Iniziamo dalla vittoria sul Chievo, che personalmente definisco un piccolo capolavoro di Mourinho. Va detto che l'avversario di turno non era proprio una squadra di dopolavoristi, alla luce dell'ottimo campionato svolto finora, quindi superarlo non sarebbe stato facile a prescindere dalle assenze. Poi, un centrocampo ridotto all'osso ha reso terribilmente complicata la faccenda. Ma Mou ha fatto di necessità virtù e ha tratto il massimo dall'emergenza: non ci sono centrocampisti? Allora giocano gli attaccanti, che dovranno sacrificarsi per fare qualche corsetta indietro e rallentare le ripartenze avversarie: la tecnica e lo spirito di sacrificio dei giocatori ha fatto il resto. Bravi dunque i tre attaccanti a soccorrere i mediani e a ripartire sempre rapidamente cercandosi con costanza e tenendo il pallone lontano dalla propria area. Bravissimo Pandev, che ha esordito nelle condizioni meno semplici ma ha fatto il suo. Ottimo Balotelli, al di là del gol e dei discorsi post partita. Un po' in ombra Milito, ma ci può stare, anche perché il terreno non lo ha aiutato, stesso danno causato agli altri giocatori in campo, dei quali i più tecnici hanno sofferto tantissimo (vedi Sneijder).

Mi sovviene una domanda: ultimamente c'è chi ha espresso il desiderio di non fermare il campionato durante il periodo delle feste di fine anno, così come accade all'estero. Chi propone questa novità si faccia un esame di coscienza: davvero sarebbe logico giocare in un periodo in cui i terreni di gioco soffrono così tanto le intemperie meteorologiche? Non sarebbe meglio prima dotarsi di tecniche che consentano, come all'estero (la Premier insegna), di mantenere integri i manti erbosi, prima di mostrare al pubblico pagante degli spettacoli abominevoli che mortificano la qualità dei campioni della nostra lega? Io voto contro, meglio fermarsi se le conseguenze sono partite mutilate dello spettacolo che altrimenti porterebbero in dote in condizioni 'normali'.

Tornando alla vittoria di ieri sul Chievo, un plauso va anche a Patrick Vieira, un autentico gigante in mezzo al campo: in pratica il francese ha svolto un lavoro perfetto, sembrava che fosse davvero ovunque. Il miglior congedo nei confronti di una squadra, una società e dei tifosi che gli hanno dato tanto in questi ultimi anni e alle cui soddisfazioni lui non è riuscito a contribuire come avrebbe voluto, soprattutto a causa di un fisico troppo cristallino. Poco male, anche ieri Vieira ha mostrato grande professionalità e non è un sacrilegio essere d'accordo con Mourinho, quando dice che mancherà a questo gruppo. Non ci resta che augurargli in bocca al lupo per la sua nuova avventura con il City di Roberto Mancini.

Non nascondo, parlando sempre di singoli, la mia paura in apertura di secondo tempo, quando dopo lo scontro con Pellissier Cristian Chivu è rimasto a terra stordito. Non credevo francamente che le conseguenze di tale impatto (se ne vedono spesso con tali dinamiche sui campi di gioco) avrebbero imposto un intervento chirurgico e un lungo stop, ma chissenefrega. Ciò che conta è che Cristian recuperi in fretta e si metta alle spalle questo brutto episodio e lo spavento che ne è derivato, noi aspetteremo con serenità che sia nuovamnte in grado di scendere in campo. Auguri.

Infine Balotelli. Bravissimo ieri (ma perché quell'ammonizione???), peccato per il dopo partita. Ma stavolta non mi sento di imputargli alcuna responsabilità, perché sul rettangolo di gioco non è stato protagonista di alcuna provocazione e non meritava la vagonata di fischi che il pubblico di Verona gli ha riservato. Legittimo, secondo me, lo sfogo a fine partita, frutto di un'esasperazione di cui lui stesso farebbe volentieri a meno. Chiaro, oggi Balotelli si porta un'etichetta addosso, ma a 19 anni forse è un po' presto per marchiarlo a sangue. Sembra quasi che fischiarlo e insultarlo faccia parte dello show calcistico, a prescindere da ciò che accade in campo. SuperMario avrebbe potuto risparmiarsi quella frase sul pubblico di Verona, ma anche chi gli ha risposto avrebbe dovuto essere più equilibrato, capendo che se si è espresso così forse un motivo, anche minuscolo, poteva averlo. Anche lo scorso anno, al Bentegodi, Balotelli fu oggetto di fischi e insulti, nessuno dimentica il gesto del silenzio imposto dopo aver segnato ilgol (bellissimo) del momentaneo 2-1 per l'Inter. Un episodio che aveva già incrinato il rapporto tra il ragazzo e la tifoseria clivense. Perciò, smettiamola di farne un caso politico e strumentalizzare l'accaduto, e prendiamolo per quello che è: lo sfogo di un 19enne dal carattere forte ma controverso, che lascia il tempo che trova. Se poi non ama quel pubblico, sono scelte personali, non politiche.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 gennaio 2010 alle 09:30
Autore: Fabio Costantino
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