Quando decidi di intraprendere determinati lavori, devi per forza mettere da parte il tuo tifo calcistico. Tutti noi da piccolini abbiamo tifato questa o quella squadra, non c’è niente di male. È semplicemente normale. Poi però se diventi arbitro di Serie A, non puoi fare un torto a quelli che nell’adolescenza erano i tuoi acerrimi rivali solo perché sportivamente parlando, non li sopporti. Stesso discorso per un giocatore o un allenatore professionista. Pirlo, dichiarato tifoso nerazzurro, da atleta ha fatto le fortune di Milan e Juventus. Buon per lui e anche per l’Italia campione del mondo.

Il discorso quindi va ovviamente esteso anche a noi cronisti. Sempre. E sottolineo sempre. Non conta la testata per cui si scriva, conta il giornalista. Uno deve sempre e comunque cercare di essere il più obiettivo possibile. Sia perché è la base del nostro mestiere. Sia perché la ricerca della verità oggettiva è fondamentale per riportare correttamente le notizie. Sia perché noi non possiamo comportarci volutamente in modo fazioso, come i tifosi. Ne va della deontologia del sistema e della propria credibilità. E a me francamente di fare la figura della banderuola non piacerebbe proprio. 

Tutta questa premessa perché trovo francamente allucinante che si sia parlato in questi giorni, dopo il rinvio di Inter-Sassuolo, di “campionato falsato”, con l’accezione che volutamente siano stati favoriti i nerazzurri. Io non ci sto. Sono discorsi da bar, che non fanno manco ridere. Il motivo è semplicissimo. Da quando purtroppo è scoppiata questa maledetta pandemia, tutto il cambiato. Il mondo, non il solo il calcio. Il torneo dell’anno scorso è stato certamente differente rispetto a tutti gli altri. Stesso discorso per quello di quest’anno. È un dato di fatto insindacabile ed oggettivo. Giocare con, o senza pubblico, cambia tutto. Ne sanno qualcosa probabilmente Kessie, Calhanoglu e Calabria, che puntualmente venivano fischiati dai propri stessi supporters, e che sono diventati – immagino per la mancanza della pressione di 80 mila che ti fischiano – dei perni dell’ottimo Milan di Pioli. L’assenza di giocatori colpiti da Covid-19 influisce sui risultati, altrimenti l’Inter, che dominato il Derby di ritorno, magari non avrebbe perso 2-1 quello di andata dove mancava più di mezza squadra. Ci sono tanti fattori nuovi di cui tenere conto, ci mancherebbe. Ma non è però che la passata stagione, quando la Juventus ha vinto con merito il campionato, o il Diavolo aveva inanellato una serie di risultati utili consecutivi importanti, tutto era splendente e corretto. Mentre oggi si parla di marcio con l’Inter capolista, solo perché l’ATS ha voluto provare a fermare un focolaio altamente infettivo. Per critiche solamente faziose e di parte. Quindi, se vogliamo fare un’analisi generale, va benissimo. Ma prendiamo in considerazione ogni fattore, non solo quelli che ci vengono comodo. E mi rivolgo a tutti, anche agli addetti ai lavori che non dovrebbero nemmeno permettere che tale messaggio di “campionato falsato” possa passare. I risultati si conquistano se sei bravo nel tuo lavoro, non se sputi sentenze velenose perché ti conviene. 

Fino al ritorno alla normalità saranno competizioni differenti da quelle che abbiamo sempre conosciuto. Storiche a loro modo. Se vogliamo anomale, perché per fortuna prima o poi tutto questo finirà, e torneremo in migliaia a riempire gli impianti sportivi. Con la stessa passione di sempre. Anzi, forse con una spinta maggiore. Ma non lasciamo che quest’esperienza cada nel dimenticatoio. Così si può sperare che non si parli più di regolarità o meno del campionato – clamorosi errori arbitrali permettendo - a seconda di chi sia in vetta alla classifica.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 marzo 2021 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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