Icardi sì, Icardi no. Nemmeno il tempo di festeggiare il gol di Vecino che i tifosi interisti hanno subito dovuto fare i conti con la consueta telenovela estiva sul numero 9. Una tiritera che rimbomba puntuale ogni estate di mercato, vissuta in bilico tra ennesimi rinnovi di contratti, voci più o meno vere di pretendenti e scambi che solo ad ascoltarli sembrano fantacalcio. Eppure, anche quest'anno, siamo qui a chiederci: resterà Mauro Icardi?
Rispetto alle estati passate c'è una sostanziale differenza: nella prossima stagione, finalmente, l'Inter disputerà la Champions League. Roba non di poco conto. Ma è davvero possibile che la società possa solo pensare di vendere il capocannoniere (con Immobile) della Serie A, autore di 29 gol in campionato? Sì, è possibile. Per molteplici ragioni. C'è un bilancio da sistemare, c'è una clausola di 110 milioni valida per l'estero attiva fino al 15 luglio, c'è una certa insofferenza per le puntuali pressioni dell'entourage di Maurito per l'incremento del salario. E poi c'è anche un fattore tecnico-tattico. Anche su queste pagine, spesso, si è disquisito sulla maturazione di Icardi come centravanti completo. L'argentino è un bomber di razza, con pochi eguali al mondo, ma spesso – nelle partite in cui non segna – risulta un ectoplasma. Colpa dei mancati rifornimenti o del suo modo di giocare? Forse la verità sta nel mezzo. Ma è evidente la differenza tra le partite (ancora poche) in cui si fa vedere, viene a raccogliere palla spalle alla porta, pulisce palloni, fa salire la squadra e prende falli con quelle (troppe) in cui si limita al pressing sul portiere e ad aspettare la manna negli ultimi 16 metri.
E allora sì, pensare di cedere Icardi non è una bestemmia. L'Inter è l'Inter oltre chiunque, oltre tutto. FCIM sta per Football Club Internazionale Milano e non per Football Club Icardi Mauro. Qui son passati e poi andati via centinaia di giocatori enormi: il club sopravvivrebbe anche alla partenza di Icardi. È bene ribadirlo e vale per tutti i giocatori del presente e del futuro.
Fatta doverosa premessa, si passa al concreto. Ammesso e non concesso che esista un club voglioso e determinato a sborsare una vagonata di milioni di euro per Maurito, poi si aprirebbe il capitolo fisiologicamente successivo: chi al suo posto? Ritenere possibile lo scambio con Gonzalo Higuain, per come è stato prospettato, è pura follia. Nulla da eccepire sotto il profilo tecnico, perché il Pipita resta il miglior attaccante del campionato italiano e ha 30 anni, non 40 come sembra di capire leggendo alcuni commenti evidentemente offuscati dalla fede calcistica. Il conguaglio di 50 milioni di euro, riferito dai bene informati, però sarebbe piuttosto insufficiente per Suning: non salvaguarderebbe l'Inter da un bagno di sangue a livello di conti per i prossimi anni, tra ammortamento e ingaggio del nuovo attaccante A ciò si aggiunge anche un doppio rischio da non sottovalutare: vedere Icardi esplodere definitivamente con la maglia dell'acerrima rivale e Higuain appassire sotto il peso degli anni. Il gioco vale la candela? Pensiamo di no. Anche perché, conti alla mano, si andrebbe a risolvere un grosso problema alla Juve, ossia quello di piazzare il Pipita (il quale, come ci raccontano gli esperti di mercato, ormai sembra tagliato fuori dal progetto tecnico bianconero) e trovare un degno sostituto.
E allora chi? Impensabile fare all-in su Lautaro Martinez. Magari El Toro s'immergerà subito alla perfezione nel campionato italiano e segnerà tre gol a partita, ma più verosimilmente ci vorrà del tempo affinché l'ex Racing esprima tutte le sue potenzialità e s'imponga come titolare. Non gli va messa fretta, ci si ricordi che ad agosto compirà 21 anni e che non ha mai giocato in Europa.
L'ideale, insomma, sarebbe andare su profili di livello, magari esuberi dei grandi club europei o big vogliosi di provare nuove avventure. Tanto per essere chiari: Lewandowski, Agüero, Morata, Cavani, Benzema, Mertens, Suarez. Gente esperta, ma non attempata. Attaccanti di qualità sopraffina e di personalità, che non avrebbero problemi a raccogliere il testimone di Icardi. Resterebbero da capire i contorni economici di tali operazioni che, per alcuni dei succitati, non sarebbero possibili se non con un enorme sforzo da parte dei protagonisti a livello di ingaggio. Toccherebbe alla nuova punta venire incontro alle esigenze del club nerazzurro, che magari non potrà pagare cifre astronomiche, ma che resta l'Inter. Il blasone non si compra. E stavolta c'è una Champions in più come carta da potersi giocare nella trattativa.
In conclusione, dopotutto, tenere Icardi sembra la scelta più sensata e meno rischiosa, sotto tutti i punti di vista. Confidando su una sua ulteriore crescita a livello tecnico-tattico e sulla fine del tiramolla annuale sul rinnovo.
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Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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