L’Inter cade, tre a zero, a Kazan contro il Rubin e dice addio al primo posto nel proprio girone di Europa League. Si tratta probabilmente della sconfitta più pesante di questa stagione, la prima in Europa, ma ora per favore non si comincino i processi. L’Inter non vince dalla gara dello Juventus Stadium, è vero, ma volendo sorvolare sulle note vicende arbitrali che hanno condizionato la squadra nelle ultime partite, quella di Kazan è paradossalmente la sconfitta più indolore. A qualificazione già ottenuta, con uno scarso interesse nel raggiungere il primo posto nel girone, visto che non l’avrebbe comunque messa al sicuro dall’affrontare squadre provenienti dalla Champions e compagini temibili (anche l’Inter è seconda, per dire), questa trasferta è parsa più una “seccatura” da smaltire il più in fretta possibile. Spazio dunque alle seconde linee, a quegli elementi che hanno in genere minori possibilità di giocare, e ai giovani della Primavera che più di altri hanno il potenziale per fare il grande salto.

In quest’ottica si vedano gli inserimenti di Benassi e Romanò, giocatori dal rendimento altissimo nella formazione giovanile, e che non hanno ancora esordito in serie A (ma in Europa sì). Questo la dice tutta sulla valenza assegnata alla trasferta in terra russa. D’altronde Stramaccioni lo ripete ogni qualvolta gli viene chiesto: lui non è uno che ama il turn over, il tecnico romano cerca sempre di mandare in campo la formazione migliore che gli dà le maggiori garanzie, con l’obiettivo di vincere sempre. L’ampio turn over adottato a Kazan dimostra quindi che di necessità di vincere non ce n’era alcuna. L’unico obiettivo era far riposare gli acciaccati, gli affaticati, e testare appunto le seconde linee. Qualche buona indicazione è arrivata, ma anche qualche passo indietro per la verità, vedi la pessima prova di un ottimo elemento come Juan, le sbavature difensive, o la non brillante serata perfino di Zanetti, che Strama voleva tenere a riposo ma che ha mandato in campo per riequilibrare la gara nella ripresa. Poche le sufficienze, in una partita giocata con il minimo sindacale.

Ma è e resterà una sconfitta che non lascerà alcuno strascico, l’allenatore nel dopo partita si è detto contento della prestazione e dell’esordio dei tanti giovani, il risultato conta relativamente anche se “l’Inter avrebbe meritato anche il pareggio” si sbilancia: insomma poco più di un’amichevole contro il Rubin. Così come lo sarà l’ultima in casa contro il Neftci, quando in ballo non ci sarà assolutamente nulla, a parte l’orgoglio. Ma ora si torna a fare sul serio. Lunedì si va a Parma, bisogna recuperare terreno in campionato dopo i punti persi come tutti sappiamo. Le partite che contano sono ben altre…

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 novembre 2012 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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