmagorico Financial Fair Play che abbiamo scoperto negli ultimi tempi valere per alcuni. Per altri, invece, no. Ma questa è la linea del governo pallonaro, il solito leit motiv del nuovo (???????) che avanza. Blatter, purtroppo, non docet. Comunque sia, lasciamo stare di addentrarci in meandri che non mi competono, la realtà è il problema economico. Ci vogliono i dindi, la grana, gli sghei… ovviamente con annessi bilanci positivi, altrimenti non vale. Per alcuni…
Sicché aspettiamo come la manna che i nostri dirigenti riescano nell’impresa titanica di liberarsi di alcuni atleti che non sono stati inseriti nel progetto dell’Inter che verrà. Con buona pace di tutti. Ma, come in ogni romanzo giallo che si rispetti, quando il finale sembra scritto, quando sembra che tu sia riuscito non si sa come ad accasarne qualcuno a destra o a manca, ecco che quest’ultimo rifiuta. No, dico, rifiuta.

Fossi un inguaribile romantico penserei: ma tu guarda come sono attaccati alla maglia e ai colori questi; ma siccome non sono inguaribile e a volte nemmeno romantico mi rendo tristemente conto che non se ne vanno per una effimera questione di soldi. Si, soldi. Anche per loro potrebbe valere lo stesso discorso fatto poco sopra: prigionieri di contratti onerosi che, alla luce di prestazioni che non giustificano determinati emolumenti, nessuno si sente di portarsi in carico. Errori ed orrori di valutazione. Ma nel calcio ci sta di sbagliare, a noi l’inarrivabile Real Madrid ci regalò tale Cambiasso bollato come incapace o Wesley, che se ne stava miseramente seduto in panchina.

Se a questo sommiamo scelte di tanto in tanto discutibili da parte di Mancini, oggi Tizio lo convoco per l’amichevole ma la prossima volta no, domani Caio è incedibile ma dopodomani viene dato l’ok per cederlo, ecco che il minestrone è servito. Certo, fossi io tra coloro che sono o sarebbero stati esclusi dal progetto, con ogni probabilità avrei chiesto al mio procuratore di cercarmi una nuova destinazione; perché di essere sopportato proprio non mi piace. Ma, c’è da dirlo, a me nessuno offre svariati milioni per giocare a calcio e non ho un contratto a sei zeri. Per di più con una Società che, peripezie di questi ultimi anni a parte, è un brand a livello mondiale; uno dei club più famosi al mondo. E vorrei pure vedere chi può dissentire da ciò.

Ora speriamo soltanto che chi sta facendo mercato riesca a piazzare coloro che non c’entrano più; non per chissà cosa, semplicemente perché in questo modo verranno responsabilizzati tutti. Sia chi resta sia chi allena. Alibi, per piacere, vorrei non ascoltarne più. 
Amatela! Sempre.
E buona domenica a Voi.

 

PS - Intanto, in serata l'Inter ha superato 2-0 l'Athletic Bilbao, accontentando anche gli affezionati al risultato. Buone indicazioni, ma come dopo le sconfitte la valutazione è sempre la stessa: trattasi di calcio d'agosto, per essere seri c'è ancora tempo.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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