C’era una volta…Ho sempre immaginato nei miei sogni di bambino, quando 'Il Libro della Giungla' o 'Il Gatto con gli Stivali' erano i miei film preferiti e le favole contribuivano a rendere leggero il mio sonno, di poter un giorno iniziare un racconto, un articolo, un qualcosa insomma con – C’era una volta -. Problematiche interiori mai risolte evidentemente. Fino ad oggi almeno.
Comunque il c’era una volta presuppone la storia del reame, della Biancaneve o Cenerentola di turno, del bel Principe, biondo e con gli occhi azzurri – che poi qualcuno mi deve spiegare per quale insano motivo il principe deve essere biondo con gli occhi azzurri, ecco il perché delle mie insicurezze avendo occhi e capelli scuri – della strega cattiva e del mago buono. Il – C’era una volta - scrive Coelho in uno dei suoi capolavori, 'Undici Minuti'v che consiglio vivamente di leggere e non perché io sia l’agente dello scrittore brasiliano in Italia, presuppone in buona sostanza una fiaba. È che qui, per ora, per adesso, di fiabe non ce n’è manco l’ombra.
Ci sono storie, un sacco di storie. A dirla tutta, visto il periodo di calciomercato, vendono tonnellate di storie a pochissimo prezzo. L’unico problema è che non esiste il diritto di recesso, quindi quel che viene detto o scritto non potete restituirlo entro una settimana. Dovete beccarvelo giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. In questo oceano di storie, in questa Babele di trattative che si aprono, che decollano, che stanno per chiudersi e che per la maggior parte non sono nulla, capita di tanto in tanto di tendere l’orecchio verso qualcosa che più di altro ci interessa.
Sicché abbiamo vissuto quest’ultima settimana con una certezza: Guarin ci avrebbe lasciati. Premetto, personalmente non sono un fan del colombiano. Troppo discontinuo, troppo anarchico, troppo pagato e rivenduto come presunto campione da chi ci ha trascinati in una situazione paradossale dal punto di vista economico portando in nerazzurro calciatori di poco valore con il piccolo tesoretto che Moratti cercava di raggranellare anno dopo anno. Sì, insomma, inutile rivangare il post 2010, finiremmo solamente per farci del male; un po’ come quelli che vivono col perenne ricordo del grande amore che, per un motivo o per un altro, non è mai stato il tuo compagno/a di vita. E, ahimè, si sono dovuti accontentare di surrogati.
Insomma, tornando a Guarin; il ragazzo si impegna, così raccontano. È un professionista serio, mai circolate storie o storielle su notti brave, discoteche, ore piccole. E, punto a suo favore, è l’unico centrocampista in rosa con determinate caratteristiche. Fisicamente potente, ha corsa e fiato; c’è anche chi racconta la favola del gran tiro. Ecco, su quest’ultima ci andrei cauto. Qualche rara, rarissima volta, ha colpito; ma nella maggior parte dei casi si è limitato a centrare tutto ciò che circolava sul cielo del Meazza, dirigibile di una nota azienda compreso. 
Forse proprio per il suo modo di essere così diverso dagli altri Roberto Mancini lo ha spesso schierato sul terreno di gioco. Salvo poi, ultimamente, farlo partire dalla panchina. Perché, diciamocelo, in tutta franchezza il ragazzo ha fornito e sta fornendo una lunga serie di prestazioni altamente insufficienti. Ora, come detto, qui non mi permetto di discutere la professionalità del calciatore; che, anzi, è da sottolineare. Ma, evidentemente, Fredy alla ormai non più giovanissima età di 29 anni, 30 a giugno, sta dimostrando di non avere le stimmate del trascinatore. Non si è preso, cosa sulla quale il Mancio faceva conto, la squadra sulle spalle; ma è rimasto ai margini, fatta eccezione per la perla nel derby di andata e poco altro. 
E l’Inter, inutile stare a raccontarci inesattezze, aveva fatto castelli in aria pensando alla cessione del ragazzo; l’offerta in realtà c’è stata, anche corposa. Sia per la Società che per il giocatore. Poi, dall’altra parte del Naviglio si stanno ancora leccando le ferite, peccato che alle chiacchiere debbano seguire i fatti. Perché anch’io sono capace di entrare in un albergo del centro di Milano, prendere da parte un dirigente di qualunque società e proporgli di acquistare Tizio o Caio a cifre spropositate. Con tanto di ingaggio monstre. Ecco, potrei giusto limitarmi alla chiacchiera, perché di fatto non posso proprio permettermelo. E così sembrerebbe stia accadendo. Tante belle parole, nessuna sostanza. 
La cessione del Guaro a determinate cifre avrebbe permesso alle asfittiche casse nerazzurre di investire su un paio di elementi che avrebbero fatto alla bisogna. Di Soriano ne avevo parlato una quindicina di giorni fa, poco creduto purtroppo. Piace assai a Mancini, parrebbe aver raggiunto una maturità tecnico tattica non indifferente, anche lui è fisicamente ben strutturato, ha i tempi dell’andar senza palla e vede la porta. Sì, questo la porta la vede davvero, non un paio di volte l’anno. L’altro avrebbe potuto essere un esterno offensivo, qualcuno in grado di fare un gollettino ogni tanto; il potenziale che abbiamo davanti sulla carta è ottimo, sul campo tutti insieme hanno segnato pochissimo. E sono gol che ci mancano. Parecchio.
Vedremo cosa capiterà durante questa settimana. Siamo tutti un po’ curiosi di capire, di sapere, di vedere.
E se alla fine della fiera Guarin dovesse restare beh… che si metta a correre. Ma correre di brutto. Modello gazzella inseguita dal leone nella savana.
Amatela! Sempre!
Buona domenica a Voi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 gennaio 2016 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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