Kick-off, ufficialmente partito. Il Mancini-bis ha inizio e, dopo l'annuncio ufficiale nella giornata di venerdì, i grandi entusiasmi e la presentazione ufficiale in una 'Pinetina' piena come non mai, il tecnico nerazzurro scende subito in campo per dirigere il primo allenamento nel 'suo' 'Angelo Moratti', il centro sportivo che torna a essere 'casa' dopo sei anni. Cappellino in testa, tuta lunga, k-way, pioggia e tanto freddo, in perfetta antitesi con l'assoluto calore che i tifosi gli stanno riservando. Ma dopo applausi, parole, benvenuti e convenevoli, ora il popolo nerazzurro non vede l'ora. Sì, di vedere all'opera l'Inter di Roberto Mancini. E quindi, ora, 'palla al campo'.

Il derby contro il Milan è vicino e già dalla primissima seduta si capisce che il mister partirà con la difesa a quattro, probabilmente il taglio più evidente rispetto alla gestione Mazzarri. Dal centrocampo in su, invece, soluzioni plurime con vari accorgimenti tattici che potrebbero fare di questa Inter una creatura camaleontica: 4-4-2 in linea, 4-2-3-1 molto attuale o 4-3-3 con le varie sfumature del caso, con il trequartista a supporto della coppia d'attacco o tridentone pesante in linea. Insomma, quale potrebbe essere la formazione tipo di questa ennesima, nuova Inter?

Si parte dalla difesa, ed ecco già i primi casi spinosi per il Mancio, chiamato a scegliere la coppia centrale che, almeno sulla carta, sarà quella titolare: tre maglie per due posti, con Juan Jesus (il classe '91 ha dalla propria, volendo, una duttilità che potrebbe portarlo anche a sinistra), Ranocchia e Vidic a lottare. Personalmente vedo l'azzurro in pole, soprattutto per una fascia al braccio che lo eleva a leader, anche se dei tre l'affidabilità maggiore sembra garantirla proprio il brasiliano di Belo Horizonte. Senza dubbio il più in forma, completo e sicuro in questo momento. Ok le caratteristiche uniche, ma il fatto che Mazzarri lo abbia sempre elogiato etichettandolo come titolarissimo di Inter e Nazionale brasiliana in prospettiva vorrà pur dire qualcosa. Passando al serbo ex United, l'augurio è che possa tornare il muro di un tempo, finalmente schierato nella 'sua' difesa, anche se oggi forse parte un passo indietro rispetto alla concorrenza, nonostante un valore assoluto superiore a quello del 23 di Assisi.

Out laterali, almeno per i miei gusti, già decisi con il propositivo Dodò a sinistra e il rientrante D'Ambrosio a destra, l'unico dei quattro esterni 'puri' in rosa in grado di dare quella sicurezza necessaria in fase di copertura. Jonathan e Nagatomo a rincorrere, quindi, con la possibilità di schierare uno dei due a destra e il conseguente spostamento di JJ (o lo stesso ex Torino) a sinistra, per non venir meno a quell'equilibrio che nel ruolo non deve mai mancare (vedi l'Inter di Mourinho con Chivu da una parte e Maicon dall'altra).

Centrocampo a rombo con Medel 'schermo' difensivo, Hernanes e Guarin ai lati (AAA giocatore vero cercasi: "Forza Mancio, pensaci tu"), con Kovacic 10 di numero e di fatto ad agire dietro le punte. E con questo modulo sarà bagarre anche davanti, con condizione e turnover 'giudici supremi' nel decidere l'impiego di Osvaldo, Palacio e Icardi. Senza dimenticare un mercato che, quasi sicuramente, porterà volti nuovi a gennaio. Mago di Linz trequartista, quindi, anche se non mi sorprenderei di vederlo impiegato anche più indietro, come mezzala, con la possibilità di partire da più lontano. Un'arma che sa e ama usare. Anche molto bene.

Questo parlando della formazione 'base'. Quella, per intenderci, che i tifosi amano ipotizzare sotto l'ombrellone durante l'estate, sfogliando i giornali e giocando con carta e penna, sperando che il mercato possa regalar loro qualche super sorpresa last minute. Beh, l'estate è terminata da tempo e il clima comasco-milanese di questi giorni lo testimonia, ma affari e trattative non tramontano mai, e ormai gennaio ci aspetta. Un mese che potrebbe dar quel qualcosa in più a questa squadra, chiamata-obbligata a lottare per il terzo posto. Un obiettivo a lungo termine, certamente complicato, ma che non deve essere utopia. Per raggiungerlo occorrerà lavorare, lavorare e lavorare. E soprattuttto, vincere. Già a partire da un presente che si chiama 'derby', match assolutamente da non sbagliare. E allora, dopo applausi, euforia e grandi entusiasmi, 'palla al campo': Kick-off, il Mancini-bis ha inizio.

P.S. 'In bocca al lupo' coach WM, perché ha sempre messo anima e corpo in questo progetto. Il giusto premio dopo anni di grandi soddisfazioni. Ultimamente è stato il parafulmine di tutto e di tutti, con un epilogo probabilmente ingeneroso e immeritato. Perché le colpe non sono da attribuire solo ed esclusivamente a lei. Ma si sa... 'C'è sempre una prima volta' e quindi ora dovrà mandar giù il primo esonero, il primo 'boccone amaro' della sua carriera. Ma le auguro di ripartire il prima possibile, per tornare a fare quello che - sfido chiunque a dire il contrario - ha sempre fatto: il massimo ovunque. O quasi, perché all'Inter non è andata come sperava. In ogni caso, buona fortuna coach WM.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 novembre 2014 alle 00:01
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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