Ritmi bassi, qualche amnesia difensiva, distanze tra i reparti da migliorare ma anche più di un'indicazione interessante dall'Inter scesa in campo poche ore fa all'Arena Garibaldi di Pisa contro uno Zenit San Pietroburgo che di certo non ha fatto da sparring partner. I russi, chiaramente avanti rispetto ai nerazzurri per condizione atletica e organizzazione tattica, sono stati un avversario vero e hanno provato a vincere, dando all'amichevole un sapore più gradevole di competizione europea. Ottimo, da questo punto di vista, l'approccio dell'Inter, priva di Nainggolan e di Karamoh ma comunque in grado di offrire giocate interessanti agli occhi degli 8 mila spettatori accorsi sul posto. Il 3-3 finale ha onorato anche la loro presenza, perché al di là degli errori delle due squadre la partita è stata godibile. E l'idea che l'Inter possa e debba crescere ulteriormente, magari migliorando la cura della fase difensiva che tanto utile è stata nel corso della scorsa stagione, non può che strappare un sorriso.

Dalla serata pisana, merita una menzione speciale la prestazione di Candreva, che in molti considerano un ex designato. Possibile che al primo soffio di vento consistente l'ala romana faccia le valigie, ma nessuno gli può imputare scarso impegno. Ieri, oltre al pregevole gol del momentaneo vantaggio, il classe '87 ha mostrato tante giocate buone, compreso il cross che ha portato al 3-3 di Martinez. A prescindere da come proseguirà la sua stagione, bravo Antò.

Inter a basso ritmo in campo, Inter a basso ritmo anche sul mercato. Dopo la scorpacciata di giugno/inizio luglio, oggi la dirigenza attraversa un periodo di calma apparente. Anzi, sarebbe il caso di definirlo attendismo. Sia chiaro, non è una scelta quanto piuttosto una necessità. Archiviata la saga delle plusvalenze, oggi il bilancio può permettersi qualche volo pindarico. Ma dove finiscono le beghe finanziarie, ecco che la mannaia del FFP intossica la lista UEFA, la ganascia principale in questa campagna acquisti. Domanda dell'interista medio: perché l'Inter non spende più dopo aver sborsato una buona somma di euro per Radja Nainggolan? Sono finiti i soldi? Non proprio. I soldi ci sarebbero anche e magari si potessero spendere. Ma ogni acquisto a titolo definitivo, o in prestito con obbligo di riscatto, appesantirebbe ulteriormente l'ammontare da registrare nella lista per la prossima Champions, già di per sé proibitivo da far quadrare.

In altre parole, già oggi Spalletti rischia di dover avviare colloqui individuali per comunicare a malincuore il suo personale 'sei fuori' a chi, la scorsa stagione, ha contribuito anche solo in parte al raggiungimento del quarto posto. Grattacapi non da poco dal punto di vista umano. Figurarsi se Ausilio accettasse di acquistare a titolo definitivo uno dei giocatori sulla sua lista. Unica opzione, pertanto, il prestito, meglio secco. Ma anche oneroso, per ingolosire chi dovrebbe cedere accettando una formula poco gradevole. Da qui la necessità di attendere, perché sarebbe bello presentarsi col cash in sede di trattativa, ma non si può. Serve pazienza, la volontà del giocatore interessato e soprattutto la disponibilità di chi cede, che solitamente richiede del tempo.

A volte la strategia paga, altre no. Malcom, per esempio, è ormai un treno perso, direzione Roma. C'era il sì del giocatore e c'era l'offerta sul tavolo del Bordeaux (prestito oneroso con diritto di riscatto). Il muro francese, con il tempo, sarebbe crollato. Poi, sorpresa, Monchi si è trovato in tasca qualche spicciolo e il brasiliano, improvvisamente, ha ampliato il raggio d'azione dei suoi desiderata: non voleva l'Inter, gli bastava l'Italia. Ciaone.

Occhio però: l'attendismo è in corso anche per Sime Vrsaljko, il copione è lo stesso: prestito oneroso con diritto, sì convinto del croato e scarsa volontà dell'Atletico Madrid di accettare la formula. Non resta che sperare che il terzino non riceva altre offerte che ingolosiscano lui e riempiano immediatamente le tasche dei Colchoneros. Altrimenti sappiamo già come andrà a finire. Armiamoci di pazienza e ottimismo e non guardiamo il giardino dei vicini: può sembrare più verde, ma il nostro è ben annaffiato.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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