Trasformare un grande limite in un punto di forza, questa potrebbe essere la nuova missione all'Inter di Walter Mazzarri. Il tecnico aveva organizzato l'amichevole col Locarno per continuare a testare i progressi del Principe Milito, ma si è trovato di fronte uno stop tanto inatteso quanto scomodo. Le prime voci dopo l'allenamento non erano pessimistiche nei confronti dell'argentino, ma la realtà parla di stiramento e non è stato specificato il grado. In ogni caso Milito starà fuori almeno un mese e i progetti di Mazzarri di inserirlo da prima punta, arretrando Palacio da seconda e Alvarez mezz'ala sono al momento rimandati. 

Una vera mazzata. L'Inter si trova punto e a capo. No invece, a quanto pare. L'evoluzione tattica che sperava il mister potrebbe non essere accantonata del tutto. Il tecnico di San Vincenzo si è reso conto nella sfida contro i giallorossi della necessità di avere un uomo di peso in area per sfruttare il lavoro delle fasce. E allora largo ai giovani Icardi e Belfodil, che saranno chiamati a bruciare le tappe e fare quel click che ancora manca per il grande salto. 

In due si giocano probabilmente una maglia da titolare con il Toro alla ripresa (Alvarez si unirà al gruppo in settimana, ma l'ematoma alla caviglia non si è ancora riassorbito). L'algerino nella sfida contro gli svizzeri ha fatto vedere cose buone e altre meno. La classe e i colpi li ha, manca piuttosto la cattiveria da vero attaccante, quella che gli rimprovera Mazzarri (oltre a qualche movimento troppo anarchico che lo porta lontanissimo dalla porta). Una chance, enorme, sprecata a mio avviso. La troppa voglia di farsi vedere ha evidenziato i suoi limiti ed ha finito per renderlo fumoso.

Maurito sembra più pronto e si appresta a debuttare con la pesantissima maglia della Selecciòn. Un vero predestinato, che ha fatto già capire ai tifosi di avere il giusto killer instinct davanti al portiere. Piuttosto è la forma fisica non ancora al top che lascia qualche dubbio, come l'attitudine a inserirsi nelle azioni corali della squadra. Inutile dire che per la sfida dell'Olimpico Icardi parte in pole, ma verrà valutato attentamente al rientro dall'Argentina. 

Gli infortuni non aprono solo chance ai "giovani bomber", ma mettono anche in luce quelli che sono i limiti dell'attuale rosa. Un esterno è stato cercato per quasi tutto il mercato estivo, ma alla fine ogni trattativa è rimasta incompiuta. L'assenza per due sole gare di Jonathan (autore di un inizio folgorante) ha fatto capire agli uomini mercato interisti che un uomo nel ruolo manca, che sia destro o mancino. Nagatomo adattato sull'out di competenza del brasiliano ex Santos non dà le solite garanzie. Pereira sta deludendo e potrebbe partire già nel prossimo mercato. Infine Wallace è un classe '94 che deve crescere e non ancora pronto tatticamente per il nostro campionato (e questo lo si poteva immaginare). Bene muoversi in anticipo come stanno facendo i nerazzurri, attivi a monitorare in giro per l'Europa i profili più interessanti. Male forse l'essersi lasciati sfuggire Vrsaljko in estate, ma anche in questo caso la vicinanza tra club già al momento dell'approdo del croato in rossoblu ha fatto sì che in Corso Vittorio Emanuele ci sia una sorta di prelazione sull'esterno ex Dinamo, vera sorpresa dell'avvio di campionato.

Infine l'infortunio di Campagnaro ha fatto notare una volta di più il valore del Toro di Moron, arrivato a zero e circondato all'inizio da un alone scetticismo. Colpisce la sicurezza che dà ai vari Ranocchia e Juan. Quando non c'è, l'italiano soffre gli spettri delle scorse stagioni e al primo errore va in bambola. Allo stesso modo Juan va gestito con autorità e Campagnaro è un leader riconosciuto di questa retroguardia, conosce Mazzarri alla perfezione e guida nei movimenti il compagno. La crescita del reparto sembra soprattutto merito suo. Senza di lui anche zero vittorie su due. Quindi scaramanticamente Mazzarri sarà contento di sapere che ha recuperato del tutto in Argentina dal piccolo problema al piede. Lo sarà meno nel vederlo scendere in campo in una gara inutile contro l'Uruguay, ma si faranno i giusti scongiuri per rivaverlo integro alla Pinetina a fine settimana, per poi riproporlo a guidare la retroguardia con il Torino. Il tutto nell'attesa che i compagni finiscano il completamento nel processo di crescita, soprattutto mentale. 

Mancanze che aprono gli occhi sui difetti, ma se visti bene concedono opportunità per migliorare. Mazzarri e gli uomini mercato sono avvisati e già al lavoro per corregere i difetti. Un progetto non si completa in sei mesi, l'importante è capire subito dove intervenire. Contro il Torino il primo test sul campo, a gennaio sul mercato. Imperativo non sbagliare, anzi continuare su questa strada.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 14 ottobre 2013 alle 00:01
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
vedi letture
Print