Non chiediamogli che ne sarà dell’Inter in questa stagione, né cosa accadrà nei prossimi anni. Non si sbilancerà. Però una profezia gliela si può strappare: che darà il massimo per ripagare la fiducia, anche in soldoni, che l’Inter gli ha concesso dopo anni di inseguimento. Il Profeta si è presentato e lo ha fatto in grande stile, con un sorriso contagioso che ha quasi fatto dimenticare ai presenti il momento critico della squadra.

Che l’operazione di mercato più importante e onerosa dai tempi di Sneijder fosse motivo d’orgoglio in casa nerazzurra lo si è capito dalle modalità di presentazione alla stampa del nuovo acquisto. Per la prima volta infatti, dai tempi di Zanetti e Rambert (Terrazza Martini), la società non si limita a organizzare il classico incontro ad Appiano Gentile (in passato era capitato anche in sede, con Ronaldo), ma fissa un incontro all’esterno, in pieno centro, nello specifico al Pirelli Flagship Store. Che sarà pur sempre territorio amico, ma rappresenta un elemento di rottura con il passato e, giusto sottolinearlo, con la routine.

C’è tanta aspettativa nei confronti di Hernanes, non solo da parte del club. Lo testimonia la nutrita presenza di tifosi raccolti sul marciapiede in Corso Venezia, spinti da curiosità ed entusiasmo per il nuovo arrivato. Personalmente, in quanto testimone oculare, posso  confermare che si è respirata davvero aria nuova. Tanti, tantissimi giornalisti presenti, un dislivello quasi imbarazzante rispetto alle presentazioni di Ruben Botta e Danilo D’Ambrosio dei giorni precedenti. Come una folla che attendesse una profezia illuminante per il destino del mondo. Così numerosi da rendere quasi soffocante il clima interno alla sala predisposta per la conferenza. Poi è entrato lui e la luce si è accesa.

Nessuno, penso, si sarebbe aspettato un Hernanes così sereno, disponibile e voglioso di rispondere. Anche alle domande più scomode, che avrebbero invitato qualsiasi altro interlocutore a una replica predefinita e insipida. L’apice è arrivato nel momento in cui il brasiliano ha espresso il suo punto di vista sulla storia nerazzurra: società mai stata in B ed estranea agli scandali. Quanto basta per infuocare il clima intorno a lui da parte di chi si sente chiamato in causa. La coda di paglia è spuntata il giorno dopo, sulle pagine dei giornali, che neanche speravano in tanta grazia per riaccendere il clima di polemica anti-Inter. Poco importa, ci siamo abituati e il trend non cambierà.

Preferisco concentrarmi sul modo in cui l’Inter ha mostrato al pubblico il suo nuovo gioiello, colui che dovrà rimettere in carreggiata una squadra avvolta dallo sconforto e dal pessimismo. Indizio di grande fiducia e speranza, di volontà di cambiamento (la chat con  i tifosi su Twitter è un’iniziativa che va ripetuta, meritano un maggiore coinvolgimento). Ma anche di non nascondersi. Non a caso, a margine della presentazione tutta la dirigenza presente si è concessa a taccuini, telecamere e smartphone con registratore vocale, come se fosse un incontro di gala senza particolari contenuti. Invece di questi tempi, di contenuti da trattare e discutere, anche fastidiosi, ce ne sono eccome.

Da anni (la sparo, da giugno 2010?) uno dei motivi di accusa nei confronti della dirigenza nerazzurra è la mancata esposizione mediatica. So bene che il simbolo di questo atteggiamento è sempre stato Branca, colui a cui tutti avrebbero posto volentieri domande ma che assai raramente ha dato risposte. Chi gli è sopravvissuto, professionalmente parlando, ha dimostrato di non volersi nascondere nonostante il momento critico e la presentazione di un campione è stata la spinta ideale per metterci la faccia. Questo è il modo ideale di affrontare una crisi tecnica, un periodo di drastico cambiamento in cui il tifoso chiede garanzie. Valorizzare un proprio investimento e fermarsi a dare risposte a chi di domande ne ha tante è un primo passo significativo verso il nuovo corso. Per noi che lavoriamo nella comunicazione, ma anche per chi da casa o allo stadio segue con passione la propria squadra del cuore.

Ora serve continuità, perché è ovvio che non ci potranno essere sempre presentazioni di questa natura come scusante per mostrarsi all'esterno. Serve che la dirigenza attuale, in attesa delle novità attese per giugno, dimostri di avere tutto sotto controllo, di non temere eventuali contestazioni, di potersi ‘dare in pasto’ a giornalisti e tifosi senza temere la forca, di essere serena a prescindere, insomma. Una società forte si nota anche in questi dettagli, capaci di far passare in secondo piano persino qualche risultato negativo.

Un'ultima battuta, anche se rischio di risultare impopolare ai più, sull'attuale dirigenza, nello specifico Piero Ausilio e Marco Fassone. Oggi che le proteste dei tifosi sono state placate dall'allontanamento di Branca, mi auguro che i due sopra citati possano smentire chi li ritiene il male dell'Inter. Mi riferisco in particolare a Fassone, perché Ausilio è stato più volte 'graziato' dalla tifoseria, anche la più accesa, forse per atteggiamenti assai più trasparenti e disponibili dell'ex dt nerazzurro, o forse per un percorso all'Inter che lo rende uno di famiglia. Bene così, il diesse è bravo, sa fare il suo lavoro e non si tira indietro quando vede microfoni e telecamere.

Occhio però, vorrei che anche il dg godesse dello stesso credito. Spesso mi è capitato di parlarci, al di là del lavoro, e di fronte ho sempre trovato una persona umile, schietta e professionale. Sta pagando un passato nel club sbagliato e una foto scattata mentre gli è stata messa in mano una maglietta del cui messaggio, in quel momento, ignorava la portata. Ne è davvero dispiaciuto, lo posso garantire, perché quel giorno ha peccato di ingenuità in un contesto di festa da cui si è lasciato trasportare. E non è giusto che venga etichettato come gobbo o nemico dell'Inter. Vorrei che la fiducia che Thohir gli ha concesso fosse condivisa anche dai tifosi interisti. Lasciamolo lavorare, anche lui può ricoprire un ruolo significativo nel nuovo corso nerazzurro.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 febbraio 2014 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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