L’Inter esisterà anche nel futuro.
Parola di Beppe Marotta. Lo stesso che, ad onta di intemperie, difficoltà, mugugni e proteste, come da routine si presenta ai microfoni con tanto di spiegazioni, più o meno piacevoli. Era già successo e ancora succederà, e questa volta le parole dell’amministratore delegato dell’Inter sono accompagnate da una melodia che suona a mo di marcia di liberazione. "Cessioni eccellenti per il futuro? Possiamo escluderlo”. Buona notte e sogni d’oro. Un auspicio che rasserena ma non convince del tutto a ripensar a quella famosa rassicurazione di inizio luglio, quando dopo aver venduto Hakimi il mantra era “nessun altro big verrà ceduto”.
Rassicurazione finita in caduta libera verso uno schianto al suolo avvenuto il 9 agosto, con un aereo privato in partenza da Linate con direzione Montecarlo che ha sancito la parola fine della storia d’amore nerazzurra più bella degli ultimi anni. Nessun altro big sarà ceduto, eccezion fatta per il Big (Rom). Ma "l’esperienza mi porta a dire che bisogna prepararsi agli imprevisti" spiega Marotta, per la prima volta a 360 gradi su ogni argomento che riguarda la Beneamata, Lukaku compreso che come già spiegato in passato "ha manifestato l'intenzione di trasferirsi nel Chelsea. Davanti a una situazione del genere non puoi che accettare la sua volontà. Si inizia a quel punto una trattativa con il club che lo desidera e così abbiamo fatto, creando il nostro prezzo e immaginando le alternative. Sono dinamiche che nel calcio accadono. Non mi sono sentito tradito o sconvolto, abbiamo valutato le opportunità, come quella di introitare una cifra importante per le finanze del club. L'abbiamo fatto facendo valere la nostra richiesta economica e abbiamo realizzato una bella operazione".
A malincuore ma bella operazione, che oggi permette al club di Viale della Liberazione di ripartire in sicurezza economico-finanziaria. Una ripartenza che oggi segna 245,6 mln di rosso sul bilancio, ma che - come spiegato ampiamente - non tiene conto di quel +183 registrato solo con la doppia cessione spezza-cuore Hakimi-Lukaku. Un dato che avvalora il "rassicuro i nostri tifosi" pronunciato l’altro ieri dall’ad interista che ribadisce: "L’Inter esisterà anche nel futuro".
Così è stato e così sia. L’Inter esisterà anche nel futuro - parola di Marotta -, anche senza Lukaku - parola di Edin Dzeko -, per fare un nome a caso. Proprio il bosniaco, arrivato nel silenzio di una Milano deserta, nel caldo afoso di una mattina di metà agosto, è oggi sempre più convincente e trainante di una squadra che oggi sembra quasi aver passato un colpo di spugna sul belga. "Non sempre chi più spende più vince" e non è un caso che il prezzo del biglietto del numero nove di Simone Inzaghi è arrivato a costo zero e non per caso "era un obiettivo prioritario" persino più di Vlahovic, oggetto dei desideri più fulgidi di Appiano Gentile, ma intrappolato in una "negoziale impegnativa. Non eravamo nelle condizioni, anche se immaginavamo di andare su due attaccanti. Il primo era Dzeko, il secondo Vlahovic. Uno pronto nell'immediato e uno nel futuro. Sarebbe stato il massimo". Ma tra il desiderio e la possibilità c’è di mezzo una pandemia e al netto delle impossibilità l'acquisto del datato bosniaco non proprio apprezzato sulle prime da buona parte della tifoseria è oggi una delle migliori operazioni realizzate. Sei reti in sei gare più un assist, a conferma del "siamo contenti di Dzeko" pronunciato sul palco del Festival dello Sport.
"Se questa squadra è forte si può andare molto lontano al di là del nome e del calciatore" come dimostra Federico Dimarco, rientrato alla base in sordina e con una serie di prestazioni in crescendo che ancora una volta rendono ragione al direttore varesino. Si può andare lontano e insieme, e per concludere in bellezza Marotta non fa mistero del prossimo grande obiettivo del management nerazzurro: i rinnovi dei vari Lautaro, Barella, Brozovic, primi tra tutti ma non gli unici. "Nelle prossime settimane ne parleremo. Senza dubbio non dobbiamo farcelo scappare" ha detto del centrocampista sardo, concetto che vale anche per il Toro dal dieci sulle spalle che "sta dimostrando di essere un giocatore che può essere presente e futuro. Bravo, professionista. Il suo futuro mi auguro sia all'Inter. Faremo di tutto. A breve annunceremo il rinnovo ed è importante perché vogliamo porre le basi per il futuro con un giusto mix tra giocatori esperti e giovani".
Un mix che oggi come domani deve e dovrà tenere conto "prima attenzione al bilancio e poi costruzione della squadra" con l'assoluta consapevolezza che ad onta di intemperie e difficoltà l'Inter esisterà anche nel futuro.
Parola di Beppe Marotta. Lo stesso che, ad onta di intemperie, difficoltà, mugugni e proteste, come da routine si presenta ai microfoni con tanto di spiegazioni, più o meno piacevoli. Era già successo e ancora succederà, e questa volta le parole dell’amministratore delegato dell’Inter sono accompagnate da una melodia che suona a mo di marcia di liberazione. "Cessioni eccellenti per il futuro? Possiamo escluderlo”. Buona notte e sogni d’oro. Un auspicio che rasserena ma non convince del tutto a ripensar a quella famosa rassicurazione di inizio luglio, quando dopo aver venduto Hakimi il mantra era “nessun altro big verrà ceduto”.
Rassicurazione finita in caduta libera verso uno schianto al suolo avvenuto il 9 agosto, con un aereo privato in partenza da Linate con direzione Montecarlo che ha sancito la parola fine della storia d’amore nerazzurra più bella degli ultimi anni. Nessun altro big sarà ceduto, eccezion fatta per il Big (Rom). Ma "l’esperienza mi porta a dire che bisogna prepararsi agli imprevisti" spiega Marotta, per la prima volta a 360 gradi su ogni argomento che riguarda la Beneamata, Lukaku compreso che come già spiegato in passato "ha manifestato l'intenzione di trasferirsi nel Chelsea. Davanti a una situazione del genere non puoi che accettare la sua volontà. Si inizia a quel punto una trattativa con il club che lo desidera e così abbiamo fatto, creando il nostro prezzo e immaginando le alternative. Sono dinamiche che nel calcio accadono. Non mi sono sentito tradito o sconvolto, abbiamo valutato le opportunità, come quella di introitare una cifra importante per le finanze del club. L'abbiamo fatto facendo valere la nostra richiesta economica e abbiamo realizzato una bella operazione".
A malincuore ma bella operazione, che oggi permette al club di Viale della Liberazione di ripartire in sicurezza economico-finanziaria. Una ripartenza che oggi segna 245,6 mln di rosso sul bilancio, ma che - come spiegato ampiamente - non tiene conto di quel +183 registrato solo con la doppia cessione spezza-cuore Hakimi-Lukaku. Un dato che avvalora il "rassicuro i nostri tifosi" pronunciato l’altro ieri dall’ad interista che ribadisce: "L’Inter esisterà anche nel futuro".
Così è stato e così sia. L’Inter esisterà anche nel futuro - parola di Marotta -, anche senza Lukaku - parola di Edin Dzeko -, per fare un nome a caso. Proprio il bosniaco, arrivato nel silenzio di una Milano deserta, nel caldo afoso di una mattina di metà agosto, è oggi sempre più convincente e trainante di una squadra che oggi sembra quasi aver passato un colpo di spugna sul belga. "Non sempre chi più spende più vince" e non è un caso che il prezzo del biglietto del numero nove di Simone Inzaghi è arrivato a costo zero e non per caso "era un obiettivo prioritario" persino più di Vlahovic, oggetto dei desideri più fulgidi di Appiano Gentile, ma intrappolato in una "negoziale impegnativa. Non eravamo nelle condizioni, anche se immaginavamo di andare su due attaccanti. Il primo era Dzeko, il secondo Vlahovic. Uno pronto nell'immediato e uno nel futuro. Sarebbe stato il massimo". Ma tra il desiderio e la possibilità c’è di mezzo una pandemia e al netto delle impossibilità l'acquisto del datato bosniaco non proprio apprezzato sulle prime da buona parte della tifoseria è oggi una delle migliori operazioni realizzate. Sei reti in sei gare più un assist, a conferma del "siamo contenti di Dzeko" pronunciato sul palco del Festival dello Sport.
"Se questa squadra è forte si può andare molto lontano al di là del nome e del calciatore" come dimostra Federico Dimarco, rientrato alla base in sordina e con una serie di prestazioni in crescendo che ancora una volta rendono ragione al direttore varesino. Si può andare lontano e insieme, e per concludere in bellezza Marotta non fa mistero del prossimo grande obiettivo del management nerazzurro: i rinnovi dei vari Lautaro, Barella, Brozovic, primi tra tutti ma non gli unici. "Nelle prossime settimane ne parleremo. Senza dubbio non dobbiamo farcelo scappare" ha detto del centrocampista sardo, concetto che vale anche per il Toro dal dieci sulle spalle che "sta dimostrando di essere un giocatore che può essere presente e futuro. Bravo, professionista. Il suo futuro mi auguro sia all'Inter. Faremo di tutto. A breve annunceremo il rinnovo ed è importante perché vogliamo porre le basi per il futuro con un giusto mix tra giocatori esperti e giovani".
Un mix che oggi come domani deve e dovrà tenere conto "prima attenzione al bilancio e poi costruzione della squadra" con l'assoluta consapevolezza che ad onta di intemperie e difficoltà l'Inter esisterà anche nel futuro.
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