Il virus Fifa colpisce sempre quando meno te lo aspetti. Ma è una legge che, poggiando sulle solide basi dei grandi numeri, prima o poi affligge un club che 'cede' più di dieci giocatori della sua rosa alle rispettive Selezioni. In questo giro del mondo che assomiglia tanto a una roulette pericolosa, non fa eccezione l'Inter, rappresentata in tre continenti da una squadra intera composta da undici elementi: la vittima della lontananza da Appiano Gentile nella fattispecie è Sime Vrsaljko, costretto al forfait durante Spagna-Croazia di Nations League per un problema al ginocchio sinistro ancora da approfondire ma che sulle prime non desta preoccupazione. Il male minore, insomma, per Luciano Spalletti, che davanti alla tv avrà cominciato a maledire la sosta come milioni di tifosi interisti. Il danno occorso all'ex Atletico Madrid è un 'affare' se si pensa che i nerazzurri hanno partecipato a otto sfide per un totale di 736 minuti di gioco. Un minutaggio che va analizzato nel dettaglio per capirne l'effettivo peso specifico nell'economia di una stagione che per l'Inter entra nel vivo da sabato, nel match contro il Parma, alias l'impegno che precede di tre giorni l'esordio in Champions League. C'è chi, pur prendendo l'aereo per raggiungere i rispettivi ritiri delle varie Selezioni, non ha mai messo piedi in campo: la fuga da Milano ha prodotto due disoccupati, Lautaro Martinez e Stefan de Vrij.

L'argentino, che ha viaggiato con il compagno e amico Mauro Icardi, è atterrato negli Stati Uniti con la consapevolezza che, complice l'infortunio, avrebbe difficilmente difeso i colori della prima Seleccion del periodo post-macerie Mondiale. Per evitare casi diplomatici con l'Italia, il ct ad interim Scaloni non ha rischiato il Toro nemmeno in allenamento, e lo staff dell'Albiceleste è stato in contatto con quello del dottor Volpi arrivando alla conclusione che fosse inutile forzarne il rientro. “Avevo un dolore da diverse settimane, un sovraccarico il giorno di Bologna-Inter, per questo motivo non sono sceso in campo - ha spiegato l'ex Racing a TNT Sport -. Sono venuto qui in ritiro, ho fatto gli esami e la decisione è stata quella di saltare queste due partite”. Risultato? Pericolo scampato, non scongiurato, e iter di recupero rallentato: "Persistono i postumi dell'ematoma al soleo della gamba sinistra che ha costretto l'attaccante argentino a non essere a disposizione per la gara di campionato contro il Bologna e per le partite in programma con la propria Nazionale. Le condizioni saranno rivalutate nei prossimi giorni", l'ultimo aggiornamento diffuso dal club nerazzurro in una nota.

Di tutt'altra natura, invece, lo '0' nella casella minuti giocati dell'olandese, spettatore privilegiato dell'ultimo match con la maglia Orange di Wesley Sneijder e della buona figura allo Stade de France contro i campioni del Mondo transalpini. Due esclusioni che magari fanno piacere a Spalletti, ma che di certo emettono la prima sentenza non definitiva sulle gerarchie difensive del ct Koeman.

Passando in rassegna gli altri Internazionali in ordine crescente di impiego ecco Kwadwo Asamoah, in campo per un semplice cammeo di un quarto d'ora nell'inaspettata sconfitta del Ghana subita per mano del Kenya. Dietro la decisione di Kwesi Appiah, ct delle Black Stars, forse c'è una motivazione puramente di condizione: "Vedete, io non gioco con i nomi, gioco con giocatori che potrebbero essere in forma in un momento particolare - ha spiegato il selezionatore dopo la gara -. E se Kwadwo è andato in panchina non significa che non sia un buon giocatore. È uno dei migliori giocatori ma, date le circostanze, abbiamo dovuto mettere altri giocatori all’inizio, poi l’ho fatto entrare a gara in corso".

Ecco, quindi, Marcelo Brozovic, risparmiato in amichevole contro il Portogallo ma in campo 62' nella figuraccia storica della Croazia contro la Spagna: prestazione ampiamente insufficiente per Brozo, all'interno di uno scenario in cui è stato impossibile riconoscere l'identità dei vicecampioni del mondo a Elche. Dal quale è rimasto indenne Sime Vrsaljko, uscito in tempo dal terreno di gioco per evitare di sperimentare l'umiliazione iberica che certamente fa più male del fastidio avvertito al ginocchio.

Scalando la classifica ecco gli 85' dell'uomo più atteso, Mauro Icardi: partito da Bologna da acciaccato, il rosarino con grande forza di volontà ha messo in un angolino l'affaticamento al retto femorale della coscia destra e si è presentato in buone condizioni per il match tra Argentina e Colombia terminato a reti inviolate. E poco importa che abbia prolungato la sua astinenza in zona gol guidando l'attacco di una Nazionale sperimentale, la notizia è che – jet lag permettendo – il capitano nerazzurro potrebbe scendere in campo già con il Parma. E con un uno stato d'animo ben diverso da quando ha lasciato il Dall'Ara. 

Anche se a San Siro, stando agli exit poll mediatici, contro i ducali dovrebbe giocare ancora Keita dal via nel ruolo di centravanti: l'ex Monaco, curiosamente, ha messo insieme lo stesso minutaggio di Maurito, ma andando in gol con una bella azione personale nel pari tra il Senegal e il Madagascar. In più, Keita ha rimesso piede sul suolo italiano lunedì, cominciando a scaldare i motori il giorno successivo.

Cinque minuti in più dei due attaccanti per Roberto Gagliardini, finito al centro delle critiche, spesso anche ingenerose, per una performance in linea con la modestia dei compagni di sventura azzurri nel pari riacciuffato per i capelli contro la Polonia. Al buon Gaglia, esiliato nero e azzurro europeo, la consolazione di non aver messo piede sul rettangolo verde del Da Luz nel corso della deprimente sconfitta col Portogallo.

A pari merito con una gara intera Skriniar e Vecino: il primo esentato dal bizzarro test contro i dilettanti danesi, è stato protagonista in negativo in Ucraina con un rigore causato per fallo su Tsygankov. Penalty a dir poco generoso, ma occhio agli standard continentali per questi contatti, a partire da martedì con gli Spurs. Il secondo ha portato a casa la sufficienza nel Suarez show dell'NRG Stadium di Houston.

Primeggia, neanche a dirlo, nella classifica dei più utilizzati Ivan 'Stachanov' Perisic: il così ribattezzato decatleta prestato al calcio ha giocato una partita e mezza, impreziosendo le sue fatiche con un gran gol al Portogallo prima di dover deglutire l'amara pastiglia del 6-0 tennistico di Elche.

Alla fine dei conti, il virus Fifa propriamente inteso non ha creato chissà quali guai a livello di indisponibilità, ma ha restituito all'Inter giocatori diversi nel fisico e nell'animo. Per un Icardi ritrovato e un Vrsaljko infortunato, ecco un De Vrij e un Brozovic bisognosi di riscatto. Come dopo tutte le soste, Luciano Spalletti dovrà fare il dottore, un po' preparatore atletico un po' psicologo. Ben sapendo che la sosta, da sempre nemica del 'senza tregua', gli lascerà un mese scarso per farsi gli anticorpi. 

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 13 settembre 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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