Mi capita spesso di essere d'accordo con Mourinho circa alcune valutazioni e se ieri il tecnico ha definito Inter-Roma una brutta partita, ha le sue ragioni e io le condivido. Questa sfida non è infatti stata all'altezza dei precedenti, ricchi di gol e di spettacolo, oltre che di un'acerrima rivalità che non si limitava alle polemiche ma scaturiva anche in giocate che rendevano omaggio al gioco del calcio. L'ultimo precedente parla per gli altri: un 3-3 conquistato in rimonta con il cuore e l'agonismo dalla prima Inter di Mourinho, grazie al contributo delle seconde linee Crespo, Vieira e Figo. Di loro, sempre dietro le quite, oggi c'è solo il francese, partito dall'inizio ma anche lui invischiato in una squadra che, vittima di un turn over oltre misura, ha regalato tutto il primo tempo ai giallorossi, per poi ritrovare la retta via solo dopo gli interventi tecnico-tattici di Mourinho. Nel complesso, però, ribadisco di aver assistito a un match al di sotto delle aspettative, anche a causa delle assenze romaniste. Ma a parte questa scusante, mi tocca sottolineare che questa Roma non è lontanamente all'altezza di quella allenata da Spalletti, non voglio puntare il dito contro Ranieri che ha dovuto anche fare i conti con l'infermeria, ma è l'atteggiamento che mi ha lasciato esterrefatto. Da una squadra costruita per giocare al calcio, la Roma di ieri pareva più una provinciale arrivata a San Siro per non prenderle e quasi incredula di trovarsi addirittura in vantaggio, evento che ha stretto notevolmente la cerniera difensiva degli ospiti.
Due linee, quella difensiva e quella di centrocampo, che hanno chiuso ogni varco e hanno impedito all'Inter di attaccare come avrebbe voluto e come spesso le capita contro avversari arroccati davanti al portiere. Nella ripresa, soprattutto, la Roma si è piazzata sovente tutta, ma dico proprio tutta, dietro la linea ideale del pallone, rinunciando persino ad agire in contropiede. Dal canto suo, però, l'Inter non ha fatto poi così tanto, soprattutto dopo aver trovato la serenità immediata dell'1-1 a inizio ripresa. La volontà di spingere c'era, ma le gambe non rispondevano ai comandi del cervello e tutto si frantumava all'altezza della trequarti giallorossa. Roma incerottata e difensivista, Inter confusa e con le gambe molli, non poteva che emergere una partita deludente, dove il reale valore delle due squadre è rimasto nelle premesse pre-gara. In tutto questo scenario, a imbruttire la partita ha pensato anche il signor Rocchi, decisamente un arbitro soto la media. E' stato i grado di interpretare male la partita sin dall'inizio, fischiando tanto, troppo, e a sproposito il più delle volte. Difficile vedere spettacolo se il direttore di gara interrompe l'azione al minimo contatto, come se si disputasse una partita di pallacanestro. Inoltre, anche la distribuzione dei cartellini ha lasciato non poco a desiderare, fino a scontentare tutti. Il miglior arbitro, è noto, è colui che influisce il meno possibile sull'andamento di un incontro. Ieri non è andata così e Rocchi può a ragione essere contento di non aver dovuto fronteggiare un caso da moviola determinante. Con il suo stato di forma, avrebbe compromesso persino il risultato finale, alla fine giusto.
Se sono d'accordo con Mourinho nel definire brutta questa partita tra Inter e Roma, non lo sono nel puntare costantemente il dito contro Balotelli. Capisco la strategia di volerlo pungolare pubblicamente per innescare un effetto misto di personalità e assunzione di responsabilità, ma ogni tanto sarebbe il caso di dirgliele in privato certe cose, onde non alimentare polemiche inutili che i media inaspriscono a piacimento. Mou stima Balotelli e crede in lui, altrimenti non vi si affiderebbe per ribaltare partite che stanno andando nella direzione sbagliata. Quindi, mi chiedo, che senso ha riprenderlo davanti alle telecamere quando la sua prestazione non è stata all'altezza? Sarà un detto antico come il mondo, ma talvolta i panni sporchi andrebbero lavati tra le mura domestiche, non portati in lavanderia sotto gli occhi di tutti... Concluso sostenendo che questo pareggio non è un passo indietro, considerate le condizioni in cui si è evoluto. La squadra era inevitabilmente scarica dopo lo sforzo di Kiev (e i tifosi non hanno mancato di sottolineare l'impresa, ancora viva nella loro mente oltre che nelle gambe dei giocatori), una prestazione un po' sottotono ci sta, soprattutto contro una big come la Roma. Ma non per questo è il caso di parlare di Juventus e Milan come candidate allo scudetto, solo per aver rosicchiato un paio di punti. Questa Inter, ne sono convinto, ha un unico avversario. Sè stessa. E se riuscirà a prenderne le misure, assisteremo anche quest'anno al solito monologo italiano...
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