È il giorno: l'Inter torna a giocare la Champions League dopo un'assenza durata troppo a lungo. Sei anni di attesa. Sei anni in cui è successo di tutto e il contrario di tutto, tra acquisti sbagliati, cambi di proprietà e troppi allenatori. L'anno scorso, con fatica ma con merito, i nerazzurri hanno conquistato il quarto posto. Luciano Spalletti ha riconsegnato un senso logico a una squadra che troppe volte si era aggrovigliata su se stessa. Ed è riuscito dove probabilmente sarebbe riuscito pure Roberto Mancini, se non avesse trovato sulla sua strada quel Kia Joorabchian tanto ingombrante.

Ma attenzione, perché in questo inizio di stagione si sta notando un atteggiamento non troppo corretto di tutto l'ambiente Inter. E i 4 punti in 4 partite in campionato – al di là del fattore arbitrale – sono lì a testimoniare una china pericolosa. Il rischio concreto, infatti, è quello di conferire eccessiva importanza alla Champions League attuale, dimenticando che il percorso di crescita passa soprattutto dal fare bene in casa propria, ossia in Serie A. Solo attraverso la continuità in campionato si potrà continuare a crescere fino a tornare una potenza europea a tutto gli effetti.

Per raggiungere gli obiettivi che il club si è prefissato, in poche parole, serve stazionare stabilmente nella massima competizione europea. Difficile primeggiare in Champions fin da questa stagione, per cui l'obiettivo numero uno dell'Inter deve essere assolutamente la conferma nei primi 4 posti della Serie A. Giustissimo onorare il cammino in coppa, ma guai a porlo come prioritario rispetto a quanto accade nei confini nazionali. Ci si potrebbe ritrovare nella paradossale situazione di perdere terreno laddove invece serve solidità e costanza. Solo e soltanto il campionato può regalare certezze che da troppo tempo mancano in quel di Appiano Gentile. Guai a fare il passo più lungo della gamba.

La Champions League 2018-2019 deve valere un premio, una vetrina, un primo rientro nell'elite. Ma il tutto deve essere graduale, anche in considerazione del girone oggettivamente complicato. Barcellona e Tottenham restano superiori, e pure il PSV Eindhoven è tutt'altro che un materasso. Non bisogna arrivare al punto di incassare l'eventuale mancato passaggio del turno in Champions come un delitto e, nel frattempo, rendersi conto di aver compromesso anche il cammino per il quarto posto.

Prima il campionato, poi la Champions. Che deve essere un sogno e non un'ossessione, per dirla alla Mourinho. Almeno per quest'anno. Ristabilire le giuste priorità. Uscire al più presto da questo grande equivoco.

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Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 settembre 2018 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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