Uno dei diversi problemi dell’Inter è la mancanza di un playmaker, di un uomo dal piede delicato che, messo davanti alla difesa, possa gestire il pallone e dare al via all’azione, a oggi delegata nei piedi del solo Wesley Sneijder, che ha l’arduo compito di darle fantasia e inventiva. Lo scorso gennaio, la società cedette alle richieste di Thiago Motta e all’offerta di dieci milioni di euro del Paris Saint Germain, cedendo in Ligue 1 un calciatore unico nell’intera rosa per caratteristiche.

Sistemate le questioni Destro e Silvestre e soprattutto le cessioni (Moratti “saggiamente” e Branca esplicitamente lo hanno fatto capire), ci si potrebbe muovere per regalare ad Andrea Stramaccioni un altro elemento da aggiungere alla sua batteria di centrocampisti. D’altronde il tecnico romano lo disse in tempi non sospetti: serve un uomo in mediana che possa sommarsi alla forza fisica e alla polivalenza di Guarin, alla freschezza di Obi e Poli e all’esperienza di Cambiasso, Zanetti e Stankovic.

Proprio questi ultimi, questo trio di bandiere, sente il peso degli anni, delle battaglie e dei diversi infortuni patiti in una carriera straordinaria per vittorie e longevità. La carta d‘identità non si può sconfiggere: capitan Zanetti, pur bionico e fenomenale a livello fisico oltre che psicologico, va verso le 39 primavere e non può essere sempre titolare, specie se si gioca ogni tre giorni. Egual discorso per Dejan Stankovic: per lui gli anni sono 34 e gli infortuni (non ultimo quello alla caviglia) sono tanti e si sentono. Esteban Cambiasso, dopo alcuni mesi di alti e bassi, con l’arrivo di Stramaccioni ha riacquistato vigore: per il tecnico romano in rosa non c’è nessuno con le caratteristiche del vice capitano nerazzurro.

Ciò però non basta. Motivo per cui serve restaurare con l’ultimo tassello un centrocampo in via di ristrutturazione dallo scorso gennaio con l’arrivo di Guarin e l’inserimento sempre più convinto di Poli e Obi. Gabi Mudingay è un nome buono per accrescere il numero (trattasi di affare low cost) ma non può essere il nome con cui dare un upgrade alla mediana. Certo, il massimo sarebbe arrivare a Nuri Sahin, nome ciclico che va e viene dalle parti di Milano, ma che difficilmente Josè Mourinho lascerà andare, dopo un anno travagliato costellato da diversi infortuni. Di Yann M’Vila meglio non parlarne, vista la cifra fuori mercato.

Perché, sempre in virtù degli ottimi rapporti con il Genoa, non pensare a quel Miguel Veloso che lo stesso Mourinho, in tempi non sospetti, aveva segnato sul suo taccuino? Il centrocampista portoghese, dopo due anni non certo brillanti in Liguria, sta riguadagnando consensi con le buone prestazioni in nazionale all’Europeo. Piazzato davanti alla difesa, nel moderno 4-3-3 di Paulo Bento, Veloso ha ritrovato, in trio con due uomini dinamici come Moutinho e Meireles, quelle qualità che avevano affascinato lo Special One. E se fosse lui il rinforzo adatto per questa Inter, un rinforzo intelligente, una piccola panacea che potrebbe curare una ferita ancora aperta dallo scorso gennaio?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 giugno 2012 alle 00:00
Autore: Alberto Casavecchia
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