Una settimana dopo l’estasi e forse persino di incredulità per un finale finalmente entusiasmante, la gioia ha lasciato il posto al lavoro per la prossima stagione, In questi sette giorni i giornali hanno salutato il ritorno dell’Inter in Champions, ipotizzato la solita campagna acquisti faraonica e indicato già il martedì una decina di obbiettivi: Strootman, Cristante, Ilicic, William Carvalho, Kovacic, Florenzi, Cyprien, Justin Kluivert, Vrsaljko e Chiesa.

A prescindere dalla effettiva volontà dell’Inter di prenderli. Sabato la lista è poi stata aggiornata con i nomi di Nainggolan e Politano e nel frattempo è arrivato a Milano Lautaro Martinez, salutato da un pubblico eccitato ma anche più prudente dopo le vicende Gabigol e Shaqiri. La stagione dell’Inter si è conclusa anche con uno straordinario successo di pubblico, merito dei tifosi ma anche di una società che ha applicato una politica dei prezzi finalmente strategica che ha portato a risultati formidabili.

Dopo due anni di Suning la macchina Inter ha iniziato a funzionare in diverse delle sue componenti e anche il fatturato è decisamente migliorato. Con l’accesso alla Champions l’Inter incasserà 15 milioni di premi UEFA, 2,7 milioni di market pool per la quota fissa e almeno altri 3,75 milioni dalla quota variabile. La UEFA dovrebbe poi pagare una cifra intorno ai 20 milioni grazie anche al ranking storico, gli sponsor con la Champions si spingerebbero intorno ad una cifra vicina ai 18 milioni, lo stadio che verrà riempito in almeno tre partite garantirà almeno 4,5 milioni e, pur con un rendimento non entusiasmante nel girone arriveranno altri bonus di almeno 2,7 milioni.

L’ottimo clima che finalmente si è iniziato a respirare a Milano ha però registrato anche un irrisolto problema di comunicazione all’interno e all’esterno delle componenti societarie e tecniche, sommate a inquietudini che l’ingresso in Europa League avrebbe fatto esplodere. La profonda distonia è stata sorprendentemente messa a verbale ma relegata alle cosiddette tre colonne in cronaca. Ci siamo sempre lamentati del trattamento riservato dalla stampa verso l’Inter ma in questo caso, nonostante il gigantesco assist di Spalletti nella conferenza stampa di fine stagione, è stato scelto di mettere in risalto l’addio a Rafinha e Cancelo per questioni di bilancio, piuttosto dell’attacco diretto ad alcuni dirigenti per le promesse mancate che avrebbero utilizzato la stampa per lanciare nomi e propositi mai realizzati.

Come molti di voi infatti hanno letto, l’AD Antonello ha fatto una dichiarazione in cui proclamava l’Inter in lotta per vincere lo scudetto dalla prossima stagione. Zhang Jindong ha anche detto: "gli investimenti di Suning permetteranno all'Inter di tornare ai suoi giorni di gloria". Qualcuno, gonfiando il petto avrà pensato “finalmente” ma Spalletti ha fatto espressamente detto che non si può parlare di scudetto se non si comprano determinati giocatori, come quelli promessi e non mantenuti della scorsa stagione. Ha fatto chiaramente intendere che alcuni dirigenti sono andati dalla stampa spifferando nomi impossibili come Di Maria, Nainggolan, Vidal e poi sono arrivati B.Valero, Vecino, Dalbert. Ha raccontato che “si è fatto un mercato con valori simili a quelli che si avevano prima”, che gli erano state date garanzie poi disattese. Presi sei giocatori bravi “per fortuna Skriniar è questo qui ma non era certo raggiungesse questo livello”. Venduti però otto giocatori che lui avrebbe anche tenuto tra cui “Kondogbia che oggi ha una clausola di 80 milioni non a caso”, Medel, Jovetic, nella misura in cui non erano così meno forti di quelli arrivati.

Spalletti teme che l’Inter commetta l’errore di specchiarsi dopo una stagione in cui l’obbiettivo è stato raggiunto con la volontà ma anche con limiti tecnici che la Champions della prossima stagione potrebbe mettere clamorosamente a nudo. Ha ragione a parlare apertamente perché l’Inter resta ancora una società da percuotere e barocca in alcune sue parti. Il quarto posto è il minimo per un club con questa storia, Spalletti teme che l’obbiettivo raggiunto faccia credere che tutti abbiano fatto la loro parte e lui ci dice che non è così.

Ci sono tante cose complicate da capire per i tifosi. Lo dimostrano anche i 25 milioni pagati dal Valencia per Kondogbia che fanno fare all’Inter una plusvalenza di 7,8 milioni ma, in virtù degli gli accordi presi con il club monegasco, circa 3 milioni di guadagno spettano a loro e un’altra parte va versata agli agenti del calciatore. Ecco perciò che la plusvalenza sul bilancio dell’Inter al 30 giugno 2018 sarà pertanto limitato a soli 2,5 milioni. L’Inter deve mettere a bilancio plusvalenze per un totale di 40 milioni entro il 30 giugno e per questo motivo Rafinha e Cancelo, due prestiti, non possono essere messi a bilancio nel 2018. Spalletti ha proprio detto che in questo momento è impossibile tenerli (ovvero entro il 30 giugno) ma in un secondo momento sì (ovvero dal 1° luglio), visto che andrebbero a bilancio 2019. Per questo la società deve cercare di ottenere la volontà dei giocatori e delle squadre di appartenenza. Col Barcellona sembra possibile, col Valencia sembra di no, interessato com’è a guadagnare tanto dalla cessione del giocatore a club come il Manchester Utd.

L’Inter è ancora una creatura vulnerabile e questa sarà un’estate delicata. Intanto però ha già preso tre giocatori e lo ha fatto con grande anticipo e da società con idee più chiare del passato.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 maggio 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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