"Il rigore su Milito è cercato, l'Inter è nettamente favorita dagli arbitri. Alla Juventus invece non li danno i rigori, c'è disparità di giudizio". E' questa una delle frasi comuni di questi giorni, quasi un 'aforisma' sempre più ricorrente sulle bocche di tifosi juventini e non, ma comunque anti-interisti, che cercano di appigliarsi agli arbitraggi pur di non ammettere la netta supremazia dei nerazzurri sui rivali bianconeri, manifestata in questi primi tre mesi di campionato. Ebbene, sabato ci sarà il delicatissimo scontro tra Juventus ed Inter, all'Olimpico i ragazzi di Ferrara dovranno sfoderare una grande prova per arginare la forza di quest'Inter, e per riuscirci il tecnico napoletano si affiderà sicuramente all'attaccante Amauri. Ecco, è proprio da lui che può partire il mio delicato discorso su quanto sta accadendo tra arbitraggi, applicazione delle regole e disparità di giudizio. Siamo intorno alla metà del secondo tempo di Cagliari-Juventus, ultimo turno giocato di campionato, quando all'attaccante italo-brasiliano dei bianconeri viene annullato un gol in netto fuorigioco: lui protesta come un imbufalito contro il guardalinee, si sfoga in ogni maniera ma al direttore di gara l'idea di estrarre un cartellino non vaga nemmeno per la mente. Solo qualche minuto dopo, quando ancora Amauri crollerà in area di rigore dopo una lievissima spinta del leggerino Pisano, ed andrà a protestare in maniera ancor più veemente verso l'arbitro, allora sì che De Marco si decide ad estrarre solo un giallo per un Amauri che si era sfogato per ben due volte in maniera palese e sicuramente scorretta.

Adesso, riavvolgiamo la memoria e torniamo indietro a poco più di una settimana fa: Bologna-Inter, sull'1-3 per i nerazzurri Maicon pronuncia due parole verso il guardalinee non confermate da alcuna inquadratura, ma viene espulso perchè colpevole di aver pronunciato un doppio 'fuck you' verso l'assistente del direttore di gara. "Maicon non parla l'inglese, ed ha pronunciato 'vai tu, vai tu", si è difesa la società nerazzurra, ma nulla da fare: due giornate di squalifica (una già scontata) ed addio alla Juventus. Il tutto per due semplici paroline non confermate da alcuna ripresa e pronunciate senza la minima veemenza (il brasiliano era tranquillo e sorridente). Insomma, qualche disparità la si avverte, certo, ma nel senso opporto a quello in cui tutti credono realmente accadano, e di esempio recentissimo se ne trova un altro ancora. Siamo intorno al 75' di Inter-Fiorentina, quando sullo 0-0 Quaresma viene falciato da un entrata con i piedi uniti a martello di Cristiano Zanetti dritta sulle caviglie: il direttore di gara Damato ammonisce a stento. Pensate solo se li ci fosse stato Sulley Muntari, o magari Marco Materazzi: credo che già ci sarebbero processi in atto contro di loro, giocatori violenti e scorretti, il giudice sportivo non avrebbe perso tempo ad assegnare una bella squalifica di due o tre giornate. Invece, Zanetti rimedia solo un giallo che comunque gli impedirà di essere in campo alla prossima giornata perchè era diffidato, ma non basta perchè la legge è uguale per tutti.

Ed allora, già che ci siamo, mi preme anche ricordare un episodio che passerà sotto silenzio ma poteva essere rilevante: sempre in Inter-Fiorentina, sempre sullo 0-0, intorno al 65' Walter Samuel sblocca la gara con un'incornata su calcio d'angolo. Damato annulla per un fallo che non esiste: il difensore argentino si strattona a vicenda con Dainelli, ma se questi sono falli, come dice lo juventino Giampiero Mughini, allora ogni calcio d'angolo ne andrebbero chiamati almeno trenta. Ma no, non è niente per nessuno, si ricorda solo che Amauri chiede un rigore inesistente (lui è quasi due metri per novanta kili, Pisano lo sfiora appena e lui vola giù), che Diego ne reclama un altro ancor più assurdo, e che ce n'era uno palese per il Cagliari per fallo di mano volontario (il movimento è dettato dalla volontà) di Cacères. Questi sono solo esempi recenti, potrei ricordare diversi altri esempi ma desso diventerebbe superfluo. Ora è il momento di concentrarsi su Juventus-Inter, con gli animi un pò surriscaldati ma con una certezza in più: chi è favorito non indossa la maglia nerazzurra, nient'affatto, bensì quella bianconera, come accadeva già qualche anno fa. Sia ben chiaro a tutti...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 02 dicembre 2009 alle 08:41
Autore: Fabrizio Romano
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