Il colpo di genio con cui l’Inter ha deciso di zittire in anticipo le polemiche sul battibecco tra Antonio Conte e Lautaro Martinez durante Inter-Roma rappresenta una svolta nel modo di fare comunicazione. Mentre tanti giornali e salotti tv iniziavano a ricamare fantasie legate al presunto 'fastidio' del tecnico per le recenti parole rilasciate dall’argentino nell’intervista a Libero ("Conte mi piace, ma se anche va via io sono un giocatore dell’Inter e continuerò a lavorare per l’Inter”) ed erano pronti a fare leva sulla questione stipendi, ad Appiano Gentile hanno risposto con intelligenza ed ironia. E allora ecco che i classici comunicati ufficiali vengono rimpiazzati da un insolito ring improvvisato con i due contendenti chiamati simpaticamente a darsele di santa ragione con tanto di guantoni e un Romelu Lukaku in versione presentatore del match. Un siparietto innovativo postato sui social sia dalla stessa Inter che da Conte, particolarmente sorridente e divertito dal contesto creato al centro sportivo della Pinetina. 

Perché lì dentro, nello spogliatoio, l’Inter è riuscita ad isolarsi da tutto e a diventare un tutt’uno. Il gruppo è compatto e le testimonianze sono quotidiane, non come avveniva nel recente passato quando si parlava - un giorno sì e l’altro pure - del clan Icardi o di quello dei croati, capitanato secondo i rumors da Perisic e Brozovic. Adesso tutti sono uniti, non ci sono crepe. E la conquista del 19° scudetto ne è la conferma più importante e prestigiosa. Un tricolore cucito sul petto nerazzurro con quattro giornate d’anticipo, con numeri che certificano il dominio (per ultimo, basti pensare alle 15 vittorie consecutive messe in fila in quel bunker chiamato San Siro) che permettono all’Inter di presentarsi oggi all’Allianz Stadium di Torino con un tricolore già in tasca. E contro la Regina degli ultimi nove anni di Serie A prepotentemente spodestata dal trono e in questo momento storico alla disperata ricerca di un posto in Champions League che è diventato giocoforza l’obiettivo vitale per evitare un danno sportivo e finanziario che avrebbe pochi precedenti. Soprattutto visto il contesto generale. 

Merito dell’Inter, che arriva da Campione d’Italia a giocarsi il big match - che ad inizio anno veniva etichettato da molti come ‘potenzialmente decisivo’-  senza particolari pressioni, preparandolo comodamente tra una grigliata e un incontro sul ring. Mente alla Continassa il clima è diametralmente opposto. Dopo aver ribaltato tutto, Conte tornerà allo Stadium a testa alta: è lui l’uomo che ha aperto (e poi chiuso) il vincente ciclo della Vecchia Signora, il cui destino passa ora anche dal grande ex con il dente più che avvelenato. Specie dopo la guerra verbale - e non solo - avuta con la triade Agnelli-Nedved-Paratici in quel di Torino la notte del ritorno della semifinale di Coppa Italia. 

Un lavoro sontuoso del Comandante della Beneamata. E una rivincita verso chi, anche nel mondo interista, lo definiva senza troppi giri di parole come ‘gobbo’ o ‘infiltrato’ al momento dello sbarco a Milano, snobbandone la grande professionalità dimostrata e ribadita anche nel momento di tensione con Lautaro di mercoledì sera: non si accettano cali di concentrazione, nonostante un titolo già in bacheca e solo da alzare al cielo la prossima settimana. In attesa di avere un quadro chiaro da Steven Zhang su quelle che saranno le mosse societarie per il futuro dell’Inter, e nella speranza comune che non si possa cestinare nulla di quanto fatto in questi due anni mettendo il bastone tra le ruote ad un ciclo che - non solo può, ma - deve essere aperto, Conte preferisce navigare lontano dai microfoni delle tv e dalle sale stampa. Per evitare scomode domande extra-campo e per far scorrere il tempo almeno fino al 23 maggio, quando a San Siro capitan Samir Handanovic stringerà tra i suoi guantoni quella coppa che da 11 anni non luccicava con le tonalità del cielo e della notte. Oggi però i guantoni li indossa Conte, e non per ‘sfidare’ il suo Toro. Ma per provare a mettere definitivamente ko il suo passato. 

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 15 maggio 2021 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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