Dopo sedici giornate di campionato e ben tre mesi e mezzo passati dall'inizio della stagione 2015-2016, possiamo dire senza timore di smentita che Roberto Mancini sta utilizzando quello che per definizione si dice scetticismo metodologico, ovverosia quell'insolito strumento con il quale si mettono alla prova attraverso il dubbio le conoscenze in nostro possesso (nel caso del Mancio, ça va sans dire, quelle tecnico-tattiche della sua squadra). In barba a tutti gli scettici, quelli che considerano il dubbio solamente foriero di disorientamento, il tecnico jesino ha pensato bene che, in una Serie A senza padroni e senza squadre di riferimento, fosse cosa buona e giusta fondare gran parte del suo lavoro sull'incertezza quotidiana. E badate bene: l'accezione non è da vedersi come negativa, né tanto meno da confondersi con il caos, bensì va ricondotta ad un piano strategico che contiene nel suo manifesto programmatico il famoso aforisma "Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile". Un dogma che nel corso del tempo il tecnico nerazzurro ha saputo declinare nella maniera più conveniente possibile per la sua squadra, anche quando dietro alcune scelte si sono intraviste delle rinunce all'apparenza controproducenti e che invece alla fine si sono rivelate vincenti o quantomeno spiazzanti per gli avversari. L'ex manager del Manchester City, in poche parole, è stato capace di stupire prima di tutto i suoi giocatori, convinti a pensare che i cento metri corsi nelle prime cinque vittorie consecutive sarebbero diventati presto una maratona lunga tutta una stagione, una gara di resistenza a tappe nella quale ogni stilla di energia non ha ragione di essere sperperata per assecondare la frenesia del 'tutto e subito' di qualche scattista presente in rosa. Che sia la strada giusta o meno per arrivare primi al traguardo ora è difficile dirlo, ma il fatto di trovarsi così avanti nel percorso (nessuno si sarebbe nemmeno sognato un'Inter in vetta a più quattro o a più sei sulla concorrenza) depone certamente a favore della tattica lungimirante adottata finora da Roberto Mancini. Maestro del dubbio in un campionato senza certezze. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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