Antonio Conte è stato accontentato. Romelu Lukaku è approdato all'Inter per una cifra mai sborsata per un calciatore nella storia del club nerazzurro. Suning mostra i muscoli. Finalmente, penseranno i meno attenti che iniziavano ad avere qualche dubbio sulla decantata potenza economico-finanziaria del gruppo di Nanchino. E invece l'attuale proprietà nerazzurra sta confermando un percorso gia annunciato nel momento dell'insediamento avvenuto nel 2016. Un percorso che prevedeva inizialmente un difficile risanamento dei conti aggrediti dai paletti imposti del Financial Fair Play, un aumento del fatturato e dei ricavi necessari per poter tornare a pensare in grande e poi gli acquisti dei calciatori in grado di poter competere ad alti livelli, rispettando però l'onnipresente FFP, seppur alleggerito dalla fine del settlement agreement concordato con l'Uefa nel 2015.

Il collega Andrea Ramazzotti, sulle colonne del Corriere dello Sport, ci ha fatto sapere ieri che in tre anni Suning ha già investito nell'Inter e per l'Inter oltre un miliardo di euro. Non proprio due spiccioli. Probabilmente un errore da parte di chi racconta le vicende della Beneamata è stato commesso all'inizio dell'avventura, quando Suning veniva paragonata all'emiro di turno pronto a spendere senza freni per far sognare subito i tifosi vogliosi di tornare a vincere dopo troppi anni di digiuno seguiti al meraviglioso Triplete morattiano. Non era così e non poteva essere così. Suning è un'azienda cinese che, seppur ricchissima, opera in un paese dove esiste ancora una forma di economia socialista che deve sottostare, piaccia o meno, anche alle direttive politiche del governo. Riguardo gli investimenti verso l'estero, ogni azione viene pensata, ponderata e poi eventualmente messa in atto. La fretta non abita da quelle parti. Da quelle parti vige poi forte il senso di disciplina e anche nel calcio il gruppo deve rappresentare l'unico vero leader, non c'è spazio per personalismi e rivendicazioni individuali che non siano funzionali al raggiungimento dell'obiettivo comune.

Ecco perché all'Inter stanno cambiando molte cose e la conferma arriva da quanto successo con Icardi, Nainggolan e che potrebbe succedere con Ivan Perisic. Quando Giuseppe Marotta affermò senza troppi giri di parole come l'ex capitano, nonché ex numero 9 e l'acquisto più importante della scorsa stagione non rientrassero più nei piani della società, aggiunse anche che i due siano sicuramente giocatori di talento, ma che con il solo talento si possono vincere le partite singole, non i campionati. Per quello ci vuole la squadra. Squadra intesa, appunto, come gruppo unito e professionale, che non può lasciare spazio a comportamenti extra-campo deleteri per il famoso “spogliatoio”.

Se queste decisioni si riveleranno vincenti, lo dirà, come sempre, solo il campo. Ma intanto all'Inter si sta realizzando un vera e propria “rivoluzione culturale” che miri al consolidamento di una società dove ognuno dei componenti, debba comportarsi secondo certe regole e in linea con i lauti stipendi che chi, arrivi all'Inter, percepisce. I tifosi nerazzurri più romantici potranno anche sentirsi disorientati da tale inversione di tendenza, magari però sono gli stessi che invocavano in passato una società più decisionista e meno tollerante verso giocatori che pensavano di risolvere qualsiasi problema con una telefonata a papà Moratti. Quell'Inter rimarrà nella storia e nel cuore di tutti, o quasi, i tifosi nerazzurri. Per le vittorie, purtroppo anche per alcune sconfitte brucianti, ma che aumentavano, invece di diminuire, l'amore per i due colori e soprattutto per i valori che ha trasmesso.

Ma il calcio è cambiato, probabilmente in peggio, ma è cambiato. L'attuale regime economico-fianziario che governa il pallone, non lascia scampo a chi pensa ancora al mecenate che stacca l'assegno e poi ricapitalizza quando serve. Ora tutto deve essere funzionale affinchè alle uscite corrispondano le entrate e viceversa. E in quest'ottica, l'ingresso di Suning nel pianeta Inter è stato ossigeno puro. Dopo l'ingresso nel 2016 e le prime cose realizzate, sta iniziando una seconda fase molto più interessante e accattivante per i tifosi. L'arrivo di dirigenti e allenatore top e un mercato molto importante che non è ancora finito, lo confermano. Stiamo parlando comunque sempre dell'F.C. Internazionale, che indossa la leggendaria maglia nerazzurra. Sarà meno pazza? Ce ne faremo una ragione. L'importante è che torni ad essere vincente.

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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