Parlare di Inter e sintetizzarne le sue odissee autoinflitte, prolungate e masochiste, spesso è come una terapia. Per questo non sembra vero poter parlare della terza vittoria consecutiva in otto giorni, meritata e ottenuta dopo aver avuto numerose occasioni per risolverla prima e con meno sofferenza. 
La vita di questa squadra tende alla schizofrenia e ribalta i copioni, mandando all’aria ogni tentativo di razionalizzare intrighi e vicende grottesche che sembrano destinate ad avere un epilogo e infine ne hanno un altro. 
Esattamente un anno fa (precisamente il 10 febbraio) Brozovic usciva tra i fischi del pubblico e lui applaudiva sarcasticamente. Nel giro di un amen è diventato il titolare inamovibile del centrocampo; Joao Mario si è comportato da ex fin dal primo giorno, poi Spalletti lo ha riabilitato; Nainggolan è arrivato scocciato, ha creato problemi per troppi mesi e alla fine si è deciso a tornare un giocatore; Perisic è stato di gran lunga il migliore in campo, due settimane dopo aver chiesto la cessione alla società e aver giocato male più di metà della stagione. C’è ragione di credere che possa finire così anche la vicenda dai contenuti trash di Icardi e Wanda Nara.
Nel dettaglio della partita ci sono da sistemare ancora i troppi errori nel fraseggio di un centrocampo privo di energia, spompato dalla mancanza di grandi soluzioni ma sufficiente a garantire copertura e un’assistenza al reparto offensivo. Nella prima parte di gara resta l’errore di Lautaro Martinez, lanciato a rete ma troppo decentrato al momento della battuta a rete, i tentativi di Perisic, Politano, persino Dalbert servito su punizione da Brozovic per il colpo al volo, alla maniera di Brehme, quando pescava Mattheus. 
Nel secondo tempo l’Inter rischia subito con un’incursione di Defrel ma da quel momento la squadra, come col Parma, inizia a macinare un calcio più semplice ed efficace, aumenta i giri e colleziona occasioni non sfruttate per un soffio, come la palla gol stoppata sulla linea di porta dai difensori blucerchiati nella mischia causata dal cross basso di Perisic, poi il tiro a giro di Politano, servito sempre da Perisic, uscito di un soffio e infine di nuovo il croato prima tira in porta ma viene fermato da Audero, poi su corner successivo di testa manda alto sopra la traversa.
Al match vengono i cinque minuti e si scatenano le emozioni, a partire dal primo gol che arriva da uno straripante Perisic e l’ottimo inserimento di D’Ambrosio, ma quando sembra andare tutto in discesa la Samp trova il pareggio, con la compartecipazione di una difesa incerta e uno Skriniar insolitamente incerto che favorisce Gabbiadini. Ci pensa Nainggolan alla fine, con un tiro da fuori area e il brivido Var andato a verificare se la posizione di Skriniar fosse regolare. La vittoria è molto importante se consideriamo che il Milan continua a vincere e ha un calendario favorevole fino al derby di metà marzo. 
La questione Icardi merita invece un altro tipo di valutazione, perché a prescindere da se, come e quando finirà questo teatro dell’assurdo, il giocatore sta dimostrando di non avere quel tipo di maturità che dovrebbe consentire di gestire al meglio una questione diventata delicata. La verità assoluta non piace comunque mai a tutti, per questo in settimana si è riusciti a creare dibattiti in cui una parte di tifosi e opinionisti si sono dedicati a demolire il decisionismo della società, dopo anni trascorsi a evocare la risolutezza della Juventus. Se una squadra vince può fare quello che vuole e ricevere complimenti persino se fa entrare il magazziniere in attacco, diversamente tutto diventa opinabile.

Wanda Nara ha trascorso le ultime 24 ore polemizzando con la stampa spagnola (per poi rimuovere il tweet), con la Gazzetta dello sport, scrivendo “forza Inter”, postando e retwittando i gol del marito e andando allo stadio con lui per vedere la partita, fino a dire la sua verità nel programma “Tiki Taka”.In un quarto d'ora, intevistata da Pierluigi Pardo, porta lacrime di commozione, verità già dette e una personale visione della percezione: "la gente capisce quello che vuol capire". Succede quando posti di tutto, con mezze frasi, alcune prese da link preconfezionati e altre che contraddicono le precedenti, smentendo senza batter ciglio, che la fascia di capitano sia stata tolta per le sue dichiarazioni.
C'è pure spazio per la carrambata con Beppe Marotta chiamato al telefono per sancire una pace che forse arriverà.

È una vicenda naif che mette in scena persino gli stracci di un rapporto deteriorato con la sorella di Icardi che scredita Wanda Nara e reclama il fratello che lei ritiene manipolato dalla moglie, lui gli risponde acidamente in pubblico come se il telefono, almeno quello non esistesse. Ha sbagliato tutto, dal dire a Wanda cose che lei ha riferito in tv, a incoraggiarla nel perseguire una condotta televisiva contro gli interessi di una squadra che rappresentava come capitano, a sentirsi offeso al punto da rifiutare la convocazione col Rapid e persistere in un atteggiamento di resistenza in questi giorni. 
In un’epoca in cui la fede calcistica è un surrogato di quella religiosa, si crede a quello che si vuole, il pronostico è che alla fine la questione si risolverà (Marotta ha dichiarato che verrà presentata la proposta di rinnovo a Wanda) e le colpe verranno dirottate verso la stampa. Un classico. 
Ora testa al Rapid per una partita da chiudere subito e alla Fiorentina con la quale non si vede una bella prestazione al Franchi da troppo tempo. 

Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 18 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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