"Giroud eroico". "Milan grande squadra. Grande gruppo. Grande mentalità. Grande sacrificio". "Pulisic captain America". Sono alcuni dei titoloni scelti e che vi riproporranno durante questi 13 giorni prima della ripresa del campionato. Ma non fatevi trarre in inganno.

E' vero che contro il Bologna l'Inter ha nuovamente mostrato quei limiti che in queste due ultime stagioni sono costate caro in ottica scudetto. E' vero che, dopo il precedente con il Sassuolo, contro i rossoblu e dopo essere andati in vantaggio per 2-0, i tre punti erano quasi obbligatori, ma quello che è successo sabato sera al Marassi in Genoa-Milan è un qualcosa di inaccettabile in epoca Var. Ancora più inaccettabile il fatto che la stampa faccia passare in sordina il controllo con il braccio di Pulisic. Le immagini sono evidenti, quel tocco è fondamentale per smorzare, addomesticare e far fermare lì la palla che in alternativa sarebbe sfuggita via. Tutto questo nel finale di gara, con il risultato bloccato sullo 0-0.

Un episodio chiave, pesante, che ha permesso al Milan di guadagnare 3 punti sporchi. L'Inter non riesce a fare vittorie sporche ed è questo il passaggio in più che la squadra di Inzaghi deve fare. L'Inter quando vince stravince, ma quando va in difficoltà sembra quasi non riuscire a portare mai a casa i 3 punti. Le vittorie sporche però non vanno confuse con quelle condizionate da episodi. Secondo molti l'Inter, essendo la squadra più forte del campionato, deve vincerle tutte 4-0. Non è così, non sarà mai così. Soprattutto quando si giocano partite ogni tre giorni.

La cosa che però più sorprende è l'atteggiamento, il comportamento di alcuni tifosi interisti. Il Milan è avanti a noi di due punti in classifica, ma lo è per quello che è successo al Marassi. Criticare ci sta soprattutto davanti a pomeriggi come quello di sabato, ma a volte è doveroso anche difendere la nostra Inter. La rabbia non deve offuscare il senso di giustizia. Solo con un ambiente compatto, possiamo avere la meglio. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 09 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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